Il governo sta per stanziare 40 milioni per far fronte all’emergenza ligure prelevandoli dal sistema nazionale delle accise, altri 14,5 dovrebbero arrivare dalla Regione Liguria. Questione di ore. Ma dopo l’ennesima tragedia alluvionale scoppia la polemica sui fondi-fantasma per un piano nazionale di prevenzione del dissesto idrogeologico che non è mai partito. Perché i fondi che erano previsti dal 2009 sono spariti. Svuotati dai tagli lineari dello stesso governo che li aveva promessi. A raccontarlo è il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nel corso di un’audizione del 3 novembre scorso, giusto il giorno prima della tragedia di Genova. La seduta termina con un ordine del giorno che chiede l’immediato ripristino del fondo ma oggi, con la conta dei morti a Genova, la testimonianza del ministro ha il sapore amaro di una enorme sconfitta politica.
Le risorse sono state destinate il 6 novembre del 2009 e prevedevano il reperimento di un miliardo di euro proveniente dai fondi Fas destinati a interventi di risanamento ambientale. Poi sono arrivati i tagli. La Finanziaria 2010 aveva stanziato risorse per 2,1 milioni che si sono ridotte a 800 e sono poi state utilizzate in gran parte per far fronte ai danni provocati dall’alluvione del dicembre 2009 in Liguria, Toscana ed Emilia e per far fronte alle spese conseguenti allo stato di emergenza in Veneto, Campania e Sicilia. “Ad oggi – conclude la Prestigiacomo – al ministero dell’Ambiente non è stata assegnata alcuna risorsa per il piano e, tenuto conto che anche le risorse FAS regionali non sono in molti casi ancora disponibili, di fatto il piano straordinario per il dissesto in molte regioni è ancora fermo al palo”. Una resa.
Così il senatore Pd Roberto Della Seta non fatica molto a stabilire un collegamento tra le tragedie e la politica dei tagli lineari del governo: “Se nessuno le previene quando riceve un ampio mandato per farlo, poi le tragedie accadono davvero. Non è speculazione ma sono fatti che abbiamo tutti sotto gli occhi. Poi se Berlusconi ha l’impudenza di dare la colpa alle vittime dicendo che si è costruito troppo dove non si doveva basta ricordare che i condoni in Italia portano la sua firma”. Anche il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando chiede al governo di ripristinare i fondi promessi e mai arrivati.
Fa sua la denuncia anche Wwf Italia che gira il coltello nella piaga. “Anche nella finanziaria 2012 sono spariti i 500 milioni di fondi per la prevenzione del dissesto idrogeologico promessi da presidente del Consiglio e dal ministro dell’Economia e delle Finanze”. Lo stanziamento, aggiunge l’associazione ambientalista, “doveva essere coperto con i proventi della vendita all’asta delle frequenze della banda larga e da una quota dei Fondi Fas, poi dimezzati da 7,137 miliardi a 3,786”.
Da una parte si riducono i fondi, dall’altra aumentano gli episodi di alluvioni con effetti devastanti. Lo documenta l’agenzia ministeriale Ispra che ha calcolato negli ultimi 80 anni 5.400 alluvioni e 11.000 frane, con 70.000 persone coinvolte e oltre 15 miliardi di euro di danni, registrati solo negli ultimi 20 anni.
Ma se il governo ha tolto allo Stato le risorse pubbliche per intervenire preventivamente, ora lo fa sull’orlo dell’emergenza e solo per tamponare la falla. E’ attesa a ore la firma di Berlusconi su una specifica ordinanza che assegna fondi alla Protezione Civile.
E intanto il Paese reale si è già mobilitato da un pezzo. Il cardinale Bagnasco ha subito annunciato lo stanziamento di un milione di euro dai fondi dell’otto per mille. Continua la campagna di La7 e Corriere della Sera per la donazione di 2 euro con un sms al 45500 da rete mobile. Anche nella manifestazione di oggi a piazza San Giovanni si raccolgono fondi tramite sottoscrizione pubblica per gli alluvionati di Lunigiana e Liguria. La Tv si mobilita questa sera su Rai Uno. Durante la puntata di “Ti lascio una canzone”, i proventi di tutte le telefonate da casa saranno a scopo benefico.