Liberalizzazioni, Pd in pressing sul governo Monti: “Supereremo resistenze con tenacia”
Sulla questione del mercato libero, intervento duro di Confindustria: "Inaccettabile che il governo abbia ceduto alle queste pressioni" ha detto il presidente Marcegaglia. Prima le rassicurazioni del premier e del ministro Passera: "Andremo avanti con tenacia"
Guerra sul tema delle liberalizzazioni, battaglia leghista alla Camera. Sono gli ingredienti di una giornata politica scandita non dagli appuntamenti parlamentari (il ministro Giarda che annuncia la fiducia sul provvedimento), bensì dalle pressioni sul governo da parte di Pd e Confindustria sul tema del mercato libero e dal comportamento del Carroccio in aula. La strategia ‘padana’ è chiara: ostruzionismo a oltranza, proteste e caos organizzato. Dopo quanto accaduto ieri durante l’audizione del premier Monti al Senato, oggi è successa la stessa cosa alla Camera, dove si stava discutendo la manovra. Le nuove provocazioni del Carroccio (cartelli e proteste) hanno costretto il presidente Fini prima a far allontanare dall’aula i deputati Rainieri e Buonanno, poi sospendere la seduta. Alla ripresa, però, la musica non è cambiata: quando il ministro Giarda ha annunciato che il governo metterà la fiducia sul provvedimento, la sua voce era coperta dalle urla provenienti dai banchi del Carroccio.
Una strategia, quella leghista, studiata a tavolino e riguardante ogni aspetto del recente modus operandi del Carroccio. E’ andata avanti fino alle 4.30, del resto, la maratona notturna portata avanti dalla Lega Nord nell’Aula della Camera per intervenire a raffica sul complesso di emendamenti alla manovra economica. I deputati del Carroccio, che si sono riuniti alle 21, sono stati gli unici a intervenire in questa seduta priva però di votazioni visto che i capigruppo avevano deciso che non potevano esserci voti prima delle ore 10 di oggi. Stamattina, il governò metterà la fiducia sul provvedimento che sarà votato entro venerdì sera.
In tal senso, proprio il Carroccio, insieme all’Italia dei Valori sono gli unici ad aver annunciato il loro voto contrario alla manovra, che invece raccoglierà il parere favorevole – seppur tra molti dubbi e altrettanta delusione di Partito democratico, Popolo della Libertà e Terzo Polo. Il Pd, in particolar modo, ieri si è detto esterrefatto della debolezza del governo sulla questione delle liberalizzazioni, tema sul quale oggi è intervenuto il ministro Corrado Passera. “Il governo andrà comunque fino in fondo perché dobbiamo aprire il mercato” ha detto il titolare dello Sviluppo economico. Sulla questione, dura la Confindustria, che con Emma Marcegaglia ha definito “inaccettabile” l’atteggiamento del governo, che ha ceduto alle pressioni delle lobby sulle liberalizzazioni. Per il Pdl ha parlato invece direttamente Berlusconi, alla presentazione del libro di Bruno Vespa: sì alla manovra, che al momento “è il male minore”, ma per il futuro l’appoggio del Pdl al governo Monti, che definisce “disperato”, non è più così scontato. Anzi, “non è detto che il governo Monti duri”.
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20.57 – Berlusconi indeciso se parlerà domani. “Sono ancora indeciso se parlare domani alla Camera” in occasione del voto di fiducia sulla manovra. “E’ molto difficile parlare in questo momento -spiega l’ex premier- perchè molte misure sono contrarie a quello che vorremmo noi da liberali veri”.
19.59 – D’Alema: difficoltà uscita crisi è responsabilità tedesca. La Germania ha una responsabilità oggettiva nelle difficoltà incontrate dall’Europa per uscire dalla crisi finanziaria. Lo sottolinea Massimo D’Alema intervenendo oggi ad un convegno sulla difesa comune europea organizzato, tra gli altri, dalla fondazione Italianieuropei e dalla fondazione Istituto Gramsci. “C’e’ una responsabilita’ della Germania che dovrebbe ricordare che il debito degli altri si specchia nel surplus tedesco” ha rilevato D’Alema, per il quale “anche la Germania, alla lunga, rischia di pagare un deficit di sviluppo”.
19.45 – Chiti: “Comportamento Lega sconcertante”. ”Appare sconcertante l’atteggiamento di alcuni partiti che di fronte a una situazione drammatica del Paese pensano di piantare bandierine e di essere irresponsabili anzichè di farsi carico della situazione, cercando di migliorare i provvedimenti”, ha detto il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, a margine di un convegno a Pescara.
19.22 – Berlusconi: “Scelto il male minore”. “Siamo in un’emergenza e quando si è in emergenza, si tratta di scegliere il male minore”. Per questo motivo “voteremo la manovra” del governo Monti, nonostante le molte perplessità. Lo sottolinea Silvio Berlusconi, durante la presentazione del libro di Vespa. L’ex premier spiega: “Se votassimo no al provvedimento che siamo riusciti a cambiare in molti punti, creeremmo un danno al Paese molto superiore all’approvazione di questo decreto che contiene molte disposizioni che potremo sicuramente cambiare in futuro quando e se gli italiani ridessero a noi il governo del Paese”.
19.14 – Pionati domani si asterrà dal voto. ‘La fiducia a Monti, domani, è l’ultimo atto di responsabilità verso un governo che sta compiendo errori fondamentali. Il segno del cambiamento non si vede ed è per questo che nel merito del provvedimento, dopo il sì alla fiducia, potremmo astenerci”. Lo dice Francesco Pionati, segretario dell’Alleanza di Centro e portavoce del gruppo Popolo e Territorio, a margine della riunione del gruppo degli ex ‘Responsabili’ che in queste ore sta decidendo l’atteggiamento in Aula alla Camera sulla manovra. “L’orientamento che tra noi sta emergendo è di votare la fiducia, ma astenersi sul voto finale alla manovra, per esprimere dissenso rispetto alle cose che il governo Monti sta facendo”, spiega Pionati.
19.11 – Terminato incontro Napolitano-Monti
18.12 – Monti da Napolitano al Quirinale.
18.09 – Berlusconi: “Non è persa alleanza con Bossi, da sola la Lega perde”. E’ quanto detto dall’ex premier Silvio Berlusconi, che poi ha parlato della situazione economica del Paese: “C’e’ un reale rischio che ci sia la depressione”, rischio che riguarda “l’Italia ma non solo il nostro Paese” ha detto Berlusconi, presentando l’ultimo libro di Vespa. L’ex premier, poi, parlando di Monti ha detto che “è disperato, ha fatto retromarcia su tutto”.
18.07 – Serrata delle edicole 27-28-29 dicembre. Tre giorni di serrata delle edicole: i sindacati di categoria annunciano per il 27-28-29 dicembre la chiusura totale per protestare contro la liberalizzazione varata con la manovra. Pur senza alcun riferimento esplicito nel testo la categoria sarebbe l’unica rimasta tra quelle su cui si è tentata la liberalizzazione, poi rinviata o alleggerita.
17.24 – Bonanni (Cisl): “Partiti tirano la pietra e nascondono la mano”. “Io non la voterei domani la fiducia sulla manovra perché deve essere più equa. Abbiamo apprezzato gli sforzi fatti ma la manovra è iniqua. Però, in questa storia incombe anche un sistema di partiti che tira la pietra e nasconde la mano”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.
17.00 – Monti: “Non ogni delocalizzazione sacrifica occupazione”. “Non ogni delocalizzazione è una penalizzazione del tessuto economico del Paese e una proiezione internazionale delle nostre imprese, con investimenti e attività all’estero, molto spesso non è un sacrificio della crescita dell’occupazione del Paese”. E’ uno dei passaggi dell’intervento di Mario Monti alla Conferenza degli ambasciatori al ministero degli Esteri. “Si deve oggi tenere conto – ha detto il presidente del Consiglio – di un contesto che vede in prima linea, accanto alle tradizionali potenze, nuovi influenti attori. Un contesto in cui – ha sottolineato – è imprescindibile cogliere le opportunità, anche nella ricerca di nuovi mercati, favorendo l’internazionalizzazione del nostro sistema economico e favorendo anche un’evoluzione della concezione della vita economica in Italia e una sempre maggiore consapevolezza che non ogni delocalizzazione è penalizzazione del tessuto economico del Paese”. Monti ha aggiunto quindi che “una proiezione internazionale delle nostre imprese con investimenti e attività all’estero molto spesso non è un sacrificio della crescita dell’occupazione del Paese”.
16.49 – Bersani a Monti: “Subito ammortizzatori sociali”. “Il prossimo passo del governo deve essere quello degli ammortizzatori sociali” per il lavoro. Lo chiede il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Si utilizzino i soldi “risparmiati con la riforma delle pensioni”. Su liberalizzazioni e su lavoratori precoci e penalizzazioni il Pd “non intende mollare” ha detto Bersani, secondo cui “quello che non abbiamo ottenuto fin qui, lo otterremo in seguito. Il Pd prosegue le sue battaglie”. “Sulle liberalizzazioni aspettiamo il governo al prossimo appuntamento. Il cambiamento è necessario e vorrei far presente che le liberalizzazioni non sono solo il mercato del lavoro e questo prima o poi si capirà”. Bersani, poi, è tornato sulla questione dell’articolo 18. “Non mi si venga a dire che il problema è l’articolo 18 – ha detto il segretario del Pd – Confindustria annuncia 800mila posti di lavoro in meno per il 2013. Non credo serva maggiore flessibilità in uscita. Più di così…”.
