Zona rossa, pericolo alluvioni. E infatti ci vogliono costruire un outlet, pronto ad accogliere migliaia di persone. Succede in Liguria: a Brugnato, dove un mese fa il fiume Vara è uscito dagli argini coprendo tutto di acqua e fango, è stata autorizzata la costruzione di un mega-centro commerciale.
Il progetto stava marciando veloce verso l’autorizzazione della Regione Liguria. Ma dopo l’alluvione, dopo i morti, sono arrivati i dubbi. E una scena al limite del grottesco. Forse oltre. Un assessore che annuncia lo stop all’outlet. L’altro che, nella stanza accanto, assicura che si farà. Sarebbe da non crederci, se le telecamere di Primocanale non testimoniassero l’accaduto. Ecco Renata Briano, assessore all’Ambiente, che spiega: “Intendiamo mettere in salvaguardia la zona, con inedificabilità assoluta”. E se i lavori partissero prima? “Noi abbiamo già portato in giunta un provvedimento che dà mandato all’assessorato di fare un approfondimento. Certo ci vogliono i tempi tecnici. Dalla prima analisi che abbiamo, l’area è in una zona alluvionata. In questo momento zona rossa piena”.
Tutto chiaro? Neanche per sogno. Basta sentire Marilyn Fusco, vice-presidente della Regione e assessore all’Urbanistica: “Sinceramente sull’outlet questo stop a me ancora sulla scrivania non è arrivato e non me ne hanno nemmeno parlato. Questo progetto è arrivato alla sua definizione e l’area che interessa questa costruzione non è vicino ad aree esondabili. Non è in zona rossa, altrimenti non avrebbero dato valutazione ambientale positiva quando hanno approvato il progetto”. Così Fusco. Insomma, due posizioni opposte. Da parte di due assessori della stessa maggioranza e della stessa Regione.
Molti tra i critici facevano notare che Fusco e l’Idv ligure (il suo partito) si sono sempre fatti notare per le loro posizioni pro-mattone. Gli esempi non mancano, a cominciare dalla discussione sul piano casa della Regione, quando Fusco si attestò su posizioni vicine al centrodestra e ai costruttori. Suscitando un mezzo terremoto nella maggioranza, dove pure il Pd non è certo nemico del cemento. Poi quando si è trattato di discutere del nuovo contestatissimo waterfront della Spezia, un progetto che prevede di costruire sul lungomare cittadino grattacieli, parcheggi e alberghi per centinaia di migliaia di metri cubi. Un’iniziativa che, come accade spesso in Liguria, vede uniti il centrosinistra (che governa la città) e il centrodestra (nella società Waterfront spa siedono i fedelissimi dell’onorevole Luigi Grillo, l’amico dei furbetti del quartierino). E Fusco non ha perso occasione per difendere il progetto, guadagnandosi l’appellativo di “assessore al mattone”.
E anche dietro al progetto di Brugnato ci sono tanti politici. Di entrambi gli schieramenti. Pochi si fanno la domanda che invece si pone Stefano Sarti, presidente ligure di Legambiente: “Che cosa sarebbe successo al momento dell’alluvione con decine di auto nel piazzale e centinaia di persone dirette ai negozi?”.
Gli ambientalisti, ma anche tanti abitanti, sono preoccupati: le gallerie commerciali e i servizi collegati saranno realizzati in una zona compresa tra il fiume – che un anno sì e l’altro pure esonda – e il casello autostradale. Non solo: mettendo cemento dove adesso c’è la terra, si realizza una piattaforma impermeabile dove l’acqua piovana correrà ancora più veloce. Aggravando gli effetti delle piogge, perché il progetto ha dimensioni non esattamente trascurabili: 22mila metri quadrati di superficie e parcheggio per 2.000 auto.
Ma nessuno finora se n’era curato più di tanto. Poi è intervenuto il destino: la marea di fango è arrivata due settimane prima della data prevista per la posa della prima pietra. Così tutti hanno dovuto rivedere i loro piani. Almeno ufficialmente. Ma, passata l’alluvione, ecco che il partito del “sì” rialza la testa. La società “San Mauro”, che ha seguito il progetto “ShopInn Brugnato Cinque Terre”, è guidata dall’avvocato Marina Acconci notoriamente vicina ai vertici regionali del Pd. Una professionista nota in città anche per il suo passato come presidente della Festival crociere (società protagonista del più clamoroso crack della marineria italiana, nel cui cda sedevano diversi imprenditori amici del centrosinistra locale e nazionale). Acconci ha dichiarato: “Non voglio fare dichiarazioni, perché vista la tragedia che si è abbattuta su Brugnato e lo spezzino questo non è il momento delle polemiche. Mi limito solo a sottolineare che dove si trovano i terreni dell’outlet, non esistono vincoli idrogeologici perché non ci sono rischi e, anche quando l’area è stata allagata, l’acqua non è arrivata con violenza e non abbiamo subìto danni”.
Preoccupati gli abitanti, ma favorevole la politica. Il progetto ha avuto una benedizione bipartisan. L’outlet è sponsorizzato dal sindaco leghista di Brugnato (unico amministratore del Carroccio in questa zona “rossa”), ma è stato sostenuto anche dal centrosinistra.
I critici mettono l’accento sulla partecipazione alla votazione di consiglieri e assessori che hanno familiari proprietari delle aree su cui si realizzerà l’outlet. E c’è chi ancora ricorda, come Marco Preve su Repubblica, che il posto di direttore del marketing nella società è occupato da Luca Natale che era capo dell’ufficio stampa del Parco delle Cinque Terre. Nei suoi confronti – per quanto si tratti di una posizione marginale – è stata avanzata una richiesta di rinvio a giudizio per favoreggiamento nei confronti dell’ex presidente del Parco, Franco Bonanini.
Non solo. Si va avanti nonostante i ricorsi al Tar presentati da Confesercenti e Legambiente che sostengono vi si stata una violazione delle leggi sul commercio e della procedura di Valutazione Ambientale. Infine un “dettaglio”: la San Mauro ha incaricato di seguire il progetto due professionisti che per anni erano stati consulenti tecnici del Comune proprio in materia di pianificazione urbanistica. Insomma, sono passati senza colpo ferire da una parte all’altra della barricata.
Chissà che fine farà il progetto dell’outlet con i due assessori che si contraddicono a vicenda. Intanto a pochi chilometri di distanza si prepara la realizzazione di un mega porticciolo da quasi mille posti barca. Fortemente voluto dal centrosinistra e portato avanti da una società di cui fa parte la banca “rossa” del Monte dei Paschi di Siena. Moli e cemento proprio dove il Magra, fiume dalle piene devastanti, sfocia in mare. Poi ci sarebbe la legge votata dalla Regione Liguria il 20 luglio scorso (e duramente contestata dal Wwf) che riduce da dieci a tre metri la distanza minima delle case dai fiumi. Gli effetti della politica ligure del territorio si vedranno alla prossima alluvione.