Servizio Pubblico, terzo “canale” in Italia Michele Santoro: “Rivolta contro il degrado tv”
Tre milioni di spettatori, share al 12 per cento e in centinaia di migliaia sul web per la prima puntata della nuova trasmissione del giornalista, la più vista dopo Raiuno e Canale 5. E' andata in onda su una multi-piattaforma di televisioni locali, radio e siti internet. E' la prima volta che accade. Il conduttore: "E' la nostra rivoluzione democratica e pacifica"
”Il risultato di ieri conferma che è in atto una rivolta contro il degrado della tv generalista occupata dai partiti, sia nel pubblico che nel privato. Lavoreremo per estendere questa rivolta, per trasformarla in rivoluzione. E la rivoluzione, a guardare il grande successo di ieri sera, è già cominciata”. Così Michele Santoro commenta lo straordinario risultato della prima puntata di Servizio Pubblico, il programma multipiattaforma andato in onda su Sky, su diverse tv locali e sul web. Le Tv regionali hanno avuto 2.276.418 spettatori e SkyTg24 Eventi 645.113, per uno share complessivo di 12,03 per cento. Sul web – spiega la redazione del programma – si realizza un risultato mai registrato i precedenza in Italia, e sicuramente tra i record a livello mondiale: 5 milioni di contatti e più di 300.000 utenti medi contemporanei. E’ stato anche l’evento live più seguito di sempre su Iphone e Ipad in Italia, con un picco di 4 mila utenti contemporanei.
Serviziopubblico.it è stato il primo canale per cinque ore sulla rete. Straordinario anche l’uso interattivo di Facebook durante il programma, con 120.000 risposte complessive ai sondaggi lanciati durante il programma; 55.000 nuovi “Mi piace” durante l’evento; 5.000 commenti allo streaming e #ServizioPubblico è stato il trending topic su Twitter per l’intera serata, con 2.500 follower in più durante l’evento. Grande soddisfazione anche da Radio Capital, dove i primi riscontri parlano di un successo.
”Da oggi, 4 novembre, si festeggia una doppia vittoria, la fine della televisione analogica”, commenta Sandro Parenzo, editore di Telelombardia. “La Post Televisione ha ridato il telecomando in mano ai cittadini”. L’emittente lombarda ha tirato la volata di “Servizio Pubblico” con punte di 500 mila spettatori e, sottolinea un comunicato dell’azienda, a livello regionale “ha registrato uno share medio del 10 per cento, con punte del 18”. Significa che la sola Telelombardia nella serata di giovedì ha attratto più spettatori di Raidue, Raitre, Retequattro, Italia Uno e La7, finendo terza assoluta nell’audience regionale dopo Raiuno (con “Don Matteo”) e Canale 5 (“Io canto”).
L’insieme delle reti che hanno trasmesso “Servizio Pubblico” si sono affermate come il terzo “canale” più visto in prima serata dopo Raiuno e Canale 5. In totale, ”Tre milioni di sonori schiaffi a chi ha determinato l’uscita di Michele Santoro dalla Rai”, sintetizza il consigliere d’amministrazione della tv di Stato Nino Rizzo Nervo.
“Voglio uno stadio pieno”, disse con il progetto ancora su carta. Ecco allora il Maracana di Michele Santoro con le sue torri in acciaio e i ragazzi dentro, le gru che reggono due cartelloni, il palco nudo che tiene insieme chi guarda, chi parla, chi ascolta. Sul ritornello dei ‘Soliti‘ di Vasco Rossi, ecco Santoro che cammina piano, si ferma. Ecco l’applauso, e si comincia: “Caro Biagi, caro Montanelli, so che siete molto in apprensione. So che siamo stati molto diversi, ma so che ci state seguendo con molta passione in questo momento. Non se ne può più di resistere, resistere, resistere. Ha ragione Monicelli: bisogna fare la rivoluzione. Questa è la nostra piccola rivoluzione. Né di destra né di sinistra, ma civile, democratica e pacifica”.
