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Matrimoni gay, gli officianti olandesi
non potranno più rifiutarsi di celebrarli

Il Parlamento dell'Aja ha varato una legge che prevede la denuncia per violazione della legge anti-discriminazione per gli obiettori di coscienza. Insorgono i cattolici e la questione rischia di aprire una braccia nei fragili equilibri della maggioranza
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A breve nessun pubblico ufficiale potrà più rifiutarsi di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, se non vorrà incorrere in una una denuncia per violazione della legge anti-discriminazione. Il Parlamento dei Paesi Bassi, ha infatti approvato lo scorso martedì un testo presentato dai Groenlinks (i verdi olandesi) che impegna il governo a modificare la normativa sui matrimoni, abrogando la parte in cui consente l’obiezione di coscienza per motivi religiosi.

Fino ad oggi, i ‘niet’ alla celebrazione di matrimoni gay erano arrivati praticamente solo dagli appartenenti alla Chiesa protestante, da sempre contraria contraria all’omosessualità. Una posizione argomentata dal fatto che la legge impone comunque la presenza di almeno un non obiettore per comune.

Invece secondo i promotori della riforma, la normativa olandese, prima al mondo ad aver legalizzato dieci anni fa i matrimoni omosex, ammetterebbe con questa deroga un’inaccettabile strappo alla normativa anti-discriminazione.

Esulta il Coc, un gruppo di pressione a sostegno dei diritti della comunità Glbtq che ha prodotto un dossier sulle coppie omosessuali discriminate individuate principalmente nella “Bible Belt” olandese, una zona ad est del Paese, storica roccaforte dei fondamentalisti cristiani. La recente votazione, pur non essendo vincolante per il governo, rischia di aprire una breccia nella maggioranza tra i cristiani del Cda e gli xenofobi del Partito per la Libertà di Geert Wilders. Il partito del leader islamofobo, infatti, è determinante per la tenuta della compagine alla Camera bassa mentre al Senato il governo è ostaggio dell’unico rappresentante della Sgp, una micro-formazione cristiano confessionale, espressione proprio della ‘Bible Belt‘.

Quando la complessa trattativa condotta dalla diplomazia governativa, sembrava aver smorzato le polemiche, rimandando la questione a un parere del Consiglio di Stato è scoppiata un’altra grana, che ora rischia di rimettere tutto in discussione: mercoledì le agenzie hanno battuto la notizia che Wim Pijl, un pubblico ufficiale del comune dell’Aja è stato licenziato in tronco in seguito ad un’intervista rilasciata al quotidiano protestante Trouw, pubblicata la scorsa settimana, nella quale esprimeva forti obiezioni morali nei confronti delle coppie omosessuali. L’ormai ex impiegato, supportato da diverse organizzazioni confessionali, ha annunciato di voler impugnare il provvedimento in tribunale e portarlo fino alla Corte suprema se necessario. Ovviamente per discriminazione delle convinzioni religiose.

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