Sostiene Massimo D’Alema, intervistato da La Stampa, che il governo Monti è stato un trionfo della politica, ma soprattutto del Pd, ma soprattutto di D’Alema, perché un mese fa “l’alternativa non era tra governo tecnico o elezioni, ma tra governo tecnico o permanenza di Berlusconi. Se non si fosse concretizzata l’ipotesi di Monti, la maggioranza di centrodestra non si sarebbe sfarinata e noi avremmo ancora il Cavaliere a Palazzo Chigi. Altro che politica morta… Si è trattato, al contrario, di una positiva operazione politica”. Strano: noi pensavamo che B. si fosse dimesso perché le azioni del suo gruppo erano precipitate in Borsa del 12 % in un solo giorno; ma soprattutto perché alla Camera era sceso a 308 deputati, 8 in meno della maggioranza, dunque sarebbe caduto al primo voto di sfiducia.
Avevamo anche letto da qualche parte che a portargli via l’ultima decina di “traditori” (Carlucci & C.) era stato Paolo Cirino Pomicino, usato da Casini come sherpa per traghettarli nell’Udc: ma evidentemente la Volpe del Tavoliere vuol farci capire che c’era il suo sulfureo zampino anche dietro l’Operazione Cirino. I suoi elettori superstiti, che già stravedono per Monti, ne saranno entusiasti e orgogliosi.
D’Alema spiega poi che andare alle elezioni non conveniva: si rischiava di vincerle (“non le abbiamo chieste nonostante i sondaggi a noi favorevoli”). Molto meglio il governo dei banchieri, perché “una classe dirigente seria sa sfidare anche l’impopolarità per riparare i guasti provocati dalla destra”. Il Molto Intelligente previene la domanda che sorge spontanea: ma sei fuori come un balcone? E replica: “Due mesi di campagna elettorale avrebbero fatto precipitare l’Italia nella condizione della Grecia”.
Sarà, ma due mesi di campagna elettorale han salvato la Spagna, che pareva sull’orlo del baratro e ora sta meglio di noi: di fronte alla prospettiva di un governo legittimato dagli elettori (peraltro al posto di Zapatero, non dei nostri banditi), i mercati han dato agli spagnoli il tempo necessario di votarlo. E non si vede perché non avrebbero dovuto farlo anche con noi. Si dirà: perché la nostra legge elettorale non garantisce la maggioranza nei due rami del Parlamento. Vero: ma, in nome dell’emergenza, il centrosinistra avrebbe potuto presentarsi agli elettori col Terzo polo e Monti candidato premier di un governo a tempo, due anni non di più, che facesse le riforme più urgenti e poi riportasse l’Italia alle urne, con una legge elettorale decente, destra e sinistra di nuovo su fronti contrapposti. Prevedibilmente quello schieramento avrebbe stravinto, avrebbe raso al suolo B., e all’inizio dell’anno avremmo avuto ugualmente un governo Monti. Ma non piovuto dal cielo o dal Colle o dal caveau di qualche banca: consacrato dal consenso degli elettori, dunque politicamente responsabile e non più ricattato da B. e da nessun altro.
Cioè in grado di far pagare il giusto agli evasori, a Mediaset, alla Chiesa e forse persino alla Casta. Cosa che oggi non può fare, anche se quel mattacchione di D’Alema riesce a dire che Monti “fa pagare pure i ricchi”. Chissà quali ricchi ha in mente. Forse il banchiere Geronzi, che ieri ha raccontato al Corriere del suo “ottimo rapporto con D’Alema e Fassino”? O forse Finmeccanica di Guarguaglini e Borgogni, che foraggiava la fondazione dalemiana Italianieuropei sebbene la legge proibisca alle società pubbliche di finanziare la politica? Sull’Ici alla Chiesa, Max spiega che “bisogna studiare una soluzione, esentando gli edifici adibiti al culto e quelli utilizzati per fini sociali”. Ecco, bravo: mentre lui studia, sapete chi è stato a esentare gli edifici religiosi all’Ici se esercitano “finalità non esclusivamente commerciale”, aggirando i paletti imposti dalla Cassazione? Un decreto del 2006 firmato dall’allora ministro dello Sviluppo economico. Che non era il cardinal Ruini, e nemmeno Bertone. Era Pier Luigi Bersani.
