
Quattro miserabili punti (base) di spread. Da un differenziale di 491 registrato in mattinata a una variazione di 487 segnalata poco dopo la chiusura delle borse. In mezzo le indiscrezioni “autorevoli” – per lo meno tale sembrava quella del fedelissimo Giuliano Ferrara – sulle dimissioni del premier, e le smentite perentorie del diretto interessato che accompagnano i mercati nell’altalena di giornata. Alla fine, insomma, resta tutto immutato ma in realtà, a ben vedere, non è affatto così. Visto che, ed è questa la vera notizia di giornata, nel giro di un paio d’ore il premier presumibilmente uscente è riuscito a dimostrare suo malgrado ciò che gli analisti avevano intuito da tempo: i mercati scommettono sull’opportunità di un governo tecnico sfiduciando, a questo punto in via definitiva, la continuità dell’attuale esecutivo.
Spread in volo così come l’interesse sul Btp, borsa in discesa sotto i contraccolpi del mercato obbligazionario: a prima vista sembrava l’ennesimo lunedì nero dei mercati. Poi, improvvisamente, le prime voci sulle possibili dimissioni del premier avevano fatto perdere quota allo spread, ridando ossigeno alle borse (dove la tendenza è rimasta tale fino alla chiusura delle contrattazioni, +1,32% il risultato finale di Milano). In molti ci avevano sperato, ma in seguito la smentita dello stesso premier avrebbe nuovamente invertito la tendenza. Rimarcando la forza di un’ondata speculativa ormai conclamata: la credibilità dell’esecutivo italiano sta ormai a zero, ma il gioco al ribasso sembra essere andato fuori controllo.
Tra spinte speculative, panic selling, corsa ai beni rifugio (bund, franchi svizzeri, yen…) e disperato sostegno, la partita sui titoli italiani sembra essersi ridotta allo scontro tra due tendenze: quella incarnata dalla Bce, acquirente privilegiata di quei Btp di cui si stanno liberando un po’ tutti (singole banche centrali comprese), e i fondi Usa, da tempo registi della speculazione sull’Europa. Uno scontro percepito oggi soprattutto sul fronte dei derivati. Un rapido calcolo per comprendere meglio la situazione. Il debito italiano ammonta a circa 1.900 miliardi di euro, il valore dei titoli di stato in circolazione è pari a circa 1.500 miliardi. Il 60% è sottoscritto da investitori italiani, il restante 40 è diviso tra le casse della Bce e il portafoglio dei fondi speculativi. Ora, la Banca centrale europea possiede circa 100 miliardi di euro di titoli italiani ed è pronta a raddoppiare la cifra. Restano in ballo circa 400 miliardi che, come detto, sono oggetto di gioco al ribasso. Ma come avviene questa speculazione? Proprio attraverso i derivati, come si diceva, ovvero tramite i contratti differiti di acquisto, i famosi futures che, assicurano i trader, sarebbero oggi soggetti a una leva di almeno 10 a 1. Come a dire che i fondi Usa starebbero movimentando un controvalore di debito pari a circa 4 mila miliardi di euro.
Tutto chiaro? Un raffronto per capirne di più. I contratti futures nascono per garantire l’acquirente di fronte ai rischi di oscillazione dei prezzi. Nel mercato petrolifero, per esempio, un future a 30 giorni fissa in anticipo il prezzo cui sarà acquistato tra un mese un barile di petrolio a prescindere da quello che sarà il suo effettivo valore di mercato in quel momento. Una scommessa, insomma, che di fronte a grandi movimenti di capitali può rivelarsi spesso vincente. E sì, perché i dati sui futures diventano spesso il principale segnale sull’andamento di breve periodo del mercato, ovvero l’indicatore numero uno della speculazione, l’indizio principale sulla direzione, rialzista o ribassista, del vento. Solo che, come si dice in questi casi, per ogni barile reale se ne muovono dieci di carta, il che significa che per ogni contratto realmente utile all’acquisto del sottostante ce ne sono dieci utilizzati al solo scopo speculativo. Ebbene, sul fronte del debito italiano starebbe accadendo proprio questo. Il controvalore delle obbligazioni sovrane effettivamente in gioco resta di circa 400 miliardi, ma i derivati mossi dagli speculatori valgono più o meno 4 mila miliardi.
Allo stato attuale delle cose, insomma, l’Italia resta vittima designata della speculazione. A meno che, si diceva, qualcosa non cambi al più presto. “Potremmo essere ormai all’ondata finale dell’attacco, con il mercato pronto a scommettere sulla formazione di un governo tecnico” spiegava questa mattina Filippo Montesi Righetti, consigliere di Banca Ifigest e trader di lungo corso. “E’ probabile che con la formazione di un nuovo esecutivo allargato si finisca per recuperare almeno un punto percentuale (100 punti base, ndr) di spread e a quel punto tutto ripartirebbe, dalla Borsa tuttora pesantemente ribassata alle banche che riconquisterebbero fiducia”. Intendiamoci, il mercato non ha mai dato né mai darà giudizi di merito. Si limita a seguire un certo trend e quest’ultimo, come si diceva, è ormai chiaro. Tutti si aspettano che alle dimissioni di Berlusconi e alla formazione di un nuovo governo segua un generale rialzo. E nel mercato, si sa, le profezie si avverano quasi sempre da sole.
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18.00 – Spread sopra 490 punti. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti ha superato quota 490 punti. Alle 17,48 era a 491,6 e pochi minuti prima delle 18 segna 490,1 punti. Il rendimento decennali è risalito al 6,690%.
17.34 – Borse europee chiudono in calo, tranne Milano. Chiusura in ribasso per le principali borse europee. Si salva solo Piazza Affari che termina la seduta con un guadagno dell’1,32%. Il Cac di Pargi ha perso lo 0,7% a 3.101 punti, come il Dax di Francoforte che si è fermato a 5.924 punti. L’Ftse 100 di Londra ha invece lasciato sul terreno lo 0,41% a 5.504 punti. In territorio negativo anche Wall Street: il Dow Jones è in calo dello 0,45% e il Nasdaq dello 0,99%.
17.30 – Utile aggregato banche europee -25,5% nel primo semestre del 2010. Nei primi 6 mesi dell’anno i principali gruppi bancari europei hanno segnato un utile aggregato in calo di 10,6mld di euro (-25,5%) sul I semestre 2010. Lo evidenzia il rapporto ‘R&S’ di Mediobanca.
17.25 – Risale il rendimento dei Btp decennali. Torna ad allargarsi lo spread Btp-Bund che supera di nuovo i 480 punti base (487). Il rendimento del titolo italiano a 10 anni è risalito al 6,67%.
17.22 – Sacconi: “Bene appello imprenditori ad acquisto Btp”. “Penso che gli imprenditori che hanno lanciato l’appello per l’acquisto di Btp abbiano fatto bene perchè oltrechè dare un contributo all’Italia, sono convenienti”. Così, da Treviso, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi risponde all’appello lanciato da alcuni imprenditori ai colleghi di acquistare titoli del Tesoro.
17.08 – Schauble: “Nervosismo dei mercati nei confronti dell’Italia ingiustificato”. “I dati sull’economia reale non giustificano il nervosismo” dei mercati nei confronti dell’Italia. E’ quanto ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, al suo arrivo a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo.
17.02 – Cameron: “Situazione Italia richiede piano credibile”. ”La situazione in Italia sottoline aulteriormente la necessità di un piano credibile per affrontare il debito e assicurare la fiducia dei mercati”. Lo ha detto al Question Time alla Camera dei Comuni il primo ministro britannico David Cameron.
16.51 – Listi europei in calo, tranne Piazza Affari. Vanno tutte giù le Borse europee, seguendo i cali a Wall Street. Resta in positivo solo Milano, che pure riduce i guadagni, ma guadagna l’1,74%. I differenziali tra i btp italiani e i bund tedeschi viaggiano intanto a 475 punti. L’indice Euro Stoxx 50 cede lo 0,26%. Stoccolma lascia l’1,53%, Parigi lo 0,33%, Francoforte lo 0,44%.
16.45 – Euro chiude in leggero recupero. L’euro recupera e si riporta sopra 1,37 dollari in una giornata animata dalle ultime evoluzioni politiche in Grecia e in Italia. La moneta comune, che aveva toccato un minimo di seduta a 1,3679, passa di mano per 1,3765 dollari e 107,44 yen, sopra i livelli dell’apertura. Lo yen si rafforza sul dollaro a 78,02.
16.31 – Rehn: “Italia deve prendere decisioni più coraggiose”. L’Italia “deve prendere decisioni più coraggiose per stimolare la crescita”. Lo ha dichiarato il commissario Ue agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn. “E’ essenziale che l’Italia si attenga ai suoi obiettivi fiscali e intensifichi le riforme strutturali necessarie per stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro” ha aggiunto Rehn.
