E continua la galleria di mostri, nonostante l’emergenza nazionale, europea, mondiale. Nonostante la buona borghesia competente sia tornata al governo scalzando l’armata stracciona dei famigli di Berlusconi. Eccone un altro: Franco Nicoli Cristiani. Un “cinghialone” imbottito di colazioni di lavoro e mazzette. Uno che sonnecchia nello svolgimento delle sue stipendiatissime mansioni, ma si sveglia quando deve difendere la Principessa Minetti dall’assalto dei reprobi, i mai abbastanza esecrati giornalisti. Uno che, come troppi, pur condannato (e prescritto) viene abilitato a proseguire la sua carriera, nel solco dell’indiscusso leader del degrado della politica.
È legittimo sperare che si faccia un po’ di pulizia? Stanare tutti i parassiti che vendono la cosa pubblica come se fosse roba loro, si gonfiano di stecche fino a passare il tonnellaggio di una portaerei e continuano a trafficare, nelle pieghe delle istituzioni, dove nessuno guarda e perciò nessuno vede, è possibile oppure no? Con che faccia si chiede ai cittadini di fare sacrifici quando questi ciccioni si ostinano a ingrassare a spese della collettività? La guardo, dottor Nicoli Cristiani, la giacca sbottonata, l’occhio metallizzato, il cipiglio da incazzato e, mi coglie, irresistibile, l’impulso di prenderla a sberle. Vendicherei i giornalisti minacciati. E non solo loro.
(Foto Lapresse)
Il Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2011