La rivolta. Il caos. I blocchi stradali. Le cariche della polizia. Il corpo a corpo con le forze dell’ordine. Negozi chiusi per solidarietà. Trasporti pubblici bloccati. Le ruspe costrette a fare dietro front. Per ora. A Bacoli, nel giuglianese, a poca distanza da Napoli, va in piazza una protesta clamorosa contro l’annunciato abbattimento di due case abusive disposto dalla Procura Generale di Napoli e dalla sezione Ambiente della Procura di Napoli. Sono almeno tremila le persone scese per strada contro le demolizioni e per ‘proteggere’ le famiglie interessate dal provvedimento di sgombero coatto.
La Chiesa e le istituzioni locali stanno provando a mettere pace, ma con un occhio di riguardo o di compassione verso gli abusivisti. Proprio ieri il sindaco Pdl Ermanno Schiano si è dimesso, scrivendo una lettera al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Pur conformandomi al principio di legalità e nel pieno rispetto di quanto disposto dalla magistratura, non posso non evidenziare il totale fallimento della politica in generale che, nel tempo, non è stata in grado di definire programmi e linee operative di gestione del territorio tanto da determinare l’attuale gravissima situazione sociale. Devo registrare – aggiunge Schiano – una sostanziale impotenza dell’ente locale ad evitare che l’esecuzione di demolizioni di fabbricati finiscano per scaricarsi su minori, anziani, malati e svantaggiati”.
Un gesto che ha galvanizzato i comitati pro abusivisti. Stamane alle 9, sul luogo delle demolizioni, sono giunti il parroco e il vescovo. Si sono interposti tra manifestanti e forze dell’ordine e hanno celebrato una messa all’aperto. Quattro persone si sono sentite male e sono state trasportate al vicino ospedale di Santa Maria delle Grazie, a Pozzuoli. Un blog locale di informazione, FreeBacoli, sta aggiornando sul web minuto per minuto l’evolversi della protesta e degli scontri. Riferisce di sequestri di telecamere e videofonini, di un’aggressione a un operatore del sito montediprocida.com, di una telecamera frantumata agli operatori di Sky. Una situazione tesissima. Un gruppo di manifestanti a mezzogiorno ha bloccato la Baia. E alle 14 le ruspe e le forze dell’ordine hanno fatto dietro front. Nel pomeriggio, al termine di una riunione urgente del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, la prefettura di Napoli ha comunicato la sospensione degli abbattimenti fino al 10 gennaio. Notizia accolta dai comitati pro abusivisti di Bacoli con cori e scene di giubilo.
La protesta si è scatenata, dicevamo, per tentare di impedire che vadano giù due case dichiarate abusive da una sentenza penale di condanna passata in giudicato, con annessa sanzione della demolizione. La prima, di oltre 200 metri quadrati, appartiene a un candidato non eletto del Pdl alle ultime elezioni comunali, che nei giorni scorsi aveva minacciato di darsi fuoco. La seconda appartiene a una famiglia che non fa politica. La Procura Generale di Napoli intende dare esecuzione a provvedimenti decisi da tempo, e ha respinto un’istanza di autodemolizione presentata da uno degli interessati, che chiedeva una proroga di qualche settimana. Ma la gente non ci sta, ed è scesa in piazza. Per solidarietà con le famiglie che rischiano di andare in mezzo a una strada. Ma anche perché Bacoli è una città devastata dal cemento selvaggio. E molti di loro temono, un giorno, di vedere tornare le ruspe per la loro abitazione.