16.09 – Junker: “Informare eurogruppo su intenzioni dell’Italia”. L’Eurogruppo, che si riunisce questo pomeriggio, deve essere informato sulle “intenzioni del governo italiano”. L’Italia e la Grecia saranno infatti i due temi principali della riunione odierna. Lo ha affermato il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker.
16.04 – Aumentati gli acquisti di bond italiani con presidenza Draghi. Da quando Mario Draghi è entrato in carica come presidente, la Bce ha acquistato più titoli di debito italiani rispetto al periodo immediatamente precedente. Nella prima settimana di novembre la Bce ha comprato sul mercato secondario titoli italiani per un valore di 9,5 miliardi di euro; nella settimana precedente erano stati impiegati per lo stesso scopo invece circa 4 miliardi. Da maggio del 2010 la Bce ha acquistato bond per un valore complessivo di 183 miliardi di euro.
15.57 – Wall Street gira in positivo. Il Dow Jones sale dello 0,48% a 12.040,73 punti, il Nasdaq avanza dello 0,18% a 2.691,84 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,45% a 1.258,82 punti.
15.54 – Spread a 465 punti. Lo spread tra il bund tedesco e il btp decennale italiano è sceso a 465,79 punti, dopo il picco toccato oggi a quota 491.
15.43 – Ecofin: “Rischio spirale negativa” sulle banche. La crisi del debito sovrano “sta mettendo in crisi le banche”, e “potrebbe trasformarsi in una crisi del settore finanziario”. Nella Ue “si rischia una spirale negativa”, visto che “ci sono grossi problemi per il rifinanziamento di certe banche”. Lo ha detto il presidente di turno dell’Ecofin, il ministro polacco delle Finanze Jacek Rostowski, in un’audizione davanti al Parlamento europeo.
15.54 – Wall Street apre in calo. Apertura debole per la borsa di New York. Il Dow Jones cede lo 0,05% a 11.977,34 punti, lo S&P 500 arretra dello 0,06% a 1.252,45 punti, il Nasdaq segna -0,16% a 2.681,87 punti.
15.48 – Milano in crescita (+2,48%). Piazza Affari ha ripreso a correre.L’indice Ftse Mib sale in questo momento del 2,48%. Gli acquisti si concentrano su Intesa (+5,15%), Fiat (+5,12%), Mediobanca (+5,08%) e Unicredit (+4,25%).
14.45 – Spread a 467. A Milano volano le banche e Fiat. Continua a scendere il differenziale tra Btp e Bund. A Piazza Affari, la maglia rosa va a Mediobanca (+5,82%) seguita da Intesa Sanpaolo (+5,15%). Brilla la galassia Agnelli con Fiat a 4,344 euro (-4,93%). Bene anche Fiat Industrial a 6,535 (+4,06%) mentre la holding Exor quota a 15,84 euro (+2,39%).
14.44 – Idv: “Balletto sulle dimissioni di Berlusconi favorisce le sue aziende”. “Quanto costa al Paese e all’Italia il balletto che Berlusconi sta facendo sulle sue dimissioni, e quanto ci stanno guadagnando le aziende di famiglia che sanno in anticipo le mosse del premier e stanno condizionando i mercati?”. Lo chiede in un’interrogazione il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti. “A mio parere – aggiunge – si profila il reato di aggiotaggio”.
13.54 – Spread Btp-Bund sotto quota 470 punti. Sempre in altalena lo spread tra Btp eBund che ora stringe sotto quota 470 punti base (469,8). Il tasso di rendimento del decennale italiano è sceso al 6,51%
13.47 – A livelli record Btp a 5 e 2 anni. Insieme al Btp decennale sono sottotensione anche i tioli di Stato a cinque anni e due anni. Sul mercato secondario l’interesse del Btp quinquennale è a livelli record, attestandosi al 6,57%, mentre il titolo biennale paga un rendimento del 6%
13.01 – Berlusconi smentisce dimissioni, spread risale e Piazza Affari rallenta. “Ho parlato poco fa con il presidente Berlusconi che mi ha detto che le voci sulle sue dimissioni sono destituite di fondamento”: è quanto dichiarato dal presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. Immediata la reazione dei mercati: lo spread è tornato a salire fino a quota 481, prima di assestarsi a 471. Il rendimento del decennale, invece, sale al 6,58%. Rallenta il passo anche Piazza Affari dopo la smentita del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi circa le proprie imminenti dimissioni. Il Ftse Mib sale dell’1,7% a 15.602 punti.
12.57 – Spread sotto quota 470. Mentre l’indice Ftse Mib continua a salire, si restringe ancora il differenziale tra i Btp decennali e i bund tedeschi equivalenti. Lo spread è sceso sotto 470 punti a 469,7 punti, mentre il rendimento si attesta al 6,50%.
12.53 – Ue: lettera italiana ha limiti oggettivi. “La lettera inviata dall’Italia ha dei limiti oggettivi, non c’è ad esempio un’analisi economica delle misure o l’impatto sul bilancio e nemmeno i dettagli della riforma del lavoro”: lo ha detto oggi il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn, spiegando che una lettera ha “dei limiti strutturali ma i mercati chiedono chiarezza”.
12.45 – Ue: missione a Roma si fa lo stesso anche se dimissioni premier. La missione della Ue andrà ugualmente in Italia anche se dovesse cambiare il governo: lo ha detto oggi il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn.
12.36 – La conferma c’è: Piazza Affari scommette su dimissioni di Berlusconi. Il mercato scommette sulle dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E’ quanto afferma un responsabile di sala operative commentando l’improvviso rialzo della borsa con il Ftse Mib in crescita del 2,34% a 15.680 punti, mentre il differenziale tra Btp e Bund scende a 472 punti.
12.34 – La Francia corre ai ripari contro il possibile contagio. Innalzamento dell’Iva e delle tasse aziendali e anticipazione di un anno – al 2017 – della riforma delle pensioni: sono queste le misure chiave annunciate dal premier francese Francois Fillon, che oggi ha annunciato il nuovo piano di rigore per consentire alla Francia di risparmiare 100 miliardi di euro per raggiungere l’equilibrio di bilancio nel 2016.
12.32 – Spread a 471: è l’effetto dimissioni. Le voci su possibili dimissioni del premier Silvio Berlusconi fanno crollare lo spread tra il Btp e il Bund. Il differenziale tra i due titoli cala a 471 punti base dai 490 di stamane. In discesa anche il rendimento del decennale al 6,53% dal 6,66%.
12.27 – Spread scende ancora: 472. Le voci di dimissione del premier continuano a incidere sull’andamento del differenziale: ora lo spread è a quota 472 punti.
12.24 – Ue: aspettiamo dettagli da Tremonti su lettera inviata. “Ci aspettiamo che oggi il ministro Tremonti spieghi all’Eurogruppo i dettagli della lettera di impegni inviata alla Ue dall’Italia”: lo ha detto oggi il portavoce del commissario Ue agli affari economici, spiegando che gli esperti di Bruxelles saranno a Roma in settimana
12.16 – Vola Milano, lo spread scende ancora. Il differenziale tra Btp decennali e bund tedeschi equivalenti è sceso a 473 punti per un rendimento del 6,545%. In apertura lo spread aveva macinato nuovi massimi storici fino a sfondare quota 490 punti. L’Europa prova a mettere un freno ai ribassi, mentre Milano corre e l’indice Ftse Mib registra un progresso del 3,07% a 15.815 punti. Bene Francoforte (-0,07%), recupera Parigi (-0,08%), positiva Atene (+1,23%).
12.09 – Scende lo spread: 477 punti e sale Piazza Affari. Continua a scendere lo spread, che ora è a quota 477 punti. Amplia il rialzo Piazza Affari, conil Ftse Mib in crescita del 2% a 15.655 punti mentre il differenziale tra Btp e Bund si riduce sotto quota 480 punti. Fiat segna un rialzo del 5,8% a 4,38 euro, Intesa Sanpaolo del 4,26% a 1,17 euro e Unicredit sale del 5% a 0,81 euro.
12.06 – Milano tenta il rimbalzo: + 1,2%. I listini europei riducono le perdite mentre Piazza Affari conquista la maglia rosa e tenta il rimbalzo. Pochi minuti prima delle 12 il Ftse Mib guadagna l’1,20% a 15.528 punti.
12.05 – Spread risale a 484 punti. Lo spread Btp-Bund cala leggermente a 484 punti a mezzogiorno. Anche il rendimento del decennale risulta in lieve calo al 6,62%.
