Ora che abbiamo scoperto che l’Italia paga per il suo debito a sei mesi come il Portogallo cosa succederà? Probabilmente quello che è già accaduto agli altri Paesi europei che sono entrati nella fase terminale della crisi finanziaria. Martedì sarà il giorno della verità quando il Tesoro emetterà 8 miliardi di Btp sperando che qualcuno se li compri, una speranza molto labile perché venerdì nessuno voleva acquistare i due miliardi di Ctz con scadenza 2013.
La leggenda della solidità delle banche italiane si basa sul presupposto che esse riescano comunque a raccogliere denaro pagando tassi d’interesse ragionevoli. Ma alcuni istituti di credito non hanno più accesso al mercato internazionale e presto dovranno rivolgersi alla clientela italiana offrendo tassi superiori di del 4 o 5 per cento a quanto incassano sui mutui erogati. Quaanto potranno andare avanti in questa situazione? Da mercoledì in poi ogni giorno sarà quello buono per andare in crisi di liquidità e chiedere con urgenza una linea di credito internazionale. Al Tesoro sperano che sia la Bce a comprare i nostri titoli di Stato stampando tutti gli euro che saranno necessari a coprire la nostra offerta.
Ma per il momento questa soluzione non è praticabile: la Germania non ha alcuna intenzione di aumentare la massa monetaria e importare inflazione per mantenere l’insostenibile stile di vita italiano e spagnolo, non ha intenzione di allargare i cordoni della borsa senza una contropartita senza un’effettiva e stabile cessione di sovranità che le consenta di controllare spese ed entrate di ogni singolo paese. La modifica dei trattati per consentire l’intromissione di Berlino nella politica di bilancio degli altri Stati richiede troppo tempo e troppe discussioni, la strada più veloce è quella di affondarli per poi offrire loro un finto salvagente targato Fondo monetario internazionale.
I tedeschi potrebbero consentire alla Bce di fornire liquidità illimitata al Fondo che a sua volta la presterebbe ai singoli stati con condizioni capestro. Una volta accettata la linea di credito del Fmi per l’Italia si chiuderebbe la via di accesso al mercato, perché tutti i prestiti effettuati dal fondo sono ‘ senior ’ cioè hanno il diritto ad essere pagati prima di ogni altra obbligazione dello Stato debitore. Con questa condizione chi comprerebbe più un Btp? Il fondo costringerebbe l’Italia a privatizzare tutte le aziende e le infrastrutture pubbliche oltre che a varare a misure fiscali draconiane che deprimerebbero il paese per i prossimi dieci anni. Ma anche questo non servirebbe a tirarci fuori dai guai. Gli interventi del Fmi hanno avuto successo solo quando sono stati accompagnati da massicce svalutazioni della moneta del Paese in crisi, non si è mai verificato nella storia il salvataggio di un Paese a cambio fisso. L’euro salirà presto sul banco degli imputati, colpevole di avere un’architettura e una governance arzigogolata e inadatta ai mercati moderni. Mario Monti è stato uno dei grandi sostenitori della moneta unica, un suo strenuo difensore e probabilmente non riuscirà a rinnegare le sue idee ed il suo passato. Ma è inevitabile che le forze politiche aprano questa discussione che sarebbe opportuno passasse per una consultazione popolare. Il ricorso al Fondo monetario senza un dibattito democratico sarebbe, questa si, una sospensione prolungata della democrazia che potrebbe produrre conseguenze irreparabili sulla tenuta sociale del Paese. www. superbonus. name