Sui giornali li chiamano “ribelli”, ma gli elettori del Pdl preferiscono rinominarli “traditori”. Sono durissime le reazioni online dei militanti del centrodestra nei confronti della lettera firmata da tre ex pasdaran del Pdl Isabella Bertolini, Giancarlo Pittelli e Giorgio Stracquadanio e dagli “ex” di centrodestra Roberto Antonione, Giustina Destro e Fabio Gava. Tutti uniti per chiedere al premier di “agire da uomo di Stato” affinché si faccia “promotore di una nuova fase politica e di un nuovo governo”. In sostanza, chiedono al Presidente del Consiglio di fare un passo indietro e di aprire alle larghe intese col centro, magari con un governo tecnico guidato da Gianni Letta.

Nel mirino delle critiche c’è Giorgio Stracquadanio, fondatore del Predellino e berlusconiano doc. Fino a ieri, a quanto pare. La sua firma ha sconcertato gli elettori che sulla sua pagina Facebook lo attaccano. “Lei è tra i firmatari di questa pseudo lettera? Non ci posso credere”, scrive Lorenzo a cui seguono i commenti di chi spiega che questo gesto, specie in un periodo di profonda crisi economica, mette a rischio la sopravvivenza dell’intero paese (“Non capite che qui, altro che centrodestra, il crollo che si rischia è quello dell’Italia tutta?”, nota Giorgio). “La vostra iniziativa è inaccettabile – aggiunge Melina – noi abbiamo votato consapevoli che Berlusconi sarebbe stato il Premier e vogliamo che lui continui a governare fino alla fine della legislatura”. E il leit motiv di decine di utenti è un sentimento di tradimento, reso ancor più paradossale dalla firma di un deputato considerato uno dei fedelissimi del premier. “Ci sentiamo traditi – si legge online – e da lei in particolare non c’è lo saremmo mai aspettato. Alle prossime elezioni evitate di candidarvi se poi non rispettate la nostra volontà”. La lettera di Stracquadanio e degli altri cinque ribelli viene equiparata alla scissione di Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. E non manca chi crede che si tratti solo di un metodo ricattatorio per ottenere nuove poltrone (“Si deduce che adesso vuole comandare anche lui, vuole un poltrona da Ministro? Ma Ministro di chi o di che?”, chiede Rocco).

Poi c’è chi in passato ha sempre tenuto alta la bandiera del Pdl, ma oggi ha deciso di gettare la spugna (“L’ho difeso in tempi non sospetti – scrive Francesco– e adesso le dico che ha deluso. Arrivederci a lei e ai suoi complici”) e i delusi, come Nikolas, che ormai optano per il centrosinistra (“Meglio all´opposizione con onore che in maggioranza con i traditori: vergogna Stracquadanio!”). Davide, poi, ricorda al fondatore del Predellino il suo curriculum politico e i privilegi di cui fino a oggi ha goduto. “Caro Onorevole – scrive sulla bacheca Facebook – Le ricordo sommessamente che Lei è in Parlamento dal 2006, eletto prima con Forza Italia, e poi con il Pdl, tra l’altro usufruendo di un’opzione al Parlamento Europeo di un’altra deputata lombarda. Ergo: se lei rinuncia a tutti i suoi privilegi dovuti grazie al presidente Berlusconi che l’ha voluta e nominata in lista, poi può fare tutte le lettere che vuole e passare anche a sinistra”.

Anche su Twitter con l’hashtag #stracquadanio sono decine gli utenti che commentano la lettera (“#Stracquadanio come i fascistissimi repubblichini Dario Fo o Giorgio Bocca. Più sono intransigenti servitori, prima tradiscono”, twitta Donzelli) e sulla bacheca di Spazio Azzurro gli elettori invitano i frondisti a lasciare il partito. Se davvero lo faranno, Tomaso propone il nome del nuovo gruppo a chi deciderà di seguire i “malpancisti” e suggerisce “Pdi: Partito badogliani italiani”. E nel caso ancora non fosse chiaro aggiunge: “Siete degli infami, dei traditori!”

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