12.00 – Piazza Affari in ripresa. Gira in positivo Piazza Affari con il Ftse Mib in rialzo dello 0,72% a 15.455 punti. Corrono Fiat (+3,24%), Pirelli (+2,24%) e Intesa Sanpaolo (+1,77%). Bene Banco Popolare (+1,21%) e Unicredit (+1,09%), mentre Mps (-2,01%) cede la maglia nera a Lottomatica (-2,19%). Difficoltà anche per Mediaset (-1,86%).
11.50 – A dicembre nuovo G20 ‘finanziario’. I ministri delle Finanze del G20 si incontreranno a dicembre per discutere del potenziamento delle risorse a disposizione del Fmi. Lo riferisce il vice ministro delle Finanze sudcoreano, Choi Jong Ku. I dettagli del vertice, ha spiegato Choi, sono ancora da definire.
11.39 – Ue: no commenti su situazione politica Italia. La Commissione europea non commenta le dichiarazioni di ieri sera del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sull’attuale situazione politica in Italia e preferisce aspettare l’aggiornamento di questa sera a Bruxelles del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sugli impegni presi dal governo per far fronte alla crisi.
11.35 – Euro sotto quota 1,37 dollari. L’euro scivola sotto quota 1,37dollari con l’Italia nel mirino dei mercati internazionali. La moneta unica cala a 1,3686 dollari da 1,3770 di stamane.
11.21 – Piazza Affari ancora nervosa. Si conferma nervosa Piazza Affari, che dopo oltre due ore di contrattazioni vede il Ftse Mib cedere l’1,19% a 15.163 punti, dopo un tentativo di recupero, con l’indice di riferimento salito fino a cedere lo 0,5%. Sul paniere delle blue chips prevale il segno meno, con Mps (-3,49%), maglia nera preceduta da Lottomatica (-3,09%), Finmeccanica (-2,73%), Mediaset (-2,63%), Enel (-1,94%) e Telecom (-1,9%). Solo 5 i titoli in rialzo: Fiat (+1,06%), Fiat Industrial (+0,72%), Campari (+0,64%), Buzzi (+1,28%) e Banco Popolare (+0,2%). Poco mossa Intesa Sanpaolo (-0,09%) a differenza di Unicredit (-1,16%) e Bpm (-1,58%).
11.18 – Bloomberg: con tassi al 7%, esborso 2012 +8,7 miliardi. Con un interesse sui titoli in rialzo al 7%, l’Italia nel 2012 si troverebbe a pagare 8,7 miliardi di euro in più sulla totalità del debito in scadenza, secondo i dati di Bloomberg. L’anno prossimo Roma dovrà rifinanziare 307 miliardi di titoli in scadenza.
11.00 – In ribasso le vendite al dettaglio nell’Eurozona. Frenano a settembre le vendite del commercio al dettaglio in Europa: il dato Eurostat evidenzia una flessione dello 0,7% nell’Eurozona che si riduce allo 0,3% nell’Ue a 27 paesi. In agosto, il dato era invariato in Ue e in aumento dello 0,1% nell’Eurozona. In particolare, è rimasto stabile il dato sul settore “alimentazione, bevande, tabacchi” (+0,1% nell’Ue27) mentre quello non alimentare e’ sceso dello 0,8% nei 17 paesi della moneta Unica e dello 0,9% nell’Ue.
10.46 – Record per rendimento Btp biennale. Il rendimento dei Btp a due anni è salito a un massimo storico del 6,31%.
10.44 – Male anche lo spread francese. Cresce la pressione sui titoli di Stato francesi a dieci anni. Lo spread col bund tedesco vola al record storico di 131,3 punti base, mentre il rendimento sale al 3,09%
10.41 – Piazza Affari in ripresa. Punta alla parità Piazza Affari dopo due ore e mezza di contrattazioni, con il Ftse Mib in calo dello 0,5% a 15.286 punti, favorito da Fiat (+2,9% a 4,27 euro), Fiat Industrial (+1,91%) e Campari (+1,45%). Prevale comunque ancora il segno meno, con Mps (-3,45%) e Mediaset (-1,94%), mentre riduce il calo di Unicredit (-0,71%) e Intesa Sanpaolo (+0,27%) si porta sopra la parità insieme al Banco Popolare (+1,01%). Acquisti su Buzzi (+1,28%) dopo la trimestrale della controllata Dyckerhoff.
10.39 – Spread in leggero ribasso. Da registrare un leggero ribasso del differenziale tra i titoli di Stato italiani e tedeschi. Lo spread è a 484 punti base.
10.35 – Bancari, tentato il rimbalzo. Piazza Affari riduce le perdite e alle 10.30 circa registra una flessione dello 0,62% 15.651 punti, mentre il comparto bancario tenta la ripartenza. Maglia rosa tra i titoli del settore per Bpm a 0,3735 euro (+1,80%), seguito da Intesa Sanpaolo a 1,136 euro (+0,80%), mentre Banco Popolare riconquista quota un euro (+1,01%). In progresso Mediolanum a 2,744 (+0,15%), sostanzialmente stabile Unicredit a 0,775 euro (-0,26%). Calo frazionale per Ubi Banca a 2,648 (-0,30%), mentre restano pesanti le flessioni per Mps a 0,294 euro (-3,29%) e Bper a 5,765 (-2,29%).
10.31 – Germania, Italia potrebbe vendere riserve d’oro. Il presidente della commissione parlamentare per l’Europa del parlamento tedesco, Gunther Krichbaum, ha prospettato per l’Italia la vendita di parte delle riserve d’oro per abbassare il debito pubblico. “Attraverso una vendita l’Italia potrebbe, considerato alto valore (dell’oro), ridurre sensibilmente il suo debito”, ha detto in un’intervista al quotidiano Rheinischen Post il politico della Cdu, il partito cristianodemocratico della cancelliera Angela Merkel. Krichbaum ha reagito in questo modo alle speculazioni su un possibile impegno delle riserve auree della Banca centrale tedesca a ulteriore garanzia del cosiddetto fondo salva-Stati (Efsf), in caso di un peggioramento della situazione economico-finanziaria italiana.
10.28 – Spread alto nonostante intervento Bce. Lo spread Btp-Bund si mantiene su livelli record a 488 punti base, nonostante l’intervento della Bce sui titoli italiani. Il rendimento del decennale oscilla intorno al 6,65%.
10.08 – Atene apre in rialzo. La Borsa di Atene ha aperto oggi in rialzo, registrando un + 2,65%, con l’Indice Generale a 750,50 punti. Gli analisti delle agenzie finanziarie locali prevedono un prosieguo di giornata favorevole dopo l’apertura positiva che fa seguito agli sviluppi politici di ieri sera. “La reazione del mercato sarà positiva dopo la decisione sulla formazione di un governo di coalizione che garantirà la concessione della sesta tranche di aiuti”, osserva l’agenzia Beta.
10.04 – Boccata d’ossigeno per Piazza Affari. Si riduce la tensione su Piazza Affari, con il Ftse Mib in calo dell’1,60% a 15.100 punti e il differenziale tra Btp e Bund tedeschi stabile a 485 punti. Prevale nettamente il rosso sul listino di riferimento, con Mps (-4,41%) fanalino di coda, preceduta da Unicredit (-2,17%) e Intesa Sanpaolo (-1,69%), mentre inverte la rotta Fiat (+0,68%) insieme a Fiat Industrial (+0,64%). Bene anche Campari (+1,27%), poco sopra la parità Tod’s (+0,14%), mentre Finmeccanica cede il 3,25% e Telecom il 2,65%.
10.02 – Bce compra titoli italiani. Intervento della Banca Centrale Europea sui titoli di Stato italiani. Francoforte sta infatti acquistando Btp.
10.00 – Depositi overnight Bce mai così alti negli ultimi 16 mesi. Toccano i massimi da oltre 16 mesi a questa parte i depositi overnight presso la Banca Centrale Europea. Francoforte ha reso noto che ieri le banche dell’eurozona hanno parcheggiato nell’istituto 288 miliardi di euro, la somma più alta dal 30 giugno 2010. I prestiti overnight concessi dalla Bce, invece, sono scesi a 1,24 miliardi da 1,28 miliardi del giorno prima.
9.51 – Sempre più giù le borse europee. Londra cede più dell’1%, Parigi oltre il 2% e Francoforte l’1,9%, mentre Milano (-2,2%) e Madrid (-3,2%) sono le peggiori, tenendo conto che Atene è ancora chiusa. Valvola di sfogo dei listini sono le banche e i titoli automobilistici. Sotto pressione Natixis (-5,83%), Bnp (-4,79%) e Societè Generale (-4,6%), mentre a Milano Mps cede il 5%. In campo automobilistico scivola Renault (-2,69%), nonostante il rafforzamento dell’alleanza con Daimler (-2,72%), che secondo indiscrezioni di stampa potrebbe allargarsi ai motori, ed il possibile avvio di un impianto negli Usa per le auto di lusso Infinity.
