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Il balletto della notifica

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Quindici mesi fa la Corte d’appello di Genova depositava la sentenza relativa ai fatti verificatisi presso la Scuola Diaz. Che la sentenza è stata depositata deve essere notificato a tutte le parti; tutti, avvocati, imputati, parti civili, devono essere avvertiti. Se anche uno solo non è avvertito il processo di Cassazione non si può fare. Gli imputati del processo di Genova erano 44; evidentemente ci sono state difficoltà a trovarli tutti e le notifiche non sono state completate. Risultato: processo fermo.

Un chiodo in più su una bara pressoché completata: quasi tutti gli imputati sono stati “assolti” perché i reati erano prescritti. Però ragioniamo sulle notifiche: la prossima volta potrebbe andare meglio. Nel processo penale bisogna fare notifiche a un sacco di gente; se non le si fa, la sentenza è nulla e si deve ricominciare da capo. Il problema è che trovare le persone non è facile. Gli avvocati si trovano con facilità, ovvio: hanno il loro studio professionale e anche una email; e una legge nuova prevede che le notifiche a loro si fanno via email.

Ma gli imputati sono un’altra storia. Marito Manesco risiede, quando la povera Sposa Pestata lo denuncia, in via degli Schiaffi n. 3, nel comune di Bottedaorbi. Al momento della chiusura delle indagini bisogna notificargli il deposito degli atti; ma lui, in via degli Schiaffi, non c’è più. Dov’è? Nessuno lo sa. Ricerche tramite Carabinieri. Passano 6 mesi e si scopre che si è trasferito in un’altra città; nuova notifica e se va bene si può andare avanti; ma se anche lì non c’è, bisogna cercarlo ancora e bisogna sperare che non lo si trovi, così lo si può dichiarare irreperibile e portarsi avanti con il lavoro; se invece lo si trova, altra notifica… Questo balletto lo si deve ripetere al momento in cui si fissa la prima udienza in tribunale, poi quando si deposita la sentenza, poi quando si fissa l’udienza in Appello, poi quando si deposita la sentenza d’Appello e via così.

Ci sono anche altre occasioni in cui si deve procedere a notifica, ma ve le risparmio. Sappiate solo che un mio vecchio amico avvocato mi diceva sempre che lui le cause le studiava pochissimo, tanto i suoi clienti li tirava fuori 9 volte su 10 per errori di notifica e conseguente prescrizione.

Riforma
facile facile a costo zero (ma a profitto gigantesco). Avvertiamo Marito Manesco che sua moglie lo ha denunciato; gli diciamo che deve nominare un avvocato e che, se non può, gliene diamo uno d’ufficio. E poi gli diciamo che noi avvertiremo l’avvocato di tutto; sta a lui interessarsi delle cose sue, prendere contatto con il suo difensore e farsi dire quello che succede. Se non lo fa, non è un problema nostro. Avvertire l’avvocato ci costa un click sulla tastiera e il processo cammina spedito. Niente più prescrizioni, niente impunità. Niente soldi buttati dalla finestra.

Perché non si fa? Mah. Però vi racconto una cosa. Quasi tutti gli avvocati che fanno civile, cioè processi che vogliono concludere in fretta (il mio cliente deve avere dei soldi, mi serve la sentenza) hanno la posta certificata e le notifiche si fanno presto e bene. Gli avvocati che fanno penale nicchiano, sono in pochi ad averla. Sarà perché più le notifiche sono lente, più tempo dura il processo? E più facile è arrivare alla prescrizione?

Il Fatto Quotidiano, 4 novembre 2011

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