Il giornalista indica il pubblico: “Abbiamo centomila sottoscrizioni. Avete acceso queste luci, adesso potete accendere se volete Adriano Celentano, Daniele Luttazzi, Serena Dandini”, e ringrazia il Fatto che ci ha creduto. Ecco l’intervento di Marco Travaglio; Vauro incappucciato che annuncia catastrofi e tragedie: “Sono il padre della santa indignazione”, e via con la prima razione di vignette. Ecco che per una partita, che cambia le regole televisive, s’arriva presto. In gruppo con zaino in spalla, panini e acqua. Seguendo liturgie e scaramanzie, tempi e ritmi con i spettatori trasformati in comunità. Quella di Servizio Pubblico. Fermata metro di Cinecittà, traffico all’ora di punta, Andrea corre per le scale con Matteo, Gianluca, Laura e Paolo. Scherza, per esorcizzare il passato: “Che dite, stasera telefona il direttore generale Mauro Masi?”. Masi ha smesso (per sempre) con la Rai, Santoro per il momento.
Il programma è in scena. Non c’è un editore che verifica scaletta e ospiti. Non c’è più l’ossessione di circolari legali, esposti a presunte Autorità di controllo. Qui c’è un cantiere che funziona già: la televisione oltre la televisione, attraverso una multi-piattaforma che mescola Facebook, il satellite di Sky, il digitale terrestre, i siti di quotidiani, una radio. Servizio Pubblico è un po’ ovunque per sfuggire al controllo e per riaccendere quel circuito di emittenti regionali schiacciate dal duopolio Rai-Mediaset e spolpate con l’esproprio del governo per liberare le frequenze telefoniche. Nei corridoi che avvolgono lo studio c’è tensione, non timore. Addio quei lunghi ostacoli che minavano la partenza di Annozero. Le ansie: ora chiama Masi, ora arriva l’Agcom, ora il deputato del Pdl (il mitico Francesco Paolo Sisto) carica per farsi inquadrare.
Le paure: dovete rispettare l’orario di chiusura, dovete cronometrare l’intervento del politico di destra e del politico di sinistra. Paranoie che imprigionano viale Mazzini e le televisioni generaliste. La redazione completa le ultime riunioni, la regia prova le telecamere, e poi Vauro sale in camerino. E’ il segnale che manca poco. Studenti liceali parlano con mamma e papà, spiegano che studieranno domani, un po’ di più: “Mamma, siamo arrivati in anticipo. Sai è la prima volta. Domani sto sempre a casa, sabato nemmeno esco”. Giovanni e Bianca sono sardi, erano a Bologna per Raiperunanotte e Tuttinpiedi: “Oggi è il traguardo, anche la nostra festa”. Luca è nuovo: “Confesso, ero berlusconiano. Adesso non sono di sinistra, ma sono convinto che la libertà di espressione sia il bene più importante per una democrazia. Per questo sono qui”.
Il rapporto con il pubblico è quel senso di “stare in mezzo e in alto”, quel gruppo di sedie fra i piloni. I ragazzi che osservano – dai piani superiori – come si “licenzia la casta”, il primo titolo per la prima puntata. Perché senza” quel pubblico, così aderente anche fisicamente al programma, questa sera di “rivolta del telecomando”, per dirla con Santoro, mai ci sarebbe stata. C’è chi cerca e chiede come diavolo si può rescindere l’abbonamento con la Rai, c’è chi ha versato 10 euro per vedere di nuovo Santoro, Travaglio e Vauro in televisione. Sono centomila telespettatori, sono un milione di euro raccolto. Quelle sedie di legno, al centro di un muro di gente e di metalli mostrano che, nei giorni di titoli di Stato e debiti impazziti, nemmeno quaggiù si sta comodi. Lì ci sono l’imprenditore Diego Della Valle, che arriva in anticipo; il sindaco Luigi De Magistris; Luisella Costamagna, Franco Bechis e Paolo Mieli che devono fare le domande; Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo che raccontano il vizio di casta. E poi Valter Lavitola in collegamento, il latitante-faccendiere che trafficava con il sostegno del Capo. Che forse, oggi, avrebbe bisogno del suo estro fuori regola e fuori legge.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".