9.46 – Rendimento Btp da far paura. Vola al nuovo record storico del 6,66% il rendimento del Btp decennale. Lo spread btp-bund è a 490 punti base.
9.37 – Altro record: spread a 490. Riduce il calo Piazza Affari, con ilFtse Mib che cede il 2,2% a 15.000 punti secchi, ma si accentua il divario tra Btp e Bund tedeschi, che sale a 490 punti. Maglia nera si conferma Mps (-4,31%), mentre Unicredit cede il 2,5%).
9.35 – Rendimento Btp decennale a livelli choc: si avvicina lo spettro greco. Il rendimento del Btp decennale italiano questa mattina è volato al 6,58%, avvicinandosi a grandi passi al 7%, tasso ritenuto insostenibile da tutti gli osservatori. In base alle esperienze di Grecia, Irlanda e Portogallo, la soglia del 7% è stata raggiunta appena 16 giorni dopo aver superato il rendimento del 6,50%. E, toccata questa soglia, questi tre Paesi sono stati costretti a chiedere aiuto alla comunità internazionale per evitare la bancarotta.
9.33 – Spread a 489. Profondo rosso per il differenziale tra Btp e Bund tedeschi: lo spread ha toccato quota 489.
9.27 – Ennesimo record per lo spread: 485. Amplia il calo Piazza Affari con il differenziale tra Btp e Bund a quota 485 punti. Il Ftse Mib cede il 2,52% a 14.960 punti, sotto quota 15.000, frenato dai bancari Mps (-3,82%) Unicredit (-3%), Banco Popolare (-2,83%) e Intesa Sanpaolo (-2,57%). Gira in calo anche Bpm (-1,6%), mentre resiste solitario in rialzo Campari (+0,82%).
9.26 – In calo borse asiatiche. Le borse cinesi chiudono in calo per il nervosismo dei mercati di fronte alle evoluzioni politiche in Grecia e Italia. L’Hang Seng di Hong Kong perde lo 0,83%, lo Shanghai Composite Index arretra dello 0,73%.
9.20 – Ancora in calo Milano. Milano in picchiata dopo che lo spread tra Btp decennali e bund tedeschi ha sfondato quota 480 punti segnando un nuovo record. Il Ftse Mib perde il 2% a 15.039 punti.
9.10 – Piazza Affari: listino in rosso. Appare completamente in rosso il listino di Piazza Affari nei primi minuti di contrattazioni, con il Ftse Mib in calo dell’1,42% a 15.129 punti. Si salvano solo 3 titoli: Bpm (+1,01%), Campari (+1,45%) e Parmalat (+0,51%), mentre il segno meno colpisce in particolare Italcementi (-2,73%) e Ansaldo Sts (-2,56%). Tra i bancari giù Intesa Sanpaolo (-1,24%) e Unicredit (-1,61%), mentre Generali lascia sul campo l’1,3%. Deboli Fiat (-1,26%) e Fiat Industrial (-1,04%).
9.07 – Male le altre borse europee. Apertura negativa per i principali listini del Vecchio Continente. Parigi cede l’1,24% a 3.084 punti, mentre Londra perde lo 0,40% a 5.504. Francoforte lascia sul terreno lo 0,81%, mentre Amsterdam arretra dello 0,40%.
9.06 – Apertura negativa per Piazza Affari. Avvio di seduta negativo per Piazza Affari. Il Ftse Mib segna un calo dell’1,2% a 15.160 punti.
8.58 – Nuovo record: 480. Senza freni la corsa al rialzo dello spread tra il Btp e il bund tedesco. Il differenziale tocca la soglia dei 480 punti base. Il rendimento del decennale raggiunge il 6,58%, oltre il 6,50%, considerato da molti osservatori punto di non ritorno.
8.50 – Spread a 467: è record. Decolla lo spread tra il Btp e il bundtedesco all’apertura dei mercati obbligazionari salendo a quota 467 punti base, segnando un nuovo record storico dall’introduzione dell’euro. E anche il rendimento del decennale italiano aggiorna il record schizzando al 6,46%.
Economia & Lobby
“Dimissioni di Berlusconi”, e lo spread cala
I mercati puntano sull’addio del Cavaliere
Baste leggere l'andamento della giornata finanziaria per vedere che i mercati "scommettono" su un nuovo governo in Italia. Il differenziale tra Btp italiani e i Bund tedeschi si è assottigliato appena si sono diffuse le voci sulla capitolazione del presidente del consiglio, poi rientrate. Una tendenza confermata dall'analisi dei "future" sul nostro debito pubblico
Quattro miserabili punti (base) di spread. Da un differenziale di 491 registrato in mattinata a una variazione di 487 segnalata poco dopo la chiusura delle borse. In mezzo le indiscrezioni “autorevoli” – per lo meno tale sembrava quella del fedelissimo Giuliano Ferrara – sulle dimissioni del premier, e le smentite perentorie del diretto interessato che accompagnano i mercati nell’altalena di giornata. Alla fine, insomma, resta tutto immutato ma in realtà, a ben vedere, non è affatto così. Visto che, ed è questa la vera notizia di giornata, nel giro di un paio d’ore il premier presumibilmente uscente è riuscito a dimostrare suo malgrado ciò che gli analisti avevano intuito da tempo: i mercati scommettono sull’opportunità di un governo tecnico sfiduciando, a questo punto in via definitiva, la continuità dell’attuale esecutivo.
Spread in volo così come l’interesse sul Btp, borsa in discesa sotto i contraccolpi del mercato obbligazionario: a prima vista sembrava l’ennesimo lunedì nero dei mercati. Poi, improvvisamente, le prime voci sulle possibili dimissioni del premier avevano fatto perdere quota allo spread, ridando ossigeno alle borse (dove la tendenza è rimasta tale fino alla chiusura delle contrattazioni, +1,32% il risultato finale di Milano). In molti ci avevano sperato, ma in seguito la smentita dello stesso premier avrebbe nuovamente invertito la tendenza. Rimarcando la forza di un’ondata speculativa ormai conclamata: la credibilità dell’esecutivo italiano sta ormai a zero, ma il gioco al ribasso sembra essere andato fuori controllo.
Tra spinte speculative, panic selling, corsa ai beni rifugio (bund, franchi svizzeri, yen…) e disperato sostegno, la partita sui titoli italiani sembra essersi ridotta allo scontro tra due tendenze: quella incarnata dalla Bce, acquirente privilegiata di quei Btp di cui si stanno liberando un po’ tutti (singole banche centrali comprese), e i fondi Usa, da tempo registi della speculazione sull’Europa. Uno scontro percepito oggi soprattutto sul fronte dei derivati. Un rapido calcolo per comprendere meglio la situazione. Il debito italiano ammonta a circa 1.900 miliardi di euro, il valore dei titoli di stato in circolazione è pari a circa 1.500 miliardi. Il 60% è sottoscritto da investitori italiani, il restante 40 è diviso tra le casse della Bce e il portafoglio dei fondi speculativi. Ora, la Banca centrale europea possiede circa 100 miliardi di euro di titoli italiani ed è pronta a raddoppiare la cifra. Restano in ballo circa 400 miliardi che, come detto, sono oggetto di gioco al ribasso. Ma come avviene questa speculazione? Proprio attraverso i derivati, come si diceva, ovvero tramite i contratti differiti di acquisto, i famosi futures che, assicurano i trader, sarebbero oggi soggetti a una leva di almeno 10 a 1. Come a dire che i fondi Usa starebbero movimentando un controvalore di debito pari a circa 4 mila miliardi di euro.
Tutto chiaro? Un raffronto per capirne di più. I contratti futures nascono per garantire l’acquirente di fronte ai rischi di oscillazione dei prezzi. Nel mercato petrolifero, per esempio, un future a 30 giorni fissa in anticipo il prezzo cui sarà acquistato tra un mese un barile di petrolio a prescindere da quello che sarà il suo effettivo valore di mercato in quel momento. Una scommessa, insomma, che di fronte a grandi movimenti di capitali può rivelarsi spesso vincente. E sì, perché i dati sui futures diventano spesso il principale segnale sull’andamento di breve periodo del mercato, ovvero l’indicatore numero uno della speculazione, l’indizio principale sulla direzione, rialzista o ribassista, del vento. Solo che, come si dice in questi casi, per ogni barile reale se ne muovono dieci di carta, il che significa che per ogni contratto realmente utile all’acquisto del sottostante ce ne sono dieci utilizzati al solo scopo speculativo. Ebbene, sul fronte del debito italiano starebbe accadendo proprio questo. Il controvalore delle obbligazioni sovrane effettivamente in gioco resta di circa 400 miliardi, ma i derivati mossi dagli speculatori valgono più o meno 4 mila miliardi.