16.13 – Monti: “Stiamo facendo compiti a casa, qualche disagio per italiani”. “E’ doveroso trasferire nel dibattito politico nazionale la consapevolezza delle scelte da compiere e delle priorità necessarie per partecipare, in modo credibile, alle sfide della competizione”. E’ uno dei passaggi dell’intervento del presidente del Consiglio, Mario Monti, nel corso della cerimonia di apertura della Conferenza degli ambasciatori al ministero degli Esteri.
16.04 – Monti: “Rilanciato nostro patrimonio di simpatia all’estero”. “Siamo tutti impegnati a dare al Paese in tempi brevi un rinnovato senso di dignità e modesta fierezza nell’essere italiani”. Lo ha detto il premier Mario Monti, nel suo intervento alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina.
16.03 – Corte Cobas davanti Palazzo Chigi, traffico bloccato. Breve blocco del traffico davanti palazzo Chigi, dove una cinquantina di dimostranti appartenenti alle unioni sindacali hanno inscenato una manifestazione contro il governo. “Dal governo dei cialtroni, al governo dei padroni – sMontiamoli”, si legge su uno striscione che hanno esposto. Sul posto sono arrivate le forze dell’ordine che hanno chiuso la piazza al pubblico. Il corteo si sta ora dirigendo verso piazza Montecitorio.
15.50 – Boccuzzi verso astensione a voto manovra. “Ma prima sentirò gruppo Pd”. “Mi asterrò domani sulla manovra? Forse sì ma non ho ancora deciso. Prima voglio ascoltare che cosa si dice nella riunione del gruppo del Pd”. Lo dice il deputato Antonio Boccuzzi che, insieme ad un altro esponente Dem, sarebbe orientato ad astenersi sul voto sulla manovra. Intanto è in corso l’assemblea del gruppo Pd della Camera alla presenza del segretario Pier Luigi Bersani.
15.30 – Lega in piazza a Milano il 22 dicembre. Il coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli, annuncia che la il Carroccio scenderà in piazza a Milano, domenica 22 gennaio, in Piazza del Duomo. La partenza del corteo sarà da piazza Castello, con una manifestazione per protestare contro le misure previste dalla manovra economica, in particolare sulla casa e sulle pensioni. E’ quanto si legge in una nota.
15.27 – Moratti incontra Bocchino e Fini. L’ex sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha oggi incontrato alla Camera il leader di Fli, Gianfranco Fini. Prima dell’incontro con Fini, dal quale si è recata in visita accompagnata dal vicepresidente di Fli Italo Bocchino, Moratti ha incontrato alcuni deputati e il capogruppo Benedetto Della Vedova. L’ex sindaco di Milano si è poi recata a pranzo da Fini, nell’appartamento privato del presidente.
15.16 – Pionati: “Pdl dica no a scardinamento bipolarismo”. ”Il tentativo di utilizzare la parentesi Monti per scardinare il bipolarismo e far implodere i grandi partiti è evidente. Ma chi lo pilota ha fatto i conti senza l’oste perché la crisi è talmente dura che travolgerà tutti”. Lo dice il segretario dell’Adc Francesco Pionati, che aggiunge: “Il Pdl non si presti a questo gioco e punti ad aggregare i moderati nel segno di un rinnovamento radicale”.
14.55 – Bernini: “Pdl non condivide tutto, ma voterà a favore”. “Questa è una manovra impegnativa ed onerosa per il Paese, che il Pdl ha contribuito fortemente a migliorare a tutela delle fasce più deboli”. Lo afferma Anna Maria Bernini del Pdl. “Pur non condividendo alcuni elementi di profondo criticità, su cui in questi giorni di dibattito parlamentare anche la Lega si è soffermata, domani il Pdl voterà la fiducia con il senso di responsabilità che ne ha sempre contraddistinto ogni azione politica,consapevole della necessità di coesione nazionale indotta dalla gravità della situazione che attraversa il Paese e l’Europa”.
14.52 – Marcegaglia: “Nella manovra c’è sviluppo, ma non basta”. ”Sono d’accordo con il ministro Passera quando dice che nella manovra c’è una componente di sviluppo. E’ una manovra che, pur con le difficoltà del momento, su questo mette 6 miliardi di euro al 2014″, pone “le prime basi per le infrastrutture” e, “con il fondo di garanzia, aiuta le imprese ad affrontare il credit crunch che c’è ed è una grande preoccupazione, ma sulla crescita bisogna fare di più”. A sottolinearlo è il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, intervenendo al seminario del Centro studi di Confindustria. “Se non inneschiamo un meccanismo di maggiore crescita alimentiamo un circolo vizioso negativo che ci porterà in una situazione impossibile”, aggiunge Marcegaglia, che propone una serie di misure necessarie per tornare a crescere: risolvere il problema dei “pagamenti da parte della pubblica amministrazione verso le imprese; aumentare la produttività; riprendere il discorso sulle privatizzioni affinché il pubblico esca dall’economia; tagliare la spesa”. Su quest’ultimo punto “è stato fatto un primo passo con le pensioni ma non basta”.
14.50 – Scilipoti: “Governo si accanisce su ceti medio-bassi”. “Il Governo Monti si accanisce sui ceti medio-bassi accentuando la recessione economica e le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza”. Domenico Scilipoti ribadisce cosi’ il suo no alla manovra Monti. “Dove sono – aggiunge – i promessi tagli agli enti inutili, e gli interventi a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie con redditi medio bassi?”.
14.46 – Bossi: “Se vedo Berlusconi mi metto a ridere”. Vedrà Berlusconi? “Non lo so, non l’ho sentito”. Ma se dovesse incontrare il Cavaliere? “Mi metto a ridere”. Risponde così ai cronisti il leader della Lega Nord Umberto Bossi, lasciando il gruppo al Senato. Bossi, poi, ha detto che il Cavaliere “appoggia un governo che fa tutto il contrario di quello che faceva lui prima”.
14.19 – Manovra, domani in mattinata fiducia e a sera voto finale. Nonostante lo slittamento dell’annuncio della fiducia, dato dal governo questa mattina alle 11.30 anziché alle 10 previste, resta sostanzialmente invariato il calendario del passaggio finale della manovra. L’Aula è convocata domani mattina per le 9 e alle 10 inizieranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia, con diretta televisiva. Al termine, intorno a mezzogiorno, si comincerà con la chiama e tra le 13.30 e le 14 si dovrebbe conoscere l’esito del voto. Nel pomeriggio, i lavori riprenderanno con l’esame degli ordini del giorno. Alle 18 è previsto l’inizio delle dichiarazioni di voto sulla manovra e a seguire, verso le 19-19.30 al massimo a seconda del numero di interventi, il voto finale sul dl che passerà poi al Senato.
14.17 – Liberalizzazioni, Marcegaglia: “Governo ha ceduto a pressioni”. “La cosa più grave è che ancora una volta la politica, ed anche questo governo che ha al proprio interno gente che ha fatto nella libertà di mercato il suo credo, ha ceduto a queste pressioni. E’ inaccettabile”. Emma Marcegaglia parlà cosi delle liberalizzazioni. “Mi auguro, spero, chiedo, che il Governo cambi atteggiamento”.
14.14 – Francheschini (Pd): “Coraggio sulle liberalizzazioni”. ”Ho letto le dichiarazioni del ministro Passera sulle liberalizzazioni. Quando ci sono resistenze basta un po’ di coraggio per affrontarle. E nemmeno tantissimo”. Così il capogruppo Pd Dario Franceschini risponde in Transatlantico sulla motivazione con cui il ministro ha spiegato la frenata alle liberalizzazioni in manovra. “E’ stato il governo – osserva Franceschini – a presentare gli emendamenti che hanno annullato le liberalizzazioni su taxi, farmacie e autostrade. Contro il nostro parere”.
14.10 – Tetto stipendi P.A., spunta possibile deroga. Spunta una deroga al tetto degli stipendi della pubblica amministrazione, fissato dal decreto legge sulla manovra, che riguarda i vertici. “Con decreto del presidente del Consiglio dei ministri – si legge – possono essere previste deroghe motivate per le posizioni apicali delle rispettive amministrazioni ed è stabilito un limite massimo a titolo di rimborso spese”. L’articolo del decreto legge sullamanovra che riguarda le retribuzioni nelle pubbliche amministrazioni prevede che con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, venga ridefinito il trattamento economico annuo onnicomprensivo di chiunque riceva emolumenti o retribuzioni a carico delle finanze pubbliche nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con amministrazioni pubbliche statali, ivi incluso il personale non contrattualizzato, stabilendo come parametro massimo di riferimento il trattamento del Primo presidente della Corte di Cassazione. La stessa misura stabilisce che per il personale chiamato all’esercizio di funzioni direttive presso ministeri e altre amministrazioni pubbliche l’indennità o retribuzione non possa essere superiore al 25% del trattamento economico percepito.
14.04 – Monti: “Italiani stanno capendo sacrifici”. ”Ho l’impressione che gli italiani, pur avendo come tutti scarsissima simpatia verso i sacrifici, stiano capendo che l’alternativa non è la vita senza quei sacrifici ma la vita con sacrifici molto più grandi”. Lo dice il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine dell’incontro con i presidenti delle Regioni del Sud che partecipano al Piano d’Azione Coesione (Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna).
