Buone notizie per la Verlicchi di Zola Predosa. Nell’incontro di oggi tra i sindacati e i possibili compratori è stato trovato un accordo. Se non ci saranno colpi di scena dell’ultimo minuto ad acquistare marchio e macchinari sarà dunque la Donati di Vicopisano. Venerdì 16 invece sarà il momento dell’asta. “Ancora non c’è nulla di certo al 100% – spiega Cesare Evangelisti, operaio della Verlicchi – ma possiamo dire che se tutto andrà come deve sarà la Donati a rilevare la fabbrica. Poi se si presenteranno altri compratori meglio, ma in questo momento di crisi mi sembra improbabile”.
Resta però la nota dolente degli esuberi. Il piano industriale presentato dalla Donati non prevede infatti la riassunzione di tutti i lavoratori. Su 165 persone solo 90 avranno la fortuna di riprendere a lavorare da qui al 2014. Per chi resterà tagliato fuori è prevista la cassa integrazione in deroga fino a tutto il 2013. Ma se in Verlicchi ci saranno nuove assunzioni, la scelta ricadrà sugli ex operai dello stabilimento. Nel frattempo ci sarà la possibilità di attivare i fondi europei per la globalizzazione (Feg) per riconvertire chi non riuscirà a rientrare al lavoro. “Purtroppo non possiamo dirci pienamente soddisfatti perché non tutti saranno riassunti – spiega Nicola Patelli della Fiom – continueremo però a lavorare perché a tutti siano garantite il massimo delle possibilità in termini di cassa integrazione, possibilità formative e di reinserimento lavorativo”.
“La Donati – spiega Evangelisti – ci sembra un’azienda seria, che ha voluto guardare tutte le carte, ha visitato la nostra fabbrica e ha parlato con gli operai”. Se tutto andrà come previsto una boccata d’ossigeno per la Verlicchi, uscita da poco da una crisi che pareva irreversibile grazie alle proteste dei suoi operai e al picchetto che per settimane, questa primavera, impedì ai vecchi proprietari di smantellare la fabbrica, ormai in una crisi che pareva irreversibile.
Picchetto inaugurato il 14 marzo scorso quando i lavoratori dello stabilimento di Zola Predosa si resero conto che nella notte i macchinari erano stato imballati e pronti ad essere portati via. Da lì partì un presidio h24 per impedire la chiusura di una fabbrica d’eccellenza per la meccanica emiliana. “Due mesi di trattative ambigue e contraddittorie in cui ad un certo punto non si è più capito con chi stavamo trattando e a che titolo – spiegò in quei giorni il legale della Fiom Franco Focareta.
Una vicenda paradossale per un’azienda che nel 2009 fatturava ancora 40 milioni di euro, e che due anni dopo venne venduta al prezzo simbolico di un euro a JBF Pontedera, azienda senza capitale sociale titolare di una squadra di basket femminile.
Alla fine la richiesta di sequestro cautelare sui beni della Verlicchi e la nomina di un curatore fallimentare hanno stabilizzato la situazione, e gli operai hanno continuare a lavorare per i clienti storici dello stabilimento. “Bmw e Ducati continuano a darci commesse. Segno – conclude Evangelisti – che la Verlicchi è fatta sopratutto dalla professionalità dei suoi operai”.