Trentasette morti, mille sfollati e una miriade di promesse che hanno trasformato Silvio Berlusconi in un “presidente menzognero”. Così lo chiamavano nel natale 2010 a Giampilieri, in provincia di Messina, i sopravvissuti all’ondata di fango del 2009. Così lo chiamano un anno dopo i parenti delle vittime oramai esausti di visite in pompa magna e annunci della presidenza del Consiglio e dei vari ministri.
Promesse proporzionali all’indice di gradimento di B. tanto che quest’estate, mentre saliva la tensione tra il governo e i deputati di centro destra del Sud, un comunicato del ministero dello Sviluppo Economico annunciava lo stanziamento di 160 milioni di euro “a valere sul Par Fas 2007-2013 al fine dell’emissione di ordinanze integrative di protezione civile relative ai due eventi calamitosi verificatisi nella provincia di Messina e per i quali è già stato dichiarato lo stato di emergenza”. Era il 5 agosto. Come fosse un gioco, lo stesso giorno, a distanza di poche ore, la conferenza delle Regioni annunciava che la cifra era salita a 205,8 milioni di euro: a tre mesi di distanza, in Sicilia, ancora non si vede un quattrino.
E Berlusconi si è superato firmando un’ordinanza di destinazione dei fondi non idonea alla spesa. Di tutta risposta il capo della protezione civile Franco Gabrielli è stato costretto a scrivere una lettera al ministro Giulio Tremonti ribadendo la necessità di intervenire perché “gli obiettivi fissati dal patto interno di stabilità per il 2011 dalla Regione Sicilia non consentirebbero al dipartimento regionale della protezione civile, che funge da struttura di supporto al commissario, di utilizzare le somme stanziate dall’ordinanza in questione”. Il rischio è che i lavori di costruzione dei canali di gronda restino bloccati, le opere incomplete e i cittadini sfollati. Il governatore siciliano Raffaele Lombardo, nominato da B. commissario straordinario, si è detto allarmato, ma non è rimasto con le mani in mano. Avvalendosi dei poteri commissariali Lombardo ha speso 396mila euro in consulenze, tra le quali spicca un giovane poco più che ventenne, componente del comitato “salviamo Giampilieri”, che nel curriculum spiega di occuparsi di “pianobar” e di essere “organista di matrimoni su richiesta”.
Quando piove i cittadini della provincia di Messina dormono sonni poco tranquilli, il quartiere distrutto è rimasto tale e quale nonostante siano trascorsi due anni dal giorno della tragedia. Le montagne a rischio frana fanno ancora paura e il consolidamento non è stato completato. E dire che, secondo Berlusconi, già nel natale 2010, i cittadini potevano “rientrare nelle case messe in sicurezza”. Il video qui sotto è stato girato un anno fa e da allora niente è cambiato. B. è ancora il “presidente menzognero”.