14.00 – Monti: “Governo indipendente ma dipende da politica”. “Non tutte quelle forze politiche” che appoggiano l’attuale governo “erano mosse da particolare entusiasmo verso l’imposta patrimoniale fattibile”. Lo afferma il premier Mario Monti al termine dell’incontro con le Regioni del Sud che partecipano al Piano d’Azione Coesione. Alcuni provvedimenti “non è stato facile farli condividere ad una parte della forze politiche rispetto alle quali siamo nati in condizione gravosa di autonomia ed indipendenza ma dai quali dipendiamo per la approvazione dei nostri”.
13.59 – Monti: “Senza manovra sacrifici molto grandi per l’Italia”. “Non voglio spaventare troppo gli italiani, ma senza questa manovra ci sarebbero state discontinuità anella capacità dello Stato di fare fronte ai propri impegni”. “L’alternativa non è la vita senza quei sacrifici ma la vita con sacrifici molto più gravi”. Lo dice il presidente del Consiglio, Mario Monti.
13.55 – Monti: “Non abbiamo toccato Irpef per favorire crescita”. Nella manovra c’è stata “attenzione abbondante a colpire il meno possibile gli incentivi a produrre: ecco perché non abbiamo toccato le aliquote Irpef, ecco perché abbiamo cercato di attenuare la fiscalità che grava sulla produzione sia presso l’impresa che il lavoratore”. Lo ha sottolineato il premier, Mario Monti, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Monti ha ricordato che la misura sulla deducibilità Irap inserita nel decreto è “finalizzata a rendere più conveniente l’assunzione a tempo indeterminato di donne e giovani”.
13.48 – Casini: “Lega sbraita, ma recessione è colpa anche sua”. Siamo in recessione anche per colpa della Lega che ora sbraita in Parlamento. Della serie: suicidio in diretta”. E’ quanto scrive Pier Ferdinando Casini su twitter.
13.46 – Monti: “Ci sono ‘nuovi noti’ che pagheranno”. “E’ falso che pagano i soliti noti. Ci sono dei nuovi noti che sono invitati a pagare e lo faranno”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine dell’incontro con i presidenti delle Regioni del Sud che partecipano al Piano d’Azione Coesione (Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna). Il premier, poi, ha detto che “ci saranno nuove misure per la crescita”. Il presidente del Consiglio, inoltre, ha preferito non commentare le proteste della Lega. “Il governo non giudica i parlamentari”.
13.33 – Bossi: “Parlamento riflette nervosismo del Paese”. “E’ un momento così, il Paese è nervoso. Il Parlamento riflette il nervosismo del Paese”. Lo ha detto il leader della Lega Umbero Bossi mentre lasciava Montecitorio, in merito alla bagarre innescata dai leghisti oggi alla Camera.
13.30 – Monti: “La Manovra? C’è rigore ma non manca equità”. ”Si capisce che nel dl del trittico sviluppo – equità – crescita” abbia inciso “più duramente l’aspetto rigore rispetto a equità e crescita. Ma vorrei osservare che ci sono vari provvedimenti che vanno nella direzione della crescita ad esempio in materia di cuneo fiscale tra lavoratori e imprese”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine dell’incontro con i presidenti delle Regioni del Sud che partecipano al Piano d’Azione Coesione. ”Il provvedimento di oggi non fa parte del dl ma fa parte di questa fase della vita del nostro governo: è indirizzato alla crescita ed alla equità”. Dobbiamo sfruttare al meglio “le opportunità che ci offre la Ue – ha continuato il premier – e vogliamo fare di tutto per avere il rispetto delle regole europee da parte dell’Italia e avere un ruolo più incisivo nella determinazione di queste regole”. Per il premier, “l’equità è anche generazionale, e in questa direzione vanno le riforme strutturali, ed equità è anche nel territorio, e la manifestazione è l’operazione avviata con il Patto”. In seguito, Monti ha confermato il suo mantra: “Nella manovra non è vero che pagano i soliti noti”.
13.26 – Conti pubblici: ok da Senato a riforma pareggio bilancio. L’Aula del Senato approva il testo che introduce in Costituzione il principio di pareggio di bilancio. I voti a favore sono stati 255, 14 gli astenuti. Termina così la prima lettura in Parlamento del ddl costituzionale. Fra tre mesi Camera e Senato esamineranno di nuovo la riforma dell’art. 81 della Costituzione.
13.23 – Monti: “Con tenacia supereremo resistenze su liberalizzazioni”. Le “resistenze” alle liberalizzazioni “non sono una novità in Italia né in Europa e spesso non vengono superate al primo colpo, ma si possono superare con una determinazione tenace”. Lo dice Mario Monti, durante una conferenza stampa a palazzo Chigi. Dobbiamo sfruttare al meglio “le opportunità che ci offre la Ue. E vogliamo fare di tutto per avere il rispetto delle regole europee da parte dell’Italia e avere un ruolo più incisivo nella determinazione di queste regole”.
13.15 – Monti: “Piano Sud consente di usare 3,1 miliardi”. ”Questo piano d’azione non attribuisce nuovi fondi ma fa di più. Inizia ad usare meglio i fondi già assegnati: 3,1 mld dei 26 che le Regioni coinvolte devono spendere entro fine 2015″ per evitare di perderli. Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine dell’incontro con i presidenti delle Regioni del Sud che partecipano al Piano d’Azione Coesione (Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna). Monti, poi, ha sottolineato che il buon utilizzo dei fondi europei rappresenta “una priorità per la crescita delle aree meno avvantaggiate”.
13.14 – Monti: “Partito il piano d’azione per il Sud. E’ un atto significativo”. “Un atto significativo e importante”. Così il premier Mario Monti, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, annuncia il via libera del governo al piano di azione e di coesione per il Sud. Sono presenti i ministri della coesione territoriale Fabrizio Barca, del Welfare Elsa Fornero, dello Sviluppo economico Corrado Passera e dell’Istruzione Francesco Profumo. “Sono lieto di poter iniziare la presentazione di un atto importante e significativo intervenuto oggi tra sei regioni e il governo”. Lo ha sottolineato il premier, presentando il piano d’azione coesione per il Sud. “Il piano d’azione che presentiamo oggi – ha detto Monti – attua uno degli impegni assunti con l’Unione europea molto importante per la credibilità dell’Italia in Europa”
12.35 – Reguzzoni: “Fiducia assolutamente deprecabile”. La richiesta del voto di fiducia sulla manovra “è deprecabile: significa che il governo ha paura di se stesso. Eppure noi avevamo dato la disponibilità a ridurre gli emendamenti”. Lo dice il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni che rivendica l’atteggiamento “assolutamente costruttivo della Lega”. “Noi volevamo entrare nel merito ma il governo è sordo alle nostre istanze. Vorremmo che facesse un passo indietro ma sappiamo che non accadrà” aggiunge Reguzzoni che parla di “maggioranza raccogliticcia e dannosa”.
12.30 – Donadi: “Resta giudizio negativo, Idv non la voterà”. “L’Idv non voterà la manovra del governo”. A confermarlo è il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi, conversando con i giornalisti alla Camera. “Ci siamo consultati con il gruppo e abbiamo ritenuto che le modifiche apportate non siano sufficienti per cambiare il nostro giudizio negativo”, conclude Donadi. L’opposizione della Lega in aula? “Pensare che fino a un mese fa ha zavorrato l’Italia e oggi fa gazzarra in Parlamento è squallido e patetico”. Così il capogruppo di Idv a Montecitorio commenta la bagarre contro la manovra economica scatenata in aula dal Carroccio.
12.20 – Barbato: “Ricuso collegio questori”. “Ricuso i miei giudici, perchè non possono giudicarmi”. Lo ha detto Franco Barbato, dell’Idv, al centro del caso delle riprese video registrate di nascosto all’interno della Camera di cui si occuperà il collegio dei questori. “Mi sono occupato degli appartamenti che vengono assegnati, gratis, ai questori della Camera, e anche dei benefici dei vice presidenti -ha detto Barbato-. Per questo non mi possono giudicare, perchè sono parte in causa”. A Barbato ha replicato Gianfranco Fini: “Lei deve rispettare il regolamento della Camera. Sarà il collegio dei questori a valutare i comportamenti e, se lo riterrà opportuno, sottoporre la questione all’Ufficio di presidenza”.
12.13 – Reguzzoni: “Chiederemo a Berlusconi di votare no”. “Il Pdl ha fatto una scelta che noi non condividiamo. Noi siamo coerenti con la nostra linea”. Lo ha detto il Capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, che ha aggiunto: “se vedremo il Pdl e Berlusconi gli diremo di non approvare la manovra” che “fa male a chi ha lavorato, lavora e paga le tasse”. La speranza “è che il Governo faccia un passo indietro, ma non lo fara’”, aggiunge il capogruppo del Carroccio che giudica “deprecabile aver posto la questione di fiducia. Vuole dire – spiega – che il Governo ha paura di se stesso. Eppure noi eravamo disposti a ridurre gli emendamenti”. ”Gli incidenti in Aula dipendono dal fatto che ci hanno impedito di parlare: né ieri né oggi siamo riusciti a fare le nostre proposte né a votare gli emendamenti. La risposta è sempre una porta in faccia”. Lo dice il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni.
12.12 – Fini su i leghisti: “Sono i pecorai che fischiano”. ”Sono i pecorai che fischiano, non i deputati”. Così il presidente della Camera Gianfranco Fini si è rivolto ai deputati della Lega durante la seduta dell’Aula della Camera, che ha all’esame il decreto legge sulla manovra, durante la quale dai banchi del Carroccio sono partite vivaci proteste.
12.12 – Bondi: “Se qualcuno lavora a nuovi equilibri intralcia governo”. Se fosse vero che all’ombra del governo tecnico alcuni ministri e esponenti politici lavorassero a nuovi equilibri politici, ciò sarebbe in contraddizione con la natura e le finalità del governo che anche il Pdl ha concorso a sostenere, e in ultima istanza diventerebbe un intralcio all’impegno del governo stesso presieduto da Monti”. Lo dice il senatore del Pdl Sandro Bondi.
12.12 – Lauro (Pdl): “Si taglino megastipendi dei dirigenti società”. ”Entro Natale, la prima fase della manovra, quella dei sacrifici popolari, sarà approvata. Il governo Monti, tuttavia, eviti di andare in ferie e predisponga subito la seconda fase, quella anti recessiva, per invertire le previsioni negative sul Pil 2012″. Lo chiede il senatore del Pdl Raffaele Lauro secondo il quale “sarà necessario, nella seconda fase, dopo la equa riduzione dei privilegi della politica, accendere un faro, in sede parlamentare, sugli scandalosi, ingiustificati ed abnormi megastipendi, goduti dalla dirigenza di molte società, anche quotate, che scarica sul pubblico, attraverso i contratti di solidarietà, applicati ai soli dipendenti, sottopagati, i costi dei propri fallimenti gestionali”.
12.00 – Fini: “In Aula vietato filmare”. “Come noto, in Aula è vietato filmare e registrare”: lo ha ribadito nell’Aula della Camera il presidente Gianfranco Fini rispondendo alla richiesta di Alessandra Mussolini (Pdl) di intervenire su Franco Barbato, autore di registrazioni video nell’Emiciclo di Montecitorio che sono state trasmesse in televisione. “I questori sentiranno Barbato in base alla sua rivendicazione non smentita. Se conferma, c’è stata una palese e dichiarata violazione del regolamento”.
11.55 – Paolillo: “Nessun aumento su sigarette, solo accise su tabacco trinciato”. “Abbiamo aumentato le accise sul tabacco trinciato, per intenderci quello che si vende nelle buste e che serve per confezionare manualmente le sigarette”, non le accise sulle sigarette. Lo dice a LABITALIA Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia, che ha specificato come “le entrate per lo Stato dalle accise sul tabacco danno un gettito superiore a quello che abbiamo previsto con la manovra per l’Ici. Le accise sul tabacco danno 14 miliardi di entrate annue, anche se in lieve calo, mentre da quello che abbiamo previsto in manovra per l’Ici entrano 11 miliardi”.
11.53 – Da Mussolini durissimo attacco a Fini. Durissimo attacco di Alessandra Mussolini (Pdl) nell’Aula della Camera contro il presidente della Camera Gianfranco Fini. Mussolini protesta perché “nessun provvedimento che viene preso dalla presidenza nei confronti di Franco Barbato (Idv) che ha fatto di nascosto riprese televisive in aula”. Ma Mussolini aggiunge: “Che presidente è lei, che fa votare Buonanno e Raineri benché espulsi? Ancora si permette di restare seduto a quel banco? Lei si sta facendo la sua campagna elettorale sulla nostra pelle. Si tolga dalla Fondazione della Camera e si dimetta”, ha urlato mentre Fini restava impassibile e dalla Lega qualcuno urlava “dimettiti”.
11.46 – Marcegaglia: “Su liberalizzazioni inaccettabili barricate”. “E’ inaccettabile che in un momento difficile come questo in cui famiglie e imprese sono colpite ci sia chi alza le barricate e la politica si inginocchia”.Così il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, che chiede al governo di ripristinare le norme su farmacie e tassisti.
11.41 – Camera approva processo verbale della seduta. La Camera ha approvato il processo verbale della seduta sulla manovra. A chiedere la votazione era stata la Lega, che per tutta la mattinata ha dato vita ad un serrato ostruzionismo dopo aver tenuto banco, fino alle quattro del mattino, alla seduta fiume dell’aula di Montecitorio.
11.37 – Governo pone la fiducia. Il governo pone la fiducia alla Camera sulla Manovra economica: lo ha annunciato nell’Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il quale ha spiegato che la fiducia è “sul testo approvato dalle commissioni”. Il governo ha potuto porre la fiducia solo a un’ora e mezza dall’inizio della seduta di stamani. Al punto all’ordine del giorno si è passati dopo che l’Aula ha approvato il processo verbale. Giarda ha letto a raffica il suo speech fra le urla “dimissioni” e “vergogna” dei deputati della Lega solo dopo che l’Aula ha approvato il processo verbale. E questa votazione, peraltro, i leghisti sono convinti che non sia stata valida: vi avrebbero partecipato, infatti i due deputati della Lega Buonanno e Raineri, sebbene fossero stati espulsi.
11.33 – Vigili del fuoco precari davanti a Montecitorio. Al grido ‘Assunzioni!’ e con un assedio sonoro fatto di fischietti e urla i vigili del fuoco sono scesi in piazza oggi a Roma, davanti alla Camera dei deputati, per protestare contro i tagli del governo. I manifestanti, mobilitati dall’Unione sindacale di base (Usb) e provenienti da tutta Italia, chiedono al presidente del Consiglio Monti l’assunzione e la stabilizzazione dei precari del Corpo. Al presidio ‘No Monti day’, organizzato in piazza Montecitorio, stanno partecipando un centinaio di pompieri che hanno portato diversi striscioni: ‘Da grande volevo fare il pompiere non il precario’ si legge su uno. ‘Dopo tanti anni al servizio dello Stato, tu Stato che fai ci cacci?’ c’è scritto su un altro striscione. Le donne in divisa scherzano con il cartello ‘La permanente? non sui capelli… ma nel lavoro’. “Da Berlusconi a Monti non è cambiato nulla – dice il coordinatore nazionale dell’Usb-Vigili del fuoco, Antonio Jiritano -. I tagli sono stati confermati e i giovani si trovano a lavorare senza prospettive, per non parlare poi del 35% delle risorse in meno rispetto al 2008. Siamo indebitati fino al collo”.
11.31 – Manovra, iniziata la conferenza delle regioni. E’ iniziata da pochi minuti la conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome. I governatori discutono della manovra del governo Monti, delle risorse per finanziare il trasporto pubblico locale e della sanità, sulla quale nel primo pomeriggio avranno un incontro con il ministro della Salute Balduzzi. Alla conferenza di questa mattina, oltre al presidente Vasco Errani, sono presenti i governatori Vito De Filippo (Basilicata), Stefano Caldoro (Campania), Renata Polverini (Lazio), Augusto Rollandin (Valle D’Aosta) e Luca Zaia (Veneto), oltre a numerosi assessori regionali. Presente anche il vicepresidnete della Conferenza delle regioni Michele Iorio (Molise).
11.31 – Camera, leghisti cacciati agitavano cartelli “No Ici”. ‘No Ici’. I leghisti Gianluca Buonanno e Fabio Rainieri hanno protestato esibendo cartelli contro la tassa sulla casa nell’Aula della Camera. I due sono scesi dai loro scranni, si sono seduti nei banchi riservati al presidente del Consiglio, e hanno inscenato la loro protesta. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, li ha immediatamente espulsi dall’Aula, ma si è sfiorata quasi la rissa tra il finiano Nino Lo Presti, intervenuto a porre fine alla contestazione, e lo stesso Buonanno.
11.31 – Ministro Giarda: “Bagarre leghista non è divertente”. “Non è una cosa divertente”. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, lasciando l’aula di Montecitorio diretto alla buvette commenta la bagarre in aula alla Camera, innescata dalle proteste della Lega Nord contro la manovra.
11.24 – Paolillo: “Asta frequenze non è archiviata”. “L’asta per le frequenze non è archiviata”. Lo dice a LABITALIA Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia, a margine del forum per la regolamentazione del settore del tabacco in corso a Roma. “Il ministro Passera – conferma Polillo – la sta vedendo: il governo precedente aveva fatto un beauty contest che ora invece si sta valutando. Il problema è tutto da definire e non abbiamo rinviato per far piacere a qualcuno. Ma prima di procedere a una decisione così importante – concude – è bene che il ministro abbia tutti gli elementi di valutazione”.
11.19 – Seduta sospesa alla Camera. Proteste della Lega Nord nell’Aula della Camera, con tanto di cartelli, poco prima che la seduta fosse sospesa per cinque minuti in previsione del voto sul processo verbale così come chiesto dal Carroccio. Pronta la reazione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che decide di espellere dall’emiciclo due deputati leghisti, Fabio Rainieri e Gianluca Buonanno: “Prego i questori – dice Fini – di allontanare immediatamente i colleghi”. Ma mentre Buonanno ha lasciato l’Aula, Fabio Rainieri non ha nessuna intenzione di lasciare l’emiciclo. Intorno a lui ci sono diversi deputati della Lega a fargli da ‘cortina’ difensiva. In Aula sono presenti tutti i deputati questori. Volano parole grosse tra esponenti del Pdl (si sente nitidamente la voce di Ignazio La Russa), di Fli e della Lega.
11.11 – Camera, Fini espelle dall’aula i leghisti Buonanno e Rainieri. Proteste della Lega Nord nell’Aula della Camera, con tanto di cartelli, poco prima che la seduta fosse sospesa per cinque minuti in previsione del voto sul processo verbale così come chiesto dal Carroccio. Pronta la reazione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che decide di espellere dall’emiciclo due deputati leghisti, Fabio Rainieri e Gianluca Buonanno: “Prego i questori – dice Fini – di allontanare immediatamente i colleghi”.
11.06 – Passera: “Su liberalizzazioni faremo tutto. ”In quasi tutti i casi quello che avevamo in mente lo porteremo in fondo”, dice il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, parlando delle liberalizzazioni. “Mondo difficilissimo dove le resistenze sono pazzesche”, dice ringraziando le categorie che collaborano. E ha aggiunto: “Ringrazio meno chi si è messo di traverso”. Sulle liberalizzazioni, invece, il “governo andrà comunque fino in fondo perchè dobbiamo aprire il mercato. Senza crescita – ha detto Passera – anche gli altri punti del programma Monti diventano ineseguibili. Senza crescita anche l’equità e il rigore diventano obiettivi irraggiungibili e irrealizzabili”.
11.03 – Il leghista Pini contro Gianfranco Fini: “E’un cialtrone”. Dopo il Senato (“pagliaccio” a Schifani), anche alla Camera la Lega attacca il presidente. E’ toccato a Massimo Pini insultare Gianfranco Fini: “La sua arroganza non ha limiti. Lei è un cialtrone”, gli ha detto il deputato del Carroccio che, poco prima, aveva richiamato l’attenzione del presidente della Camera sul suo intervento. Fini ha subito replicato: “Ogni botte dà il vino che ha”. La Lega, a Montecitorio, è impegnata in un serrato ostruzionismo nella discussione sulla manovra.
10.44 – Bocchino (Fli): “Con no Idv nasce nuova maggioranza tra moderati”. “Se l’Idv vota contro la fiducia e si tirano fuori come la Lega, nasce una maggioranza che ha una sua fisionomia e che va dal Pd al Pdl al Terzo Polo, che sono le anime moderate che si sono fatte tirare dalle ali estremiste in questi anni e che invece possono sostenere ancora il Governo con una visione politica. Mentre dall’altra rimangono le anime più estreme, quelle della Lega e dell’Idv”. Lo ha detto Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, ad Agorà su Rai Tre.
10.27 – Reguzzoni (Lega): “Senza fiducia tagliamo emendamenti”. ”Abbiamo presentato 47 emendamenti. Siamo disposti a ridurli alla metà garantendo un atteggiamento tranquillo, facendoli votare in un’ora e mezza se il governo non pone la fiducia”. Lo ha detto nell’Aula della Camera il capogruppo della Lega, Marco Reguzzoni, riferendosi alla Manovra economica. “Mettete la fiducia – ha spiegato – perché avete paura di voi stessi. Venite in Aula senza fiducia e diteci di no alle nostre proposte”.
10.26 – Montezemolo: “Sacrifici indispensabili, ora correttivi e crescita”. “Quella di Monti era una manovra assolutamente indispensabile per le condizioni in cui si trovava l’Italia. Se il Paese è in queste condizioni non è certo colpa di Marte, è frutto di una gestione di 15 -20 anni. Monti si è trovato in una situazione di grande emergenza e ha dovuto prendere decisioni importantissime. Ora però ha del tempo davanti per correggere qualcosa e affrontare la crescita. Ci vuole però un clima di coesione. Al Paese bisogna solo dire la verità”. Lo ha detto Luca Cordero di Montezemolo, presidente Fondazione Telethon, ospite di Agorà su Rai Tre per la maratona Rai per la raccolta dei fondi per la ricerca sulle malattie rare.
10.21 – Camera, Lega fa ostruzionismo sul verbale di ieri. Dopo la maratona oratoria di ieri, la Lega continua a praticare ostruzionismo sulla manovra economica con interventi a raffica sul processo verbale della seduta di ieri, ritardando la ripresa dell’esame del decreto su cui il governo si accinge a porre la fiducia. Il presidente Fini, ribadendo il ‘diritto’ dei deputati del Carroccio a intervenire, ha fissato tempi strettissimi per parlare sul verbale, come è avvenuto in altre sedute.
10.20 – Manovra, ripresa seduta camera. E’ ripresa poco dopo le 10 la seduta dell’aula della Camera dopo la maratona notturna. La seduta iniziata ieri, durante la quale si è svolta parte della discussione generale sulla manovra, è terminata alle 4.25, a causa della lunga serie di deputati iscritti a parlare, soprattutto della Lega Nord. Questa mattina il governo dovrebbe porre la questione di fiducia che sara’ poi votata nella giornata di domani.
10.19 – Donadi: “Idv voterà contro la manovra”. “Troverei davvero incredibile che Pd-Idv e Sel non si presentassero insieme nel 2013. Tra noi e il Pd c’è totale identità di vedute”. Massimo Donadi, capogruppo dell’Italia dei valori alla Camera, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it, conferma il no dell’Idv alla fiducia al governo Monti ma tende un ramoscello d’ulivo al Pd e lancia Bersani alla guida della coalizione: “Le primarie sono il meccanismo prescelto. Ma se, considerata la particolare situazione in cui ci troviamo, il segretario del primo partito della coalizione rivendicasse l’onere e l’onore di rappresentarla, noi saremmo disponibili a riconoscere la leadership di Bersani”. Poi apre a Casini: “Positivo allargare l’alleanza all’Udc”.
10.16 – Bocchino: “Ora un secondo tempo per la crescita”. “Il governo Monti ha il vantaggio di non dovere inseguire il consenso elettorale e quindi la manovra che ci apprestiamo ad approvate non è stata viziata dai sondaggi. Chiaramente questo ha consentito all’esecutivo di chiedere sacrifici inevitabili, in alcuni casi molto duri, a tutti gli italiani”. Lo ha detto il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, intervenendo questa mattina ad Agorà su Rai 3. “Noi ci aspettiamo che presto ci sia un secondo tempo all’insegna della crescita perché il decreto Salva-Italia, fatta salva la riforma delle pensioni, ha fatto poco sul tema delle liberalizzazione e pochissimo per giovani e donne che rappresentano un grande potenziale inutilizzato”, aggiunge. “Futuro e Libertà sosterrà con lealtà l’opera del presidente Monti, ma chiede che le maggiori entrate vengano utilizzate per sostenere l’occupazione giovanile e delle donne, incentivando le assunzioni con sgravi fiscali per le imprese, sostenendo chi decide di mettersi in proprio e realizzando un grande piano di conciliazione che consenta di essere allo stesso tempo madre e donna in carriera”, conclude Bocchino.
09.35 – Avvenire: “Modifiche vanno nella giusta direzione”. “Gli emendamenti concordati tra il governo e la maggioranza paiono orientati nella giusta direzione”. Lo scrive Avvenire, nell’editoriale di prima pagina, a proposito della manovra, sottolineando soprattutto “un primo, chiaro segnale di attenzione alla famiglia”. Per il quotidiano dei vesconi, “la manovra, così integrata e corretta, può rappresentare allora la prima pietra di una nuova fondazione, che risconosce nel vincolo famigliare un pilastro di sostegno, nella generazione e nell’educazione dei figli il basamento sul quale (ri)costruire il futuro del Paese”.
08.57 – Franceschini: “Manovra? Abbiamo Ottenuto il massimo”. “Di più non potevamo ottenere. Non ho visto una manovra così modificata dal Parlamento neanche all’epoca dei governi di centrosinistra”. Lo dice Dario Franceschini, al Riformista, premettendo che “non è la manovra del nostro governo”. “Dobbiamo essere onesti: il governo Monti questa manovra l’ha migliorata”, prosegue il capogruppo del Pd alla Camera sottolineando che “oggi è possibile parlare con Cicchitto e Alfano per risolvere i problemi. E il Pd e il Pdl riescono anche a collaborare”. Franceschini ribadisce tra l’altro che “mentre il governo guida il risanamento il Parlamento dovrà fare tre cose: riforma dei regolamenti parlamentari, riduzione dei parlamentari, riforma elettorale”.
08.34 – Quagliarello: “Monti nasconde il fallimento dell’Europa”. “Non mi è sembrato che martedì notte alla Camera, in commissione Bilancio, il governo sia riuscito ad ottenere un clima diverso da quello tipico di certi mercati delle finanziarie”. Lo dice Gaetano Quagliariello, a Libero. Se Monti dice che lui è arrivato perchè la politica ha fallito “è ingeneroso. E sostenere una simile tesi significa coprire il fallimento dell’Europa”, aggiunge il vice capogruppo del Pdl al Senato. L’esponente del Pdl, a proposito di riforme istituzionali, richiama il progetto Berlusconi-Bossi: “Se la Lega abbandona questo progetto, il problema è suo. Non nostro”.
08.09 – Gelmini: “Lega rifiuta sacrifici ma da sola non vince”. Per il Pdl e la Lega ”avere preso due strade diverse incide. La Lega ha scelto di rimanere all’opposizione per non condividere i sacrifici che purtroppo il Paese deve fare. Una posizione facile”. Lo afferma l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini al Messaggero. “Non credo che si potrà riproporre un’alleanza con la Lega come c’è stata in passato – aggiunge riferendosi alle prossime elezioni amministrative – Si ragionerà caso per caso. In quelle realtà dove c’è da appoggiare un secondo mandato immagino che l’alleanza verrà confermata. Però, in generale, è chiaro ed io me lo aspetto, che Bossi cercherà di smarcarsi”. E poi avverte il Carroccio: “Fate attenzione, anche voi da soli non potete vincere”. Sulla manovra del presidente del Consiglio Mario Monti, l’ex ministro è scettica. “Sono convinta che c’erano margini per agire più sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica che non su quello dell’aumento della pressione fiscale – afferma Gelmini – E inoltre la risposta in tema di liberalizzazioni è troppo timida e quindi il rischio più grave di queste misure è che aprano la strada alla recessione”. L’ex ministro dell’Istruzione, inoltre, ha parlato dell’alleanza tra Pdl e Lega, che “è molto radicata sul territorio, non credo che tutto il lavoro fatto insieme possa essere accantonato. Certo, le scelte diverse sul governo Monti pesano. Dove governiamo andremo avanti a farlo insieme, ma alle elezioni vedremo. Noi ci auguriamo di poter mantenere l’alleanza, vediamo una certa fibrillazione da parte della Lega e aspetteremo cosa succedera’ quando dovremo presentare le liste per le amministrative. Anche Berlusconi è perplesso sulla manovra, perché l’aumento delle tasse è un aumento che pesa”. In merito a quanto avvenuto ieri al Senato aggiunge: “Credo sia opportuno abbassare i toni ed evitare momenti come quello di ieri al senato. Ritengo che Schifani non meritasse quelle parole e soprattutto in un momento in cui la politica è sotto attacco non c’era bisogno di questi episodi”.
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La Redazione
Milano 14 feb. -(Adnkronos) - Vorwerk ha presentato in questi giorni a Berlino il nuovo Bimby, erede dell’elettrodomestico multifunzione impostosi sin dagli anni ’70 come il robot da cucina per antonomasia. Bimby TM7 rileva il testimone del modello lanciato nel 2019 con una proposta attenta al mercato e in risposta alle esigenze dei clienti in continua evoluzione: per questo i progettisti Vorwerk hanno apportato innovazioni al design, con l’ampio schermo multitouch da 10 pollici, all’interfaccia digitale, alla piattaforma Cookidoo, con oltre 10.000 ricette per un’esperienza culinaria sempre più nuova, e al motore di Bimby . Tutto questo consente di ottimizzare la vita in cucina, liberando il proprio tempo mentre Bimby si occupa della preparazione dei piatti. La novità Vorwerk, inoltre, arriva con un corredo di funzioni e opzioni di cottura ulteriormente ampliate.
Bimby TM7, già prenotabile da febbraio e disponibile a partire da aprile, porta a un livello superiore l’integrazione tra un elettrodomestico all'avanguardia e l'ecosistema digitale Cookidoo, garantendo un'esperienza culinaria più ricca, uniforme e intuitiva che ridefinisce i metodi di preparazione dei cibi. L’ultimo nato in casa Vorwerk sfoggia un’inedita veste in nero, scelta dettata non solo dallo stile ma perché facilita l’incorporazione di un maggior numero di materiali riciclati nel dispositivo. Il nuovo rivestimento isolante del boccale permette di maneggiarlo in sicurezza, contribuendo anche al mantenimento della temperatura ottimale delle preparazioni. Protagonista assoluto è l’ampio schermo multitouch da 10 pollici, che in Bimby TM7 integra la manopola e dà accesso immediato alla piattaforma Cookidoo, agevolando sia la ricerca che l'esecuzione di qualsiasi ricetta in modalità guidata.
L’interfaccia di Bimby TM7 si contraddistingue per la sua schermata principale personalizzabile sulle necessità di ciascun utente. Inoltre, sono state perfezionate componenti come la spatola, il tappo del coperchio e l’accessorio per le cotture al vapore (il cosiddetto Varoma) ora di forma rettangolare con più spazio per gli alimenti. Con le tantissime funzioni per cui è stato creato, Bimby TM7 manifesta pienamente la sua anima di robot tuttofare: cuoce, anche a vapore e ad alta temperatura, insaporisce, rosola, riscalda, effettua cotture in sottovuoto e cotture lente, prepara uova e cereali alla cottura desiderata, caramella e fa lievitare impasti, e fermentare yogurt e formaggi fatti in casa.
Oltre alle tante funzioni di cottura, Bimby TM7 sostituisce oltre 20 piccoli elettrodomestici da cucina, facendosi carico di sbrigare in modo veloce e impeccabile i compiti più ingrati e “time consuming” quali pesare, tritare, grattugiare, amalgamare, emulsionare, e anche impastare. La connettività intelligente Wi-Fi e Bluetooth e il collegamento multi-device alla piattaforma Cookidoo (sullo schermo Bimby ma anche attraverso la app e il PC), rendono disponibile in qualsiasi momento un ricettario digitale costantemente aggiornato che spazia tra decine di migliaia di ricette, italiane ed internazionali, tutte rigorosamente testate e descritte in dettaglio, ma anche video, tutorial, articoli e suggerimenti a cui attingere per ispirarsi. L’utente può scegliere se affidarsi alla modalità guidata o esplorare la modalità manuale. Nel primo caso, una volta selezionata la ricetta su Cookidoo, Bimby si occupa di tutto, indicando ingredienti, quantità e procedura, guidando l’utente con passaggi preimpostati, regolando automaticamente tempi, temperature e velocità. In modalità manuale, l’utente può selezionare il tipo di cottura che ritiene più indicata tra quelle a disposizione per realizzare velocemente le sue preparazioni, ma soprattutto trova anche un valido aiuto nelle innumerevoli modalità preimpostate - eseguibili al tocco di una semplice icona - uno dei punti di forza di Bimby.
Un’importante novità è l’introduzione della nuova funzione Cottura Aperta, che permette di cucinare senza coperchio a 100°C in totale sicurezza. Questa funzione, disponibile anche in modalità guidata con tante ricette preimpostate, non solo offre una visione completa sul lavoro di Bimby, ma consente anche l’aggiunta di ingredienti a piacere in corso d’opera. Un’alternativa eccellente per coloro che amano aggiungere il loro tocco personale alle ricette. Il TM7 è alimentato da un nuovissimo motore sincrono da 500 Watt che dispone di un ampio intervallo di giri al minuto - da 40 a 10.700 - e di un controllo adattativo della potenza : il tutto con una silenziosità che anche a pieno regime “non alza la voce”.
In attesa dell’inizio ufficiale delle consegne ad aprile, il nuovo Bimby può essere prenotato già da subito attraverso gli incaricati alla vendita, che accompagnano l’utente alla scoperta di tutte le nuove funzionalità del prodotto. La consulenza gratuita e personalizzata è parte integrante del mondo della vendita diretta Vorwerk.
Bruxelles, 16 feb. (Adnkronos) - Un anno fa, il 16 febbraio 2024, moriva l'attivista Alexei Navalny mentre era detenuto in un carcere russo: aveva 47 anni. Sono tante le persone che questa mattina si sono radunate a Mosca per rendere omaggio al più forte oppositore del Cremlino In centinaia si sono recate al cimitero Borisov. Qui hanno sfilato persone arrivate da sole, altre in piccoli gruppi, anche famiglie con bambini.
I sostenitori di Navalny hanno deposto fiori sulla sua tomba con la polizia che ha concesso l'ingresso al cimitero Borisov filmando tutto. C'erano anche diplomatici stranieri, compresi gli ambasciatori di Usa e Ue, Lynne Tracy e Roland Galharague, secondo notizie rilanciate dall'agenzia Dpa.
Nel ricordare Navalny, l'Ue dichiara che la riguardo "il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima" della sua morte. "Mentre la Russia intensifica la sua guerra di aggressione illegale contro l'Ucraina, continua anche la repressione interna, prendendo di mira coloro che si battono per la democrazia - prosegue la dichiarazione dell'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, a nome dei Ventisette - Navalny ha dato la sua vita per una Russia libera e democratica. Oggi i suoi avvocati restano ingiustamente in carcere, insieme a centinaia di prigionieri politici".
Secondo l'Ue "la Russia deve liberare immediatamente e senza condizioni i legali di Navalny e tutti i prigionieri politici". L'Unione chiede anche alla Russia di "porre fine alla sua repressione brutale della società civile, dei media dei membri dell'opposizione e di rispettare il diritto internazionale".
Yulia Navalnaya ha diffuso un video in occasione del primo anniversario della morte di suo marito Alexei Navalny in cui ricorda ciò in cui credeva il principale oppositore del Cremlino: "Sappiamo perché stiamo combattendo: una Russia del futuro che sia libera, pacifica e bella, quella che sognava Alexei è possibile. Bisogna fare di tutto affinché si realizzi il suo sogno".
"Ognuno può fare qualcosa: manifestare, scrivere ai prigionieri politici, far cambiare opinione ai propri cari, sostenersi a vicenda", prosegue Navalnaya, attesa a Berlino nell'ambito delle iniziative per ricordare Navalny. "Alexei è fonte di ispirazione in tutto il mondo. Capiscono che il nostro Paese non è solo guerra, corruzione, repressione", afferma, accusando il leader russo Vladimir Putin di "voler cancellare dalla nostra memoria il nome di Alexey, nascondere la verità sul suo omicidio e di costringerci alla rassegnazione".
"Ma non ci riuscirà. Il dolore ci rende più forti e quest'anno ha dimostrato che siamo più forti di quanto pensassimo", incalza la donna, chiedendo di prendere esempio dal "coraggio" e dalla "capacità di amare davvero il nostro Paese" che aveva Navalny.
"Navalny è morto un anno fa perché si batteva per la democrazia e la libertà in Russia", ha scritto il cancelliere tedesco Olaf Scholz su X, aggiungendo che il leader russo Vladimir "Putin combatte in modo brutale la libertà e i suoi difensori". Così, "il lavoro di Navalny è stato ancor più coraggioso - ha rimarcato - Il suo coraggio ha fatto la differenza e va ben oltre la sua morte".
