Il gruppo islamico-nigeriano Boko Haram ha rivendicato l’attentato di ieri contro una chiesa cristiana a Madalla, nei pressi della capitale nigeriana Abuja. Un’azione violenta che ha suscitato una reazione unanime: ”Condanno nei termini più duri questi vili attacchi terroristici, l’Ue resta vicino alle autorità nigeriane nella loro lotta per proteggere i cittadini e preservare il diritto alla vita”, ha detto l’alto rappresentante della politica estera della Ue, Catherine Ashton, in un comunicato. Gli Usa hanno condannato gli atti di violenza e la Casa Bianca ha preso immediatamente contatto con le autorità nigeriane. In Europa, si sono espressi il ministro italiano degli Esteri Giulio Terzi che ha parlato di “episodi orrendi”, e il ministro tedesco Guido Westerwelle. Il Papa Benedetto XVI, durante l’Angelus di questa mattina, è intervenuto sull’argomento: “Desidero manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alla comunità cristiana e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo assurdo gesto. Faccio appello affinchè con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza e serenità”.
Si è trattato di una serie di attacchi coordinati contro chiese cristiane in Nigeria nel giorno di Natale, che si è trasformato in tragedia: oltre 110 morti, è il bilancio provvisorio delle vittime.Il terrore era stato scatenato già a partire da giovedì, quando si sono registