La conferma dell’esenzione dal pagamento dell’Ici per la Chiesa. Ma non solo. Nessuna rivalutazione delle rendite catastali per gli immobili della Chiesa. Ecco una delle sorprese contenute nel decreto salva-Italia, come rivela Il Sole24Ore con un effetto sulle casse dell’erario stimato in 400 milioni di euro l’anno. Insomma, un vero e proprio tesoretto per le zoppicanti casse dello Stato alla perenne ricerca di denaro fresco.
Scrive il quotidiano economico milanese: “La vera novità della manovra è il congelamento delle rendite catastali per gli edifici destinati alle funzioni core svolte Oltretevere”. Perché? Perché mentre per le abitazioni il moltiplicatore per la rivalutazione è passato in un colpo solo da 100 a 160, per i negozi e le botteghe da 34 a 55 e per gli uffici da 50 a 80, sugli immobili di classe B (dai collegi alle scuole, dai seminari ai convitti) l’asticella è rimasta a 140 come fissato da un Decreto legge del 2006. Tradurre in euro tale beneficio – che riguarda, va precisato, quegli immobili sui cui oggi la Chiesa paga l’Ici perché hanno risvolti commerciali – non è possibile perché la relazione tecnica al decreto non chiarisce quanti degli 11 miliardi attesi dall’operazione-casa arrivi dal ritorno dell’imposizione sulla prima casa e quanta dal “tagliando” delle rendite”.
I numeri arrivano invece dall’altro fronte: la conferma dell’esenzione prevista dalla legge Ici del ’92, ribadita dal decreto attuativo 23/2011 del federalismo municipale e messa sotto osservazione dall’Ue con una procedura d’infrazione che potrebbe concludersi a breve, ricorda il Sole24Ore. Qui la manovra si limita a lasciare tutto com’è. Il prelievo non riguarderà quelli «destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive» se posseduti dai soggetti passivi d’imposta che «non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali». Un gruppo di cui fanno parte anche la Chiesa e il no profit. Secondo l’Anci, a dati 2007 (quando esisteva ancora l’Ici prima casa che da gennaio tornerà come Imu, ndr), l’esenzione vale 400 milioni. Anche se il presidente della commissione tecnica per il federalismo, Luca Antonini, riduce tale valore a 80-100 milioni.
Ora il Parlamento dovrà decidere se farli tornare utili nella rimodulazione dei sacrifici imposti dalla manovra. I partiti sono spaccati, la guerra tra poli è trasversale (leggi). E, mentre l’appello lanciato da Micromega supera le 88 mila adesioni, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, ha pubblicato di nuovo il suo editoriale del giorno prima nel quale definiva un «fantasma» quello dell’Ici sulla Chiesa.