Anche il ministero degli Esteri, Antonio Tajani, ha scritto un messaggio su X : "A un anno dalla morte di Aleksej Navalny, non dimentichiamo il suo coraggio e il suo sacrificio a favore della libertà e della democrazia. La mia vicinanza alla sua famiglia e a tutti i difensori dei diritti umani che ogni giorno combattono nel mondo per avere più giustizia e stato di diritto".
Sanremo, 16 feb. - (Adnkronos) - “Lucio Corsi è stata la vera novità del festival. Partito come uno sconosciuto al grande pubblico e riuscito a conquistare chi lo ha ascoltato grazie ai suoi testi pieni di poesia, ironia e fantasia". Così Carlo Verdone, all'Adnkronos, commenta il successo di Lucio Corsi, secondo classificato a Sanremo 2025.
Verdone non loda solo il talento artistico di Corsi, ma anche le sue qualità umane: "Quello che traspare in Lucio è l’essere una persona piena di garbo, che vive di stupore. Non c’è mai rabbia in lui. Ma la sua forza non è solo nel suo talento ma anche nella sua pacatezza di persona perbene e umile. L’umiltà è la cosa che lo contraddistingue più di tutte. E’ andato avanti con i suoi soli mezzi".
E conclude: "Grazie a lui la musica mi sembra abbia iniziato a prendere un’altra direzione, meno ansiogena, più riflessiva e amabile, fondata su dei testi belli. E’ un poeta. Sono contento anche perché puntare su di lui nella mia serie è stata una scommessa vinta anche per me. Gli auguro tutto il successo che merita”, conclude.
Bruxelles, 16 feb. (Adnkronos) - Un anno fa, il 16 febbraio 2024, moriva l'attivista Alexei Navalny mentre era detenuto in un carcere russo: aveva 47 anni. Sono tante le persone che questa mattina si sono radunate a Mosca per rendere omaggio al più forte oppositore del Cremlino In centinaia si sono recate al cimitero Borisov. Qui hanno sfilato persone arrivate da sole, altre in piccoli gruppi, anche famiglie con bambini.
I sostenitori di Navalny hanno deposto fiori sulla sua tomba con la polizia che ha concesso l'ingresso al cimitero Borisov filmando tutto. C'erano anche diplomatici stranieri, compresi gli ambasciatori di Usa e Ue, Lynne Tracy e Roland Galharague, secondo notizie rilanciate dall'agenzia Dpa.
Nel ricordare Navalny, l'Ue dichiara che la riguardo "il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima" della sua morte. "Mentre la Russia intensifica la sua guerra di aggressione illegale contro l'Ucraina, continua anche la repressione interna, prendendo di mira coloro che si battono per la democrazia - prosegue la dichiarazione dell'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, a nome dei Ventisette - Navalny ha dato la sua vita per una Russia libera e democratica. Oggi i suoi avvocati restano ingiustamente in carcere, insieme a centinaia di prigionieri politici".
Secondo l'Ue "la Russia deve liberare immediatamente e senza condizioni i legali di Navalny e tutti i prigionieri politici". L'Unione chiede anche alla Russia di "porre fine alla sua repressione brutale della società civile, dei media dei membri dell'opposizione e di rispettare il diritto internazionale".
"Navalny è morto un anno fa perché si batteva per la democrazia e la libertà in Russia", ha scritto il cancelliere tedesco Olaf Scholz su X, aggiungendo che il leader russo Vladimir "Putin combatte in modo brutale la libertà e i suoi difensori". Così, "il lavoro di Navalny è stato ancor più coraggioso - ha rimarcato - Il suo coraggio ha fatto la differenza e va ben oltre la sua morte".
Napoli , 16 feb. - (Adnkronos) - Una bimba di appena 9 mesi è morta nella notte tra sabato e domenica all'ospedale di Acerra (Napoli) a causa delle gravissime ferite alla testa e al volto causate dai morsi del cane pitbull di famiglia.
Secondo quanto si apprende, la piccola era in casa con il padre. La tragedia è avvenuta nella tarda serata di sabato in un appartamento di Acerra. In ospedale sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia di Acerra che hanno avviato le indagini, coordinati dalla Procura di Napoli Nord.
Secondo i primi accertamenti, pare che la bimba sia stata aggredita dal cane di famiglia mentre il padre dormiva e la madre era al lavoro. Sul caso sono in corso accertamenti. Incensurati e sotto i 30 anni, i genitori sono sotto shock.
Milano, 16 feb. (Adnkronos) - "Stasera scopriremo il vincitore" dice Carlo Conti sul palco dell’Ariston per la finalissima di Sanremo. E ricorda implicitamente a tutti i cantanti in gara che dal giudizio del pubblico non si scappa. Così come a quello dei look sfoggiati: dopo una settimana all’insegna di pelle, petti nudi, completi sartoriali, senza particolari colpi di testa, si può dire che all’Ariston abbia regnato la noia assoluta. E passino le trasparenze, i cristalli, le paillettes e gli smoking ultra classici ma per farsi ricordare ci vuole tutt’altra stoffa. Come quella che ha vestito Achille Lauro, dritto in cima al nostro podio. Ancora in Dolce&Gabbana (e chi sennò?) l’artista romano sceglie un ampio cappotto vestaglia completamente bordato di paillettes e sovrastampata con texture ghepardo. Persino in t-shirt bianca a costine è irresistibile. Per noi vince lui. Voto: 9.
Potrà anche aver vinto il festival della canzone italiana, Olly. Ma di certo lo stile è totalmente da rivedere. La canottiera bianca sotto la camicia celeste è un no totale. Si salva il pantalone ampio stretto in vita da una cintura da smoking. Voto a metà strada tra non classificato e irrecuperabile. E' giovane, si rifarà. La tradizione appartiene al padrone di casa, il direttore artistico e conduttore Carlo Conti, elegantissimo in smoking doppiopetto di velluto con maxi revers in raso e papillon. Voto: 8. Reinterpreta i tagli delle prime due serate Francesca Michielin, con un top di raso cut-out color cipria, paillettes e pantaloni neri. Tutto Miu Miu. Il rossetto scuro le dona carattere, peccato per i sandali plateau argento dalla sfumatura poco intonata all’insieme. Voto: 5. “Ho messo questi per farti i colpi di sole” dice Alessandro Cattelan a Carlo Conti indicando i revers sparkling dello smoking total white firmato Giorgio Armani. Semplice ma indiscutibile. Voto: 7.
Willie Peyote, è il caso di dirlo: grazie ma no grazie. La camicia sbottonata che spunta dal completo nero anonimo mal si adatta alla finale di Sanremo. Almeno i bottoni si potevano allacciare. Voto: 4. Alessia Marcuzzi scende le scale dell’Ariston con un abito nero dolcevita e schiena nuda che le disegna il corpo e ricorda da lontano quello di Mireille Darc nella commedia ‘Le grand blond avec une chaussure’ di Yves Robert del 1972. Più casta, certo, ma avremmo preferito vederla con gioielli importanti e capelli raccolti. Il secondo cambio d’abito regala qualche emozione in più, un maxi tubino rosso, mentre con il terzo, un longdress nero bustier, ingrana finalmente la quarta. Voto: 5.
Laminatissima, quasi accecante, Marcella Bella, che indossa una jumpsuit interamente ricoperta di cristalli con un disegno geometrico al centro. Qualcuno sui social chiama in causa il look di Orietta Berti con le conchiglie: “Rispolvera le sue capesante”. Too much, siamo d’accordo, ma è pur sempre la finalissima. Voto: 6. I jeans all’Ariston dovrebbero essere banditi, fatta eccezione per Edoardo Bennato. Bresh non lo sa e li indossa con una t-shirt color cenere, stivali di pelle grigia firmati Ami Paris e gioielli Apm Monaco. Non bastano i ricami dorati a fargli superare la prova. Voto: 5. Modà, ma che pasticcio avete combinato? La camicia cartoon coloratissima di Kekko, che si declina anche in accessori per gli altri membri della band, preferiremmo non averla vista. “Se la guardi per trenta secondi ti vengono gli occhi di Fedez” scrivono sui social. Non ce la sentiamo di dissentire. Voto: non classificati.
L’abbiamo scritto l’anno scorso e lo ripetiamo quest’anno: come si fa a resistere a Rose Villain? Il suo look Fendi haute couture è davvero ‘fuorilegge’, tanto che ha bisogno della scorta per scendere le scale. La cantante indossa un abito nero see through con strascico, gambe a vista, corsetto e micro cristalli ricamati. I capelli tiratissimi e raccolti in una coda la rendono statuaria. “Mi sento male per quanto è bella” dice Alessia Marcuzzi. E noi con lei. Voto: 9. Ha fatto talmente parlare per le sue collane ultra costose che alla fine Tony Effe verrà ricordato solo per un semplice rosario. E’ quello che il cantante allaccia al polso per l’esibizione finale, in look total black, giacca e pantaloni, che lo rendono persino presentabile. Della serie 'molto rumore per nulla'. Voto: 6 per l'impegno.
