Tassa sulle barche e i beni di lusso, super Ici per seconde e terze case, aumento delle aliquote Irpef di 2 (ma anche fino a 3) punti per gli scaglioni oggi al 41 e 43%, tagli a sanità e trasporti. Sarebbero queste alcune delle misure introdotte nella nuova manovra del premier Mario Monti, che la presenterà ufficialmente lunedì prossimo (alle 16 alla Camera, verso le 18 al Senato) dopo aver incontrato le parti sociali (sabato) e i leader dei partiti (domenica). Un pacchetto di interventi che, nel complesso, potrebbe avere un peso complessivo di 25 miliardi di euro. Accanto alla correzione del deficit, per circa metà del totale, infatti, ci sarà anche un pacchetto di misure per la crescita. Per reperire risorse, del resto, l’esecutivo starebbe pensando ad un incremento di due punti percentuali delle aliquote Irpef più alte, quelle al 41 e al 43%.
Barche, beni di lusso, patrimoniale leggera e Ici- Sarebbe una delle principali novità che potrebbe contenere la finanziaria anticrisi. Si tratterebbe di tassare i “diritti di stazionamento delle imbarcazioni”, quindi l’imposta non riguarderebbe il possesso di una barca, bensì il suo stazionamento in un porto turistico. Un intervento, quello allo studio, il cui gettito andrebbe a finanziare la prevista riduzione dell’Irap, insieme ad un nuovo e probabile aumento dell’Iva. Questa misura va ad aggiungersi a una patrimoniale ‘leggera’ nell’ambito del cosiddetto ‘pacchetto casa’. Questa misura prevederebbe un meccanismo impositivo progressivo che andrebbe ad incidere su coloro che possiedono più di un’abitazione. Una tassa, quindi, che andrebbe a ‘colpire’ i proprietari di seconde e terze case. Nel pacchetto fiscale, da cui dovrebbe arrivare più della metà del valore della manovra, c’è anche il ritorno dell’Ici sulla prima casa, che avrà un peso specifico più basso di quella eliminata dal governo Berlusconi e sarà contraddistinta da un’ampia ‘manovrabilità’ per i Comuni. Per le entrate, inoltre, arriva l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti e la riduzione della soglia per la tracciabilità (con tutta probabilità 500 euro).
Credito di imposta e bonus energia – Arriva un credito di imposta ”per attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale”: varrà il 12% dei costi sostenuti fino a 1 milione di euro. Arriva una detrazione di imposta del 19% per le persone fisiche che dichiarano oltre 100mila euro e investono in fondi di venture capital (normalmente destinati a innovazioni e ricerca) o in start up. Lo prevede la bozza della manovra. L’investimento massimo potrà essere di 1 milione e durare 3 anni. Quindi la detrazione massima è 190mila euro. Verranno prorogate anche negli anni 2012-2013 e 2014, inoltre, le detrazioni dall’imposta lorda per interventi di efficienza energetica.
Aliquote Irpef – Il governo starebbe valutando anche l’aumento delle aliquote Irpef di 2 (ma anche fino a 3) punti per gli scaglioni oggi al 41 e 43% che passerebbero così al 43 e 45%.
Liberalizzazione vendita carburanti – “In materia di sviluppo concorrenziale del settore della distribuzione dei carburanti, i gestori dei singoli punti di vendita di carburante al dettaglio possono liberamente rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore”: secondo l’Ansa, sarebbe una delle misure contenute nella manovra.
Pensioni: addio finestra mobile, ipotesi ‘quota 42’ – Pensionamento anticipato per la cosiddetta “finestra mobile”, alias il meccanismo di decorrenza una volta raggiunti i requisiti per l’accesso alla pensione introdotto con la manovra del 2010 a partire dal 2011. Il meccanismo che faceva slittare di un anno per i dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi il momento in cui si percepiva effettivamente l’assegno, infatti, dovrebbe essere “assorbito” dai nuovi requisiti per l’accesso alla pensione, che sarebbero innalzati di almeno un anno. Gli anni di contributi necessari per l’accesso alla pensione indipendentemente dall’età dovrebbero essere con tutta probabilità 42 (adesso il requisito è a 40 ma a questo va aggiunto un anno di decorrenza per i dipendenti e 18 mesi per gli autonomi). Scontato il passaggio al contributivo pro rata per tutti dal 2012 e l’aumento delle aliquote per i lavoratori autonomi, ma anche una stretta ulteriore sulle quote per le anzianità e un’accelerazione dell’adeguamento dell’età di vecchiaia delle donne del privato a quella degli uomini e delle donne del settore pubblico.
Sanità e trasporti – Il taglio di 2,5 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale, previsto dalla manovra di agosto per il 2013, potrebbe essere anticipato già all’anno prossimo. E per il 2013 potrebbe arrivare a 5 miliardi di euro. Nel 2012, inoltre, il Servizio sanitario nazionale avrebbe meno costi pari a 600 milioni grazie alla razionalizzazione della spesa farmaceutica, oltre ad una ulteriore riduzione di quasi 1,2 miliardi per il blocco dei contratti al personale. Il Fondo sanitario nazionale, al quale il Patto par la salute 2010-2012 assicurava 104,6 miliardi per il 2010, 106,9 per il 2011 e 108,7 per il 2012, scenderebbe, il prossimo anno, a poco più di 106 miliardi. Tra il 2012 e il 2014, secondo calcoli delle Regioni, complessivamente il finanziamento del Servizio sanitario nazionale subirà tagli per circa 17 miliardi di euro. Non finiscono le pessime notizie per i governatori delle Regioni, che da tempo chiedevano nuove risorse per il trasporto pubblico locale. Quest’ultimo, per il quale sono stati previsti finora trasferimenti solo per 400 milioni di euro, perderebbe dunque più di 1 miliardo e mezzo rispetto agli anni passati. Ai governatori, quindi, toccherà aumentare l’accisa sui carburanti per trovare i fondi utili a finanziare un settore di fondamentale importanza.
Piano carceri – Per la realizzazione di nuove strutture carcerarie “si ricorre in via prioritaria alle procedure in materia di finanza di progetto”. E’ quanto prevede la bozza della manovra che sarà presentata lunedì. I costi di queste strutture possono essere finanziati interamente con capitale privato. La norma ha come obiettivo quello di “fronteggiare la grave situazione di emergenza conseguente all’eccessivo affollamento delle carceri”.
Piano edilizia abitativa – Per gli interventi previsti dal piano nazionale per l’edilizia abitativa arriva una semplificazione: non saranno più necessari decreti del presidente del Consiglio dei ministri ma basteranno decreti del ministro per le Infrastrutture. Nella nota tecnica si stima in “due mesi” la riduzione dei tempi attualmente applicati.