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Servizio Pubblico, terzo “canale” in Italia
Michele Santoro: “Rivolta contro il degrado tv”
Tre milioni di spettatori, share al 12 per cento e in centinaia di migliaia sul web per la prima puntata della nuova trasmissione del giornalista, la più vista dopo Raiuno e Canale 5. E' andata in onda su una multi-piattaforma di televisioni locali, radio e siti internet. E' la prima volta che accade. Il conduttore: "E' la nostra rivoluzione democratica e pacifica"
”Il risultato di ieri conferma che è in atto una rivolta contro il degrado della tv generalista occupata dai partiti, sia nel pubblico che nel privato. Lavoreremo per estendere questa rivolta, per trasformarla in rivoluzione. E la rivoluzione, a guardare il grande successo di ieri sera, è già cominciata”. Così Michele Santoro commenta lo straordinario risultato della prima puntata di Servizio Pubblico, il programma multipiattaforma andato in onda su Sky, su diverse tv locali e sul web. Le Tv regionali hanno avuto 2.276.418 spettatori e SkyTg24 Eventi 645.113, per uno share complessivo di 12,03 per cento. Sul web – spiega la redazione del programma – si realizza un risultato mai registrato i precedenza in Italia, e sicuramente tra i record a livello mondiale: 5 milioni di contatti e più di 300.000 utenti medi contemporanei. E’ stato anche l’evento live più seguito di sempre su Iphone e Ipad in Italia, con un picco di 4 mila utenti contemporanei.
Serviziopubblico.it è stato il primo canale per cinque ore sulla rete. Straordinario anche l’uso interattivo di Facebook durante il programma, con 120.000 risposte complessive ai sondaggi lanciati durante il programma; 55.000 nuovi “Mi piace” durante l’evento; 5.000 commenti allo streaming e #ServizioPubblico è stato il trending topic su Twitter per l’intera serata, con 2.500 follower in più durante l’evento. Grande soddisfazione anche da Radio Capital, dove i primi riscontri parlano di un successo.
”Da oggi, 4 novembre, si festeggia una doppia vittoria, la fine della televisione analogica”, commenta Sandro Parenzo, editore di Telelombardia. “La Post Televisione ha ridato il telecomando in mano ai cittadini”. L’emittente lombarda ha tirato la volata di “Servizio Pubblico” con punte di 500 mila spettatori e, sottolinea un comunicato dell’azienda, a livello regionale “ha registrato uno share medio del 10 per cento, con punte del 18”. Significa che la sola Telelombardia nella serata di giovedì ha attratto più spettatori di Raidue, Raitre, Retequattro, Italia Uno e La7, finendo terza assoluta nell’audience regionale dopo Raiuno (con “Don Matteo”) e Canale 5 (“Io canto”).
L’insieme delle reti che hanno trasmesso “Servizio Pubblico” si sono affermate come il terzo “canale” più visto in prima serata dopo Raiuno e Canale 5. In totale, ”Tre milioni di sonori schiaffi a chi ha determinato l’uscita di Michele Santoro dalla Rai”, sintetizza il consigliere d’amministrazione della tv di Stato Nino Rizzo Nervo.
“Voglio uno stadio pieno”, disse con il progetto ancora su carta. Ecco allora il Maracana di Michele Santoro con le sue torri in acciaio e i ragazzi dentro, le gru che reggono due cartelloni, il palco nudo che tiene insieme chi guarda, chi parla, chi ascolta. Sul ritornello dei ‘Soliti‘ di Vasco Rossi, ecco Santoro che cammina piano, si ferma. Ecco l’applauso, e si comincia: “Caro Biagi, caro Montanelli, so che siete molto in apprensione. So che siamo stati molto diversi, ma so che ci state seguendo con molta passione in questo momento. Non se ne può più di resistere, resistere, resistere. Ha ragione Monicelli: bisogna fare la rivoluzione. Questa è la nostra piccola rivoluzione. Né di destra né di sinistra, ma civile, democratica e pacifica”.