Clara è sempre bellissima ma il lungo abito light blue con corpetto che le disegna il corpo fa tanto Cenerentola al ballo di mezzanotte. Che peccato. Voto: 5. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Nel caso di Serena Brancale va ammesso che seppure da cinque giorni provi a variare sul tema di trasparenze e luccichii – e apprezziamo lo sforzo – non riesce a spiccare il volo. La tuta nera con ricami e trasparenze anche no. Voto: 4. Sorprendentemente elegante Brunori Sas, in classico smoking che veste bene. Anche volendo trovare difetti non ce ne sono. Voto: 7. Che noia, Francesco Gabbani! Un altro smoking senza guizzi anche per la finale. Voto: 6. “E’ una dea” esclama Alessia Marcuzzi vedendo Noemi con indosso un lungo abito gioiello con maniche lunghe e collo alto firmato Patou e cristalli Swarovski in diverse misure. E’ sofisticata al massimo. Voto: 8 e mezzo.
Sottotono Rocco Hunt, senza infamia e senza lode in completo nero. La maglietta girocollo ce la poteva risparmiare. Voto: 5. Il look da bad boy di Stash dei The Kolors fa centro: la collana-cintura un po’ fetish abbinata ai guanti in pelle fa tanto Annie Lennox e alza immediatamente la temperatura. Voto: 7 e mezzo. Ospite della serata, per ricevere il premio alla carriera, Antonello Venditti fa Antonello Venditti: occhiali aviator d’ordinanza, capello nero pettinato all’indietro e completo nero. Si ama per forza. Voto: 7. Sembrano usciti dal film ‘Beetlejuice’ Coma _Cose con California in abitino in chiffon nero e inserti in pizzo, calze ricamate e grande cappello rosso in paglia che strizza l’occhio a una delle protagoniste della pellicola di Tim Burton, l’artista nevrotica Delia Deetz. In completo matchy il marito Fausto. Che dire? Non fate mai il loro nome per tre volte di seguito. Voto. 5.
E’ coi fiocchi il look di Giorgia, letteralmente. Come il nastro nero allacciato al collo, che dà un twist alla normalità del look: shorts, blusa ricamata e blazer total black. Chic con poco. Voto: 7. I fiori ci sono. L’eleganza pure. E la classe non manca a Simone Cristicchi che torna a scegliere il suo fedele compagno di viaggio, lo stilista Antonio Marras, per l’ultima serata con un completo effetto tapestry nero con ricami floreali silver. Un deciso cambio di marcia rispetto alle sere precedenti che lo fa risalire nelle nostre quotazioni. Voto: 8. Eccola Elodie con chioma raccolta, abito nero bustier completamente ricamato e guanti da diva. Un look che appare troppo ‘carico’. Il lungo strascico ce lo poteva risparmiare. Voto: 6. Bolero rosso con tanto di piume, maglia mesh e pantaloni skinny per Lucio Corsi, che con i suoi outfit sopra le righe ci ha stupito e divertito per tutta la durata del Festival. E chissà se anche per la finale, il secondo classificato ha usato le patatine per imbottire le spalline. Nel dubbio, continuiamo ad amarlo così com'è: un vero outsider anche nella moda. Voto: 6 e mezzo.
Per quanto si possa essere fan delle giacche ‘bold’ il modello blu con alamari dorati e maxi cristalli di Irama fa troppo Ancient Regime. Voto: 5. Fedez vede nero, come la canzone che intona. L’umore non sembra dei migliori, il look pure. Sempre Versace, sempre giacca tre bottoni con il logo della Medusa. Senza arte né parte. Voto: 4. La vera notizia è che Shablo, Guè, Joshua e Tormento abbandonano lo street style e si mettono in tiro con dei completi doppiopetto e cravatta che, seppur casual, ben si sposano con il tempio sacro della musica italiana. Voto: 7 per l'inaspettato twist. Look vincente non si cambia. Lo sa bene Joan Thiele (e il suo stylist) ancora una volta con una lunga mantella di Chanel e body nero coperto che fa capolino dietro la chitarra. Le lunghe trecce fanno un po’ girlish un po’ Mercoledì Addams ma Joan resta comunque inarrivabile. Voto: 9.
Anche Massimo Ranieri, come molti degli uomini saliti sul palco dell’Ariston durante questa edizione, punta sul total white, con tanto di completo tre pezzi. Che dire? Passabile. Voto: 5 e mezzo. Gaia, in abito con fili di perline effetto scucito, sembra impigliata in una rete. Eppure le premesse c’erano tutte, il beauty look con rossetto scuro è magnetico, il colore burgundy della mise pure. Ma niente, il risultato finale non buca lo schermo. Voto: 5. Troppi strati, camicia troppo sbottonata, revers troppo grossi, capelli troppo arruffati. Insomma, il look di Rkomi è troppo sbagliato. Nonostante nelle serate precedenti abbia avuto dei momenti nì, il perdente inglorioso della serata finale è lui. Voto: 4. Sarah Toscano è l’ultima a esibirsi e fare così tardi per vedere il suo look forse non valeva la pena. Optical all’ennesima potenza, gonna e top geometrici, tutto Pucci, e occhiali da sole, che per fortuna abbandona prima di cantare. Insomma, “la più piccola del gruppo” come ricorda Conti, deve crescere ancora in fatto di stile. Voto: 5.
Mahmood si esibisce a sorpresa come ospite in abito sartoriale doppiopetto. Il tocco di classe è la spilla a forma di fiore appuntata al petto. Bello e bravo. Voto: 8. La semplicità paga sempre. Lo sa bene Bianca Balti, che torna sul palco con una creazione di Ermanno Scervino composta da due pezzi distinti: body-corsetto e abito. Il body è realizzato in raso di seta, utilizzato al rovescio per ottenere un effetto opaco con struttura, steccatura e impunture, ispirate ai corsetti di fine Ottocento. Sul retro, invece, l'abito sfoggiato dalla modella presenta un lungo strascico che parte dalle scapole e si sviluppa alla fine di un intreccio di lacci. Ci piace tantissimo. Voto: 9. (di Federica Mochi)
(Adnkronos) - Donald Trump gioca la sua partita con Vladimir Putin per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia. Kiev cerca sponde in Europa, mentre il Vecchio Continente rischia di rimanere spettatore nei negoziati a guida americana. La prospettiva di una trattativa sull'asse Washington-Mosca esclude l'Europa dal tavolo che conta. Per correre ai ripari, il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe convocato i leader europei per un vertice di emergenza a Parigi lunedì, secondo quanto anticipato dal ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, dal palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
In assenza di un comunicato ufficiale da parte dell'Eliseo, non è ancora chiaro il formato del vertice e quali leader parteciperanno, con l'eccezione del primo ministro polacco Donald Tusk, la cui presenza è stata confermata dallo stesso Sikorski in un post sui social successivo al panel.
Il ministro degli esteri polacco si è detto "contento" del fatto che Macron abbia convocato i leader a Parigi. "Mi aspetto che affrontino la questione della spesa per la difesa con estrema serietà. Uno dei commenti del presidente Macron è stato che non possiamo limitarci ad acquistare difesa dall’esterno, ha un’opinione molto forte sulla necessità di acquistare più difesa europea". L'omologo francese Jean-Noël Barrot, membro del medesimo panel, non ha accennato al vertice di emergenza né reagito alle parole di Sikorski.
A scuotere l'Europa prova anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Non possiamo escludere che l'America possa dire no all'Europa su questioni che la minacciano. Molti, moltissimi leader hanno parlato di un'Europa che ha bisogno di un proprio esercito. Un esercito d'Europa. E io credo fermamente che il momento sia arrivato. Le forze armate europee devono essere create", dice il leader di Kiev dal palco della Conferenza sulla sicurezza.
L'esortazione di Zelensky è "agire, per il vostro bene e per il bene dell'Europa, per i popoli d'Europa, per le vostre nazioni, le vostre case, i vostri figli e il nostro futuro comune. Non si tratta solo di aumentare la spesa per la difesa in rapporto al pil", continua, sottolineando che il denaro, per quanto importante, "non fermerà da solo un assalto nemico". Senza l'esercito ucraino, spiega, quelli europei "non saranno sufficienti a fermare la Russia. Questa è la realtà di oggi. Solo il nostro esercito in Europa ha una vera esperienza di combattimento moderno".
Viceversa, l'esercito ucraino ha bisogno di ciò che può fornire l'Europa: "armi, addestramento, sanzioni, finanziamenti, pressione politica e unità. Abbiamo già le basi per una forza militare europea unita. E ora, mentre combattiamo questa guerra e gettiamo le fondamenta per la pace e la sicurezza, dobbiamo costruire le forze armate d'Europa affinché il futuro del continente dipenda solo dagli europei. E affinché le decisioni sull'Europa vengano prese in Europa", conclude, ricordando di aver già proposto di sostituire parte della presenza militare americana in Europa con forze ucraine nel piano presentato lo scorso autunno.
Zelensky la prossima settimana accoglierà a Kiev l'inviato di Trump per l'Ucraina, Keith Kellogg. "Dobbiamo fermare le uccisioni. Innanzitutto, dobbiamo definire la tempistica. L'Ucraina fa parte di questo conflitto. E quindi, le due parti in conflitto devono decidere di cessare il fuoco. Gli ucraini sono coinvolti in questa decisione", dice Kellogg, garantendo che gli Stati Uniti continueranno a sostenere Kiev: "Ma la guerra deve finire subito".
L'orizzonte temporale per la chiusura definitiva del conflitto sarebbe di 6 mesi: "180 giorni per coinvolgere le parti". Con la mediazione Usa e senza Europa. "La risposta è no - dice Kellogg ai giornalisti che chiedono se ucraini ed europei saranno direttamente al tavolo - Penso che non succederà". Le posizioni dell'Europa saranno comunque prese in considerazione, assicura il generale statunitense in pensione.
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