Allo stato attuale delle cose, insomma, l’Italia resta vittima designata della speculazione. A meno che, si diceva, qualcosa non cambi al più presto. “Potremmo essere ormai all’ondata finale dell’attacco, con il mercato pronto a scommettere sulla formazione di un governo tecnico” spiegava questa mattina Filippo Montesi Righetti, consigliere di Banca Ifigest e trader di lungo corso. “E’ probabile che con la formazione di un nuovo esecutivo allargato si finisca per recuperare almeno un punto percentuale (100 punti base, ndr) di spread e a quel punto tutto ripartirebbe, dalla Borsa tuttora pesantemente ribassata alle banche che riconquisterebbero fiducia”. Intendiamoci, il mercato non ha mai dato né mai darà giudizi di merito. Si limita a seguire un certo trend e quest’ultimo, come si diceva, è ormai chiaro. Tutti si aspettano che alle dimissioni di Berlusconi e alla formazione di un nuovo governo segua un generale rialzo. E nel mercato, si sa, le profezie si avverano quasi sempre da sole.
LEGGI LA CRONACA ORA PER ORA
18.00 – Spread sopra 490 punti. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti ha superato quota 490 punti. Alle 17,48 era a 491,6 e pochi minuti prima delle 18 segna 490,1 punti. Il rendimento decennali è risalito al 6,690%.
17.34 – Borse europee chiudono in calo, tranne Milano. Chiusura in ribasso per le principali borse europee. Si salva solo Piazza Affari che termina la seduta con un guadagno dell’1,32%. Il Cac di Pargi ha perso lo 0,7% a 3.101 punti, come il Dax di Francoforte che si è fermato a 5.924 punti. L’Ftse 100 di Londra ha invece lasciato sul terreno lo 0,41% a 5.504 punti. In territorio negativo anche Wall Street: il Dow Jones è in calo dello 0,45% e il Nasdaq dello 0,99%.
17.30 – Utile aggregato banche europee -25,5% nel primo semestre del 2010. Nei primi 6 mesi dell’anno i principali gruppi bancari europei hanno segnato un utile aggregato in calo di 10,6mld di euro (-25,5%) sul I semestre 2010. Lo evidenzia il rapporto ‘R&S’ di Mediobanca.
17.25 – Risale il rendimento dei Btp decennali. Torna ad allargarsi lo spread Btp-Bund che supera di nuovo i 480 punti base (487). Il rendimento del titolo italiano a 10 anni è risalito al 6,67%.
17.22 – Sacconi: “Bene appello imprenditori ad acquisto Btp”. “Penso che gli imprenditori che hanno lanciato l’appello per l’acquisto di Btp abbiano fatto bene perchè oltrechè dare un contributo all’Italia, sono convenienti”. Così, da Treviso, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi risponde all’appello lanciato da alcuni imprenditori ai colleghi di acquistare titoli del Tesoro.
17.08 – Schauble: “Nervosismo dei mercati nei confronti dell’Italia ingiustificato”. “I dati sull’economia reale non giustificano il nervosismo” dei mercati nei confronti dell’Italia. E’ quanto ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, al suo arrivo a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo.
17.02 – Cameron: “Situazione Italia richiede piano credibile”. ”La situazione in Italia sottoline aulteriormente la necessità di un piano credibile per affrontare il debito e assicurare la fiducia dei mercati”. Lo ha detto al Question Time alla Camera dei Comuni il primo ministro britannico David Cameron.
16.51 – Listi europei in calo, tranne Piazza Affari. Vanno tutte giù le Borse europee, seguendo i cali a Wall Street. Resta in positivo solo Milano, che pure riduce i guadagni, ma guadagna l’1,74%. I differenziali tra i btp italiani e i bund tedeschi viaggiano intanto a 475 punti. L’indice Euro Stoxx 50 cede lo 0,26%. Stoccolma lascia l’1,53%, Parigi lo 0,33%, Francoforte lo 0,44%.
16.45 – Euro chiude in leggero recupero. L’euro recupera e si riporta sopra 1,37 dollari in una giornata animata dalle ultime evoluzioni politiche in Grecia e in Italia. La moneta comune, che aveva toccato un minimo di seduta a 1,3679, passa di mano per 1,3765 dollari e 107,44 yen, sopra i livelli dell’apertura. Lo yen si rafforza sul dollaro a 78,02.
16.31 – Rehn: “Italia deve prendere decisioni più coraggiose”. L’Italia “deve prendere decisioni più coraggiose per stimolare la crescita”. Lo ha dichiarato il commissario Ue agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn. “E’ essenziale che l’Italia si attenga ai suoi obiettivi fiscali e intensifichi le riforme strutturali necessarie per stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro” ha aggiunto Rehn.
16.09 – Junker: “Informare eurogruppo su intenzioni dell’Italia”. L’Eurogruppo, che si riunisce questo pomeriggio, deve essere informato sulle “intenzioni del governo italiano”. L’Italia e la Grecia saranno infatti i due temi principali della riunione odierna. Lo ha affermato il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker.
16.04 – Aumentati gli acquisti di bond italiani con presidenza Draghi. Da quando Mario Draghi è entrato in carica come presidente, la Bce ha acquistato più titoli di debito italiani rispetto al periodo immediatamente precedente. Nella prima settimana di novembre la Bce ha comprato sul mercato secondario titoli italiani per un valore di 9,5 miliardi di euro; nella settimana precedente erano stati impiegati per lo stesso scopo invece circa 4 miliardi. Da maggio del 2010 la Bce ha acquistato bond per un valore complessivo di 183 miliardi di euro.
15.57 – Wall Street gira in positivo. Il Dow Jones sale dello 0,48% a 12.040,73 punti, il Nasdaq avanza dello 0,18% a 2.691,84 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,45% a 1.258,82 punti.
15.54 – Spread a 465 punti. Lo spread tra il bund tedesco e il btp decennale italiano è sceso a 465,79 punti, dopo il picco toccato oggi a quota 491.
15.43 – Ecofin: “Rischio spirale negativa” sulle banche. La crisi del debito sovrano “sta mettendo in crisi le banche”, e “potrebbe trasformarsi in una crisi del settore finanziario”. Nella Ue “si rischia una spirale negativa”, visto che “ci sono grossi problemi per il rifinanziamento di certe banche”. Lo ha detto il presidente di turno dell’Ecofin, il ministro polacco delle Finanze Jacek Rostowski, in un’audizione davanti al Parlamento europeo.
15.54 – Wall Street apre in calo. Apertura debole per la borsa di New York. Il Dow Jones cede lo 0,05% a 11.977,34 punti, lo S&P 500 arretra dello 0,06% a 1.252,45 punti, il Nasdaq segna -0,16% a 2.681,87 punti.
15.48 – Milano in crescita (+2,48%). Piazza Affari ha ripreso a correre.L’indice Ftse Mib sale in questo momento del 2,48%. Gli acquisti si concentrano su Intesa (+5,15%), Fiat (+5,12%), Mediobanca (+5,08%) e Unicredit (+4,25%).
14.45 – Spread a 467. A Milano volano le banche e Fiat. Continua a scendere il differenziale tra Btp e Bund. A Piazza Affari, la maglia rosa va a Mediobanca (+5,82%) seguita da Intesa Sanpaolo (+5,15%). Brilla la galassia Agnelli con Fiat a 4,344 euro (-4,93%). Bene anche Fiat Industrial a 6,535 (+4,06%) mentre la holding Exor quota a 15,84 euro (+2,39%).
14.44 – Idv: “Balletto sulle dimissioni di Berlusconi favorisce le sue aziende”. “Quanto costa al Paese e all’Italia il balletto che Berlusconi sta facendo sulle sue dimissioni, e quanto ci stanno guadagnando le aziende di famiglia che sanno in anticipo le mosse del premier e stanno condizionando i mercati?”. Lo chiede in un’interrogazione il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti. “A mio parere – aggiunge – si profila il reato di aggiotaggio”.
13.54 – Spread Btp-Bund sotto quota 470 punti. Sempre in altalena lo spread tra Btp eBund che ora stringe sotto quota 470 punti base (469,8). Il tasso di rendimento del decennale italiano è sceso al 6,51%
13.47 – A livelli record Btp a 5 e 2 anni. Insieme al Btp decennale sono sottotensione anche i tioli di Stato a cinque anni e due anni. Sul mercato secondario l’interesse del Btp quinquennale è a livelli record, attestandosi al 6,57%, mentre il titolo biennale paga un rendimento del 6%
13.01 – Berlusconi smentisce dimissioni, spread risale e Piazza Affari rallenta. “Ho parlato poco fa con il presidente Berlusconi che mi ha detto che le voci sulle sue dimissioni sono destituite di fondamento”: è quanto dichiarato dal presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. Immediata la reazione dei mercati: lo spread è tornato a salire fino a quota 481, prima di assestarsi a 471. Il rendimento del decennale, invece, sale al 6,58%. Rallenta il passo anche Piazza Affari dopo la smentita del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi circa le proprie imminenti dimissioni. Il Ftse Mib sale dell’1,7% a 15.602 punti.
12.57 – Spread sotto quota 470. Mentre l’indice Ftse Mib continua a salire, si restringe ancora il differenziale tra i Btp decennali e i bund tedeschi equivalenti. Lo spread è sceso sotto 470 punti a 469,7 punti, mentre il rendimento si attesta al 6,50%.
12.53 – Ue: lettera italiana ha limiti oggettivi. “La lettera inviata dall’Italia ha dei limiti oggettivi, non c’è ad esempio un’analisi economica delle misure o l’impatto sul bilancio e nemmeno i dettagli della riforma del lavoro”: lo ha detto oggi il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn, spiegando che una lettera ha “dei limiti strutturali ma i mercati chiedono chiarezza”.
12.45 – Ue: missione a Roma si fa lo stesso anche se dimissioni premier. La missione della Ue andrà ugualmente in Italia anche se dovesse cambiare il governo: lo ha detto oggi il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn.
12.36 – La conferma c’è: Piazza Affari scommette su dimissioni di Berlusconi. Il mercato scommette sulle dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E’ quanto afferma un responsabile di sala operative commentando l’improvviso rialzo della borsa con il Ftse Mib in crescita del 2,34% a 15.680 punti, mentre il differenziale tra Btp e Bund scende a 472 punti.
12.34 – La Francia corre ai ripari contro il possibile contagio. Innalzamento dell’Iva e delle tasse aziendali e anticipazione di un anno – al 2017 – della riforma delle pensioni: sono queste le misure chiave annunciate dal premier francese Francois Fillon, che oggi ha annunciato il nuovo piano di rigore per consentire alla Francia di risparmiare 100 miliardi di euro per raggiungere l’equilibrio di bilancio nel 2016.
12.32 – Spread a 471: è l’effetto dimissioni. Le voci su possibili dimissioni del premier Silvio Berlusconi fanno crollare lo spread tra il Btp e il Bund. Il differenziale tra i due titoli cala a 471 punti base dai 490 di stamane. In discesa anche il rendimento del decennale al 6,53% dal 6,66%.
12.27 – Spread scende ancora: 472. Le voci di dimissione del premier continuano a incidere sull’andamento del differenziale: ora lo spread è a quota 472 punti.
12.24 – Ue: aspettiamo dettagli da Tremonti su lettera inviata. “Ci aspettiamo che oggi il ministro Tremonti spieghi all’Eurogruppo i dettagli della lettera di impegni inviata alla Ue dall’Italia”: lo ha detto oggi il portavoce del commissario Ue agli affari economici, spiegando che gli esperti di Bruxelles saranno a Roma in settimana
12.16 – Vola Milano, lo spread scende ancora. Il differenziale tra Btp decennali e bund tedeschi equivalenti è sceso a 473 punti per un rendimento del 6,545%. In apertura lo spread aveva macinato nuovi massimi storici fino a sfondare quota 490 punti. L’Europa prova a mettere un freno ai ribassi, mentre Milano corre e l’indice Ftse Mib registra un progresso del 3,07% a 15.815 punti. Bene Francoforte (-0,07%), recupera Parigi (-0,08%), positiva Atene (+1,23%).
12.09 – Scende lo spread: 477 punti e sale Piazza Affari. Continua a scendere lo spread, che ora è a quota 477 punti. Amplia il rialzo Piazza Affari, conil Ftse Mib in crescita del 2% a 15.655 punti mentre il differenziale tra Btp e Bund si riduce sotto quota 480 punti. Fiat segna un rialzo del 5,8% a 4,38 euro, Intesa Sanpaolo del 4,26% a 1,17 euro e Unicredit sale del 5% a 0,81 euro.
12.06 – Milano tenta il rimbalzo: + 1,2%. I listini europei riducono le perdite mentre Piazza Affari conquista la maglia rosa e tenta il rimbalzo. Pochi minuti prima delle 12 il Ftse Mib guadagna l’1,20% a 15.528 punti.
12.05 – Spread risale a 484 punti. Lo spread Btp-Bund cala leggermente a 484 punti a mezzogiorno. Anche il rendimento del decennale risulta in lieve calo al 6,62%.
12.00 – Piazza Affari in ripresa. Gira in positivo Piazza Affari con il Ftse Mib in rialzo dello 0,72% a 15.455 punti. Corrono Fiat (+3,24%), Pirelli (+2,24%) e Intesa Sanpaolo (+1,77%). Bene Banco Popolare (+1,21%) e Unicredit (+1,09%), mentre Mps (-2,01%) cede la maglia nera a Lottomatica (-2,19%). Difficoltà anche per Mediaset (-1,86%).
11.50 – A dicembre nuovo G20 ‘finanziario’. I ministri delle Finanze del G20 si incontreranno a dicembre per discutere del potenziamento delle risorse a disposizione del Fmi. Lo riferisce il vice ministro delle Finanze sudcoreano, Choi Jong Ku. I dettagli del vertice, ha spiegato Choi, sono ancora da definire.
11.39 – Ue: no commenti su situazione politica Italia. La Commissione europea non commenta le dichiarazioni di ieri sera del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sull’attuale situazione politica in Italia e preferisce aspettare l’aggiornamento di questa sera a Bruxelles del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sugli impegni presi dal governo per far fronte alla crisi.
11.35 – Euro sotto quota 1,37 dollari. L’euro scivola sotto quota 1,37dollari con l’Italia nel mirino dei mercati internazionali. La moneta unica cala a 1,3686 dollari da 1,3770 di stamane.
11.21 – Piazza Affari ancora nervosa. Si conferma nervosa Piazza Affari, che dopo oltre due ore di contrattazioni vede il Ftse Mib cedere l’1,19% a 15.163 punti, dopo un tentativo di recupero, con l’indice di riferimento salito fino a cedere lo 0,5%. Sul paniere delle blue chips prevale il segno meno, con Mps (-3,49%), maglia nera preceduta da Lottomatica (-3,09%), Finmeccanica (-2,73%), Mediaset (-2,63%), Enel (-1,94%) e Telecom (-1,9%). Solo 5 i titoli in rialzo: Fiat (+1,06%), Fiat Industrial (+0,72%), Campari (+0,64%), Buzzi (+1,28%) e Banco Popolare (+0,2%). Poco mossa Intesa Sanpaolo (-0,09%) a differenza di Unicredit (-1,16%) e Bpm (-1,58%).
11.18 – Bloomberg: con tassi al 7%, esborso 2012 +8,7 miliardi. Con un interesse sui titoli in rialzo al 7%, l’Italia nel 2012 si troverebbe a pagare 8,7 miliardi di euro in più sulla totalità del debito in scadenza, secondo i dati di Bloomberg. L’anno prossimo Roma dovrà rifinanziare 307 miliardi di titoli in scadenza.
11.00 – In ribasso le vendite al dettaglio nell’Eurozona. Frenano a settembre le vendite del commercio al dettaglio in Europa: il dato Eurostat evidenzia una flessione dello 0,7% nell’Eurozona che si riduce allo 0,3% nell’Ue a 27 paesi. In agosto, il dato era invariato in Ue e in aumento dello 0,1% nell’Eurozona. In particolare, è rimasto stabile il dato sul settore “alimentazione, bevande, tabacchi” (+0,1% nell’Ue27) mentre quello non alimentare e’ sceso dello 0,8% nei 17 paesi della moneta Unica e dello 0,9% nell’Ue.
10.46 – Record per rendimento Btp biennale. Il rendimento dei Btp a due anni è salito a un massimo storico del 6,31%.
10.44 – Male anche lo spread francese. Cresce la pressione sui titoli di Stato francesi a dieci anni. Lo spread col bund tedesco vola al record storico di 131,3 punti base, mentre il rendimento sale al 3,09%
10.41 – Piazza Affari in ripresa. Punta alla parità Piazza Affari dopo due ore e mezza di contrattazioni, con il Ftse Mib in calo dello 0,5% a 15.286 punti, favorito da Fiat (+2,9% a 4,27 euro), Fiat Industrial (+1,91%) e Campari (+1,45%). Prevale comunque ancora il segno meno, con Mps (-3,45%) e Mediaset (-1,94%), mentre riduce il calo di Unicredit (-0,71%) e Intesa Sanpaolo (+0,27%) si porta sopra la parità insieme al Banco Popolare (+1,01%). Acquisti su Buzzi (+1,28%) dopo la trimestrale della controllata Dyckerhoff.
10.39 – Spread in leggero ribasso. Da registrare un leggero ribasso del differenziale tra i titoli di Stato italiani e tedeschi. Lo spread è a 484 punti base.
