Il gup di Milano, Elisabetta Meyer, ha condannato l’ex agente dei vip, Lele Mora, a 4 anni e 3 mesi di reclusione e all’interdizione dalla gestione di impresa per un periodo di dieci anni. Il giudice si è riservato di decidere sulla scarcerazione dell’agente dei vip chiesta dai suoi legali. Mora si trova nel carcere di Opera dal giugno scorso con l’accusa di bancarotta fraudolenta aggravata per il fallimento di una delle sue società, la LM Management. “Il nostro assistito sta molto male, è dimagrito di 30 chili”, ha affermato uno dei suoi legali, Nicola Avanzi, al termine dell’udienza. Il giudice deciderà se concedergli i domiciliari o la libertà entro i prossimi cinque giorni.
Stando alle indagini, Mora, in carcere dal 20 giugno, avrebbe distratto circa 8,5 milioni di euro dalle casse della sua società, fallita nel giugno 2010. Secondo l’accusa, parte di quei soldi sarebbero stati trasferiti all’estero e mai rintracciati e anche per questo i pm, che hanno ‘acceso’ delle rogatorie in Svizzera, hanno dato parere negativo ai domiciliari. Per il Riesame – che il 9 settembre scorso aveva confermato il carcere per l’impresario – Mora potrebbe fuggire avvalendosi anche della sua “rete di relazioni”. Oggi in udienza era presente anche l’avvocato Salvatore Sanzo, curatore fallimentare della Lm Management.
Resta invece aperta l’inchiesta per concorso in bancarotta a carico del direttore del Tg4 Emilio Fede e di un collaboratore di Mora. Il talent scout, infatti, aveva riferito ai magistrati di aver ottenuto un prestito da oltre 2,8 milioni di euro da Silvio Berlusconi, attraverso il manager Giuseppe Spinelli. Una parte di quei soldi, circa 1,2 milioni di euro, sarebbe stata trattenuta come “intermediazione” da Fede. I pm, che hanno cercato di scovare il presunto ‘tesoretto’ estero di Mora, hanno trovato tracce di rapporti economici Mora-Fede.
Per Mora, intanto, il prossimo 21 novembre si aprirà il processo per il caso Ruby. Imputati anche Fede e Nicole Minetti. A carico dell’agente dei vip, infine, è ancora aperta un’inchiesta per bancarotta per il crac della Diana Immobiliare (società della figlia, anche lei indagata) e per il suo fallimento come imprenditore individuale.