Il Fatto Quotidiano, 10 dicembre 2011
Marco Travaglio
Direttore de Il Fatto Quotidiano e scrittore
Politica - 10 Dicembre 2011
La Volpe colpisce ancora
Sostiene Massimo D’Alema, intervistato da La Stampa, che il governo Monti è stato un trionfo della politica, ma soprattutto del Pd, ma soprattutto di D’Alema, perché un mese fa “l’alternativa non era tra governo tecnico o elezioni, ma tra governo tecnico o permanenza di Berlusconi. Se non si fosse concretizzata l’ipotesi di Monti, la maggioranza di centrodestra non si sarebbe sfarinata e noi avremmo ancora il Cavaliere a Palazzo Chigi. Altro che politica morta… Si è trattato, al contrario, di una positiva operazione politica”. Strano: noi pensavamo che B. si fosse dimesso perché le azioni del suo gruppo erano precipitate in Borsa del 12 % in un solo giorno; ma soprattutto perché alla Camera era sceso a 308 deputati, 8 in meno della maggioranza, dunque sarebbe caduto al primo voto di sfiducia.
Avevamo anche letto da qualche parte che a portargli via l’ultima decina di “traditori” (Carlucci & C.) era stato Paolo Cirino Pomicino, usato da Casini come sherpa per traghettarli nell’Udc: ma evidentemente la Volpe del Tavoliere vuol farci capire che c’era il suo sulfureo zampino anche dietro l’Operazione Cirino. I suoi elettori superstiti, che già stravedono per Monti, ne saranno entusiasti e orgogliosi.
D’Alema spiega poi che andare alle elezioni non conveniva: si rischiava di vincerle (“non le abbiamo chieste nonostante i sondaggi a noi favorevoli”). Molto meglio il governo dei banchieri, perché “una classe dirigente seria sa sfidare anche l’impopolarità per riparare i guasti provocati dalla destra”. Il Molto Intelligente previene la domanda che sorge spontanea: ma sei fuori come un balcone? E replica: “Due mesi di campagna elettorale avrebbero fatto precipitare l’Italia nella condizione della Grecia”.
Sarà, ma due mesi di campagna elettorale han salvato la Spagna, che pareva sull’orlo del baratro e ora sta meglio di noi: di fronte alla prospettiva di un governo legittimato dagli elettori (peraltro al posto di Zapatero, non dei nostri banditi), i mercati han dato agli spagnoli il tempo necessario di votarlo. E non si vede perché non avrebbero dovuto farlo anche con noi. Si dirà: perché la nostra legge elettorale non garantisce la maggioranza nei due rami del Parlamento. Vero: ma, in nome dell’emergenza, il centrosinistra avrebbe potuto presentarsi agli elettori col Terzo polo e Monti candidato premier di un governo a tempo, due anni non di più, che facesse le riforme più urgenti e poi riportasse l’Italia alle urne, con una legge elettorale decente, destra e sinistra di nuovo su fronti contrapposti. Prevedibilmente quello schieramento avrebbe stravinto, avrebbe raso al suolo B., e all’inizio dell’anno avremmo avuto ugualmente un governo Monti. Ma non piovuto dal cielo o dal Colle o dal caveau di qualche banca: consacrato dal consenso degli elettori, dunque politicamente responsabile e non più ricattato da B. e da nessun altro.
Cioè in grado di far pagare il giusto agli evasori, a Mediaset, alla Chiesa e forse persino alla Casta. Cosa che oggi non può fare, anche se quel mattacchione di D’Alema riesce a dire che Monti “fa pagare pure i ricchi”. Chissà quali ricchi ha in mente. Forse il banchiere Geronzi, che ieri ha raccontato al Corriere del suo “ottimo rapporto con D’Alema e Fassino”? O forse Finmeccanica di Guarguaglini e Borgogni, che foraggiava la fondazione dalemiana Italianieuropei sebbene la legge proibisca alle società pubbliche di finanziare la politica? Sull’Ici alla Chiesa, Max spiega che “bisogna studiare una soluzione, esentando gli edifici adibiti al culto e quelli utilizzati per fini sociali”. Ecco, bravo: mentre lui studia, sapete chi è stato a esentare gli edifici religiosi all’Ici se esercitano “finalità non esclusivamente commerciale”, aggirando i paletti imposti dalla Cassazione? Un decreto del 2006 firmato dall’allora ministro dello Sviluppo economico. Che non era il cardinal Ruini, e nemmeno Bertone. Era Pier Luigi Bersani.
Il Fatto Quotidiano, 10 dicembre 2011
PADRINI FONDATORI
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Indennità, il taglio sarà rinviato. “Governo non può intervenire, spetta al Parlamento”
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Ucraina, telefonata Rubio-Lavrov. Zelensky: “testato” e “utilizzato” il Long Neptune, missile con gittata di 1000 km. Può colpire Mosca
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Ecco perché il Piano di ripresa ancora non è decollato: il catalogo dei ritardi. Mancano 15 mesi al traguardo ma solo un quarto dei progetti avviati è completato
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Papa Francesco: “Sto affrontando un periodo di prova”. Bambini in preghiera sul piazzale del Gemelli
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.