10.35 – Bancari, tentato il rimbalzo. Piazza Affari riduce le perdite e alle 10.30 circa registra una flessione dello 0,62% 15.651 punti, mentre il comparto bancario tenta la ripartenza. Maglia rosa tra i titoli del settore per Bpm a 0,3735 euro (+1,80%), seguito da Intesa Sanpaolo a 1,136 euro (+0,80%), mentre Banco Popolare riconquista quota un euro (+1,01%). In progresso Mediolanum a 2,744 (+0,15%), sostanzialmente stabile Unicredit a 0,775 euro (-0,26%). Calo frazionale per Ubi Banca a 2,648 (-0,30%), mentre restano pesanti le flessioni per Mps a 0,294 euro (-3,29%) e Bper a 5,765 (-2,29%).
10.31 – Germania, Italia potrebbe vendere riserve d’oro. Il presidente della commissione parlamentare per l’Europa del parlamento tedesco, Gunther Krichbaum, ha prospettato per l’Italia la vendita di parte delle riserve d’oro per abbassare il debito pubblico. “Attraverso una vendita l’Italia potrebbe, considerato alto valore (dell’oro), ridurre sensibilmente il suo debito”, ha detto in un’intervista al quotidiano Rheinischen Post il politico della Cdu, il partito cristianodemocratico della cancelliera Angela Merkel. Krichbaum ha reagito in questo modo alle speculazioni su un possibile impegno delle riserve auree della Banca centrale tedesca a ulteriore garanzia del cosiddetto fondo salva-Stati (Efsf), in caso di un peggioramento della situazione economico-finanziaria italiana.
10.28 – Spread alto nonostante intervento Bce. Lo spread Btp-Bund si mantiene su livelli record a 488 punti base, nonostante l’intervento della Bce sui titoli italiani. Il rendimento del decennale oscilla intorno al 6,65%.
10.08 – Atene apre in rialzo. La Borsa di Atene ha aperto oggi in rialzo, registrando un + 2,65%, con l’Indice Generale a 750,50 punti. Gli analisti delle agenzie finanziarie locali prevedono un prosieguo di giornata favorevole dopo l’apertura positiva che fa seguito agli sviluppi politici di ieri sera. “La reazione del mercato sarà positiva dopo la decisione sulla formazione di un governo di coalizione che garantirà la concessione della sesta tranche di aiuti”, osserva l’agenzia Beta.
10.04 – Boccata d’ossigeno per Piazza Affari. Si riduce la tensione su Piazza Affari, con il Ftse Mib in calo dell’1,60% a 15.100 punti e il differenziale tra Btp e Bund tedeschi stabile a 485 punti. Prevale nettamente il rosso sul listino di riferimento, con Mps (-4,41%) fanalino di coda, preceduta da Unicredit (-2,17%) e Intesa Sanpaolo (-1,69%), mentre inverte la rotta Fiat (+0,68%) insieme a Fiat Industrial (+0,64%). Bene anche Campari (+1,27%), poco sopra la parità Tod’s (+0,14%), mentre Finmeccanica cede il 3,25% e Telecom il 2,65%.
10.02 – Bce compra titoli italiani. Intervento della Banca Centrale Europea sui titoli di Stato italiani. Francoforte sta infatti acquistando Btp.
10.00 – Depositi overnight Bce mai così alti negli ultimi 16 mesi. Toccano i massimi da oltre 16 mesi a questa parte i depositi overnight presso la Banca Centrale Europea. Francoforte ha reso noto che ieri le banche dell’eurozona hanno parcheggiato nell’istituto 288 miliardi di euro, la somma più alta dal 30 giugno 2010. I prestiti overnight concessi dalla Bce, invece, sono scesi a 1,24 miliardi da 1,28 miliardi del giorno prima.
9.51 – Sempre più giù le borse europee. Londra cede più dell’1%, Parigi oltre il 2% e Francoforte l’1,9%, mentre Milano (-2,2%) e Madrid (-3,2%) sono le peggiori, tenendo conto che Atene è ancora chiusa. Valvola di sfogo dei listini sono le banche e i titoli automobilistici. Sotto pressione Natixis (-5,83%), Bnp (-4,79%) e Societè Generale (-4,6%), mentre a Milano Mps cede il 5%. In campo automobilistico scivola Renault (-2,69%), nonostante il rafforzamento dell’alleanza con Daimler (-2,72%), che secondo indiscrezioni di stampa potrebbe allargarsi ai motori, ed il possibile avvio di un impianto negli Usa per le auto di lusso Infinity.
9.46 – Rendimento Btp da far paura. Vola al nuovo record storico del 6,66% il rendimento del Btp decennale. Lo spread btp-bund è a 490 punti base.
9.37 – Altro record: spread a 490. Riduce il calo Piazza Affari, con ilFtse Mib che cede il 2,2% a 15.000 punti secchi, ma si accentua il divario tra Btp e Bund tedeschi, che sale a 490 punti. Maglia nera si conferma Mps (-4,31%), mentre Unicredit cede il 2,5%).
9.35 – Rendimento Btp decennale a livelli choc: si avvicina lo spettro greco. Il rendimento del Btp decennale italiano questa mattina è volato al 6,58%, avvicinandosi a grandi passi al 7%, tasso ritenuto insostenibile da tutti gli osservatori. In base alle esperienze di Grecia, Irlanda e Portogallo, la soglia del 7% è stata raggiunta appena 16 giorni dopo aver superato il rendimento del 6,50%. E, toccata questa soglia, questi tre Paesi sono stati costretti a chiedere aiuto alla comunità internazionale per evitare la bancarotta.
9.33 – Spread a 489. Profondo rosso per il differenziale tra Btp e Bund tedeschi: lo spread ha toccato quota 489.
9.27 – Ennesimo record per lo spread: 485. Amplia il calo Piazza Affari con il differenziale tra Btp e Bund a quota 485 punti. Il Ftse Mib cede il 2,52% a 14.960 punti, sotto quota 15.000, frenato dai bancari Mps (-3,82%) Unicredit (-3%), Banco Popolare (-2,83%) e Intesa Sanpaolo (-2,57%). Gira in calo anche Bpm (-1,6%), mentre resiste solitario in rialzo Campari (+0,82%).
9.26 – In calo borse asiatiche. Le borse cinesi chiudono in calo per il nervosismo dei mercati di fronte alle evoluzioni politiche in Grecia e Italia. L’Hang Seng di Hong Kong perde lo 0,83%, lo Shanghai Composite Index arretra dello 0,73%.
9.20 – Ancora in calo Milano. Milano in picchiata dopo che lo spread tra Btp decennali e bund tedeschi ha sfondato quota 480 punti segnando un nuovo record. Il Ftse Mib perde il 2% a 15.039 punti.
9.10 – Piazza Affari: listino in rosso. Appare completamente in rosso il listino di Piazza Affari nei primi minuti di contrattazioni, con il Ftse Mib in calo dell’1,42% a 15.129 punti. Si salvano solo 3 titoli: Bpm (+1,01%), Campari (+1,45%) e Parmalat (+0,51%), mentre il segno meno colpisce in particolare Italcementi (-2,73%) e Ansaldo Sts (-2,56%). Tra i bancari giù Intesa Sanpaolo (-1,24%) e Unicredit (-1,61%), mentre Generali lascia sul campo l’1,3%. Deboli Fiat (-1,26%) e Fiat Industrial (-1,04%).
9.07 – Male le altre borse europee. Apertura negativa per i principali listini del Vecchio Continente. Parigi cede l’1,24% a 3.084 punti, mentre Londra perde lo 0,40% a 5.504. Francoforte lascia sul terreno lo 0,81%, mentre Amsterdam arretra dello 0,40%.
9.06 – Apertura negativa per Piazza Affari. Avvio di seduta negativo per Piazza Affari. Il Ftse Mib segna un calo dell’1,2% a 15.160 punti.
8.58 – Nuovo record: 480. Senza freni la corsa al rialzo dello spread tra il Btp e il bund tedesco. Il differenziale tocca la soglia dei 480 punti base. Il rendimento del decennale raggiunge il 6,58%, oltre il 6,50%, considerato da molti osservatori punto di non ritorno.
8.50 – Spread a 467: è record. Decolla lo spread tra il Btp e il bundtedesco all’apertura dei mercati obbligazionari salendo a quota 467 punti base, segnando un nuovo record storico dall’introduzione dell’euro. E anche il rendimento del decennale italiano aggiorna il record schizzando al 6,46%.
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Sankt Moritz, 13 mar. -(Adnkronos) - La prima tappa della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia 2025, partita da Brescia alle 9:00 di stamattina, è in conclusione. La classifica aggiornata alla Prova di Media sul Passo Eira vede Francesco e Giuseppe di Petra in testa a bordo della loro Fiat 508C del 1938, seguiti da Belotti-Plebani sulla Bugatti T 37 A del 1927 e da un’altra 508C ma del 1937, quella di Aliverti-Polini. Conclusa la sosta per il pranzo a Tirano, gli equipaggi hanno iniziato a risalire la Valtellina toccando prima Grosio, con la vista del Castello Vecchio di San Faustino sullo sfondo, e poi Bormio, che ha ospitato un controllo timbro in pieno centro storico. Una volta lasciata alle spalle la cittadina, hanno iniziato a profilarsi i primi scorci imbiancati. Ben presto, gli equipaggi si sono visti immersi in un panorama completamente innevato, reso ancor più bello dalla luce del sole del pomeriggio.
Sul Passo Eira, ad un’altitudine di 2000 metri, si è tenuta la prima Prova di Media della manifestazione, dopodiché il convoglio è giunto a Livigno, che ha accolto i piloti per un coffee break nella Piazza del Comune. Il benvenuto del centro cittadino è stato caloroso, con una folla entusiasta che si è riunita nei pressi dell’arco all’arrivo nella cittadina, partner della Coppa delle Alpi 2025. Costeggiando il lago di Livigno, ghiacciato dalle rigide temperature invernali, gli equipaggi sono entrati in Svizzera passando dal tunnel Munt la Schera. Le vetture sono infine giunte a St. Moritz, primo traguardo di tappa della Coppa delle Alpi 2025.
Lasciandosi alle spalle la Torre Pendente di San Maurizio, hanno effettuato le ultime prove di giornata e, dopo aver costeggiato il lago di St. Moritz, sono finalmente giunte al Controllo Orario finale nella centralissima via Serlas sotto una consistente nevicata.
Verona, 13 mar. - (Adnkronos) - "Abbiamo voluto e portato all’interno di una manifestazione fieristica un progetto di natura sociale, per la prima volta in assoluto, in quanto non era mai accaduto che si dedicasse un intero padiglione alla fiera del sociale. Lo abbiamo fatto per la prima volta in occasione del primo evento di LetExpo, e ora siamo alla quarta edizione. Siamo partiti con tre organizzazioni tra fondazioni e associazioni: Fondazione Grimaldi, la Comunità Lautari e l’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, con la sua Fondazione. Oggi sono più di 50 organizzazioni, c’è stata una crescita esponenziale. Sono felice di aver condiviso tutte queste annate con il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, che ha condiviso con noi questi momenti”. Lo ha detto Eugenio Grimaldi, executive manager del Gruppo Grimaldi e presidente di Alis per il Sociale alla quarta edizione di LetExpo, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, in programma a Verona fino al 14 marzo. La fiera è promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, LetExpo rappresenta l’evento nazionale e internazionale di riferimento della filiera, con un focus sulle attuali dinamiche geopolitiche e sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Il ministro Locatelli ha ascoltato le istanze di queste fondazioni e organizzazioni, ci ha invitato a Palazzo Chigi, dove abbiamo avuto modo di parlare delle loro criticità e ascoltandole credo che nei nuovi decreti abbiano potuto portare e sollevare delle linee guida presenti oggi in questi nuovi decreti. Quindi, rappresenta un risultato tangibile che ci dà grande soddisfazione - afferma Grimaldi - Ho avuto la percezione anche di una crescita per i prossimi anni e questo dà sicuramente grande soddisfazione e ancora più voglia di lavorare”.
“E’ stato un momento di grande soddisfazione aver avuto momenti di condivisione con i gruppi del ministero della Difesa, come l’esercizio, che hanno partecipato in senso attivo non solo nel padiglione, dove c'è l'organizzazione del Ministero della Difesa, ma si sono avvicinati al padiglione 1, dedicato al sociale - spiega - Già abbiamo condiviso che l'anno prossimo avremo una partecipazione anche all’interno dell’organizzazione da parte loro. Abbiamo avuto anche l'Aeronautica militare, che con la Fanfara ha aperto il padiglione nella giornata inaugurale”. “Voglio ringraziare tutte le imprese, che rappresentano il senso di questo evento e le aziende che hanno già portato a termine alcuni progetti con la Comunità Lautari e con la Fondazione Grimaldi, ma soprattutto che hanno portato a compimento già con la Fondazione Santobono. C'è un senso pratico e tangibile del lavoro espresso in questo padiglione e in questa fiera, che porta sicuramente dei risultati nel terzo settore, dove ci sono i più fragili”, conclude Grimaldi.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Gruppo Webuild ha chiuso il 2024 con risultati record, superando gli impegnativi obiettivi previsti per l’anno grazie a una crescita a doppia cifra, con ricavi pari a 12 miliardi (+20% sul 2023) mentre l'Ebitda ammonta a 967 milioni (+18%, rispetto a una guidance fissata sopra i 900 milioni), corrispondente a un margine del’8,1%. Il gruppo sottolinea come la struttura finanziaria si è rafforzata ulteriormente mantenendo per il quarto anno consecutivo una posizione di cassa netta, che si attesta a 1.445 milioni nel 2024 (ben superiore agli oltre 400 milioni fissati nella guidance) mentre la leva finanziaria si è ridotta a 2,9x, attestandosi ad un livello migliore rispetto ai principali player internazionali di settore.
La crescita - si sottolinea - è trainata dallo sviluppo delle attività in Italia (Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria MilanoGenova e Verona-Padova, Alta Velocità ferroviaria Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina), in Australia (Snowy Hydro 2.0, SSTOM Sydney Metro, Perdaman e North East Link di Melbourne) e in Arabia Saudita (Trojena Dams e Connector South).
Il Gruppo ha continuato a consolidare la propria leadership in Italia e nei principali mercati internazionali, tra cui Europa, Australia, Stati Uniti e Medio Oriente, che nel 2024 hanno contribuito per oltre il 90% ai ricavi, a conferma del proseguimento dell’impegno nella politica di de-risking.
A fine 2024 il portafoglio ordini totale di Weibuld risultava pari a 63,2 miliardi di euro, di cui 54,3 miliardi relativi a construction e 8,9 miliardi riferiti a concessions e operation & maintenance. Il backlog construction - si sottolinea in una nota - "si conferma tra i più alti rispetto ai principali peers europei nel segmento construction". Peraltro, ricorda Webuild, circa il 90% del backlog construction del Gruppo è relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. In termini di geografie il portafoglio ordini risulta prevalentemente distribuito tra Italia, paesi dell’Europa Centrale e del Nord, Stati Uniti, Medio Oriente ed Australia - principalmente in segmenti legati alla mobilità sostenibile quali l’alta velocità, il settore ferroviario e il settore stradale - portando i progetti in queste geografie a quasi il 90% del backlog construction.
Alla luce dei risultati record raggiunti nel 2024, ma anche "del consolidato posizionamento in un mercato in forte espansione e della robusta piattaforma costruita nel tempo", Webuild ha rivisto al rialzo i target 2025, definiti nel piano "Roadmap al 2025 – The Future is Now", che già prevedevano obiettivi ambiziosi. La nuova guidance prevede per il 2025 ricavi superiori a 12,5 miliardi (il target precedente era di 10,5-11 miliardi), un Ebitda maggiore di 1,1 miliardi, rispetto ad un precedente target di €990-1.050 milioni, e una solida cassa netta superiore a 700 milioni, rispetto all’indicazione di una cassa netta positiva.
Webuild ha chiuso il 2024 con un utile netto attribuibile ai Soci della Controllante adjusted di 247 milioni di euro contro i 236 milioni del 2023.Il risultato prima delle imposte adjusted si attesta a 434 milioni con un aumento del 10% rispetto all’esercizio precedente mentre le Imposte sul reddito adjusted ammontano a 181 milioni. La Posizione finanziaria netta delle attività continuative al 31 dicembre 2024 era positiva per 1.445 (€1.431 milioni al 31 dicembre 2023), registrando un risultato superiore alle attese. Questo risultato - si sottolinea in una nota - "conferma l’efficacia delle strategie adottate per ottimizzare la gestione del capitale circolante e riflette i successi commerciali conseguiti dal Gruppo anche nel 2024, assumendo ancora maggiore rilevanza alla luce degli investimenti in dotazioni tecniche e beni in leasing (970 milioni) per l’avvio dei grandi progetti in corso".
A fine esercizio l’indebitamento lordo, al netto dell’effetto temporaneo di incremento del debito legato all’operazione di liability management di ottobre 2024, si attesta a 2,765 miliardi (2,609 miliardi nel 2023), con un rapporto Indebitamento lordo/EBITDA di 2,9x, in riduzione rispetto al dato di 3,2x al 31 dicembre 2023. Alla luce dei risultati nell'assemblea che sarà convocata per il 16 aprile sarà proposto un dividendo di 0,081 euro per azione ordinaria (+14%) e di 0,26 euro per ciascuna azione di risparmio.
Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.