Il giornalista indica il pubblico: “Abbiamo centomila sottoscrizioni. Avete acceso queste luci, adesso potete accendere se volete Adriano Celentano, Daniele Luttazzi, Serena Dandini”, e ringrazia il Fatto che ci ha creduto. Ecco l’intervento di Marco Travaglio; Vauro incappucciato che annuncia catastrofi e tragedie: “Sono il padre della santa indignazione”, e via con la prima razione di vignette. Ecco che per una partita, che cambia le regole televisive, s’arriva presto. In gruppo con zaino in spalla, panini e acqua. Seguendo liturgie e scaramanzie, tempi e ritmi con i spettatori trasformati in comunità. Quella di Servizio Pubblico. Fermata metro di Cinecittà, traffico all’ora di punta, Andrea corre per le scale con Matteo, Gianluca, Laura e Paolo. Scherza, per esorcizzare il passato: “Che dite, stasera telefona il direttore generale Mauro Masi?”. Masi ha smesso (per sempre) con la Rai, Santoro per il momento.
Il programma è in scena. Non c’è un editore che verifica scaletta e ospiti. Non c’è più l’ossessione di circolari legali, esposti a presunte Autorità di controllo. Qui c’è un cantiere che funziona già: la televisione oltre la televisione, attraverso una multi-piattaforma che mescola Facebook, il satellite di Sky, il digitale terrestre, i siti di quotidiani, una radio. Servizio Pubblico è un po’ ovunque per sfuggire al controllo e per riaccendere quel circuito di emittenti regionali schiacciate dal duopolio Rai-Mediaset e spolpate con l’esproprio del governo per liberare le frequenze telefoniche. Nei corridoi che avvolgono lo studio c’è tensione, non timore. Addio quei lunghi ostacoli che minavano la partenza di Annozero. Le ansie: ora chiama Masi, ora arriva l’Agcom, ora il deputato del Pdl (il mitico Francesco Paolo Sisto) carica per farsi inquadrare.
Le paure: dovete rispettare l’orario di chiusura, dovete cronometrare l’intervento del politico di destra e del politico di sinistra. Paranoie che imprigionano viale Mazzini e le televisioni generaliste. La redazione completa le ultime riunioni, la regia prova le telecamere, e poi Vauro sale in camerino. E’ il segnale che manca poco. Studenti liceali parlano con mamma e papà, spiegano che studieranno domani, un po’ di più: “Mamma, siamo arrivati in anticipo. Sai è la prima volta. Domani sto sempre a casa, sabato nemmeno esco”. Giovanni e Bianca sono sardi, erano a Bologna per Raiperunanotte e Tuttinpiedi: “Oggi è il traguardo, anche la nostra festa”. Luca è nuovo: “Confesso, ero berlusconiano. Adesso non sono di sinistra, ma sono convinto che la libertà di espressione sia il bene più importante per una democrazia. Per questo sono qui”.
Il rapporto con il pubblico è quel senso di “stare in mezzo e in alto”, quel gruppo di sedie fra i piloni. I ragazzi che osservano – dai piani superiori – come si “licenzia la casta”, il primo titolo per la prima puntata. Perché senza” quel pubblico, così aderente anche fisicamente al programma, questa sera di “rivolta del telecomando”, per dirla con Santoro, mai ci sarebbe stata. C’è chi cerca e chiede come diavolo si può rescindere l’abbonamento con la Rai, c’è chi ha versato 10 euro per vedere di nuovo Santoro, Travaglio e Vauro in televisione. Sono centomila telespettatori, sono un milione di euro raccolto. Quelle sedie di legno, al centro di un muro di gente e di metalli mostrano che, nei giorni di titoli di Stato e debiti impazziti, nemmeno quaggiù si sta comodi. Lì ci sono l’imprenditore Diego Della Valle, che arriva in anticipo; il sindaco Luigi De Magistris; Luisella Costamagna, Franco Bechis e Paolo Mieli che devono fare le domande; Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo che raccontano il vizio di casta. E poi Valter Lavitola in collegamento, il latitante-faccendiere che trafficava con il sostegno del Capo. Che forse, oggi, avrebbe bisogno del suo estro fuori regola e fuori legge.
da Il Fatto Quotidiano del 4 novembre 2011
Aggiornato dalla redazione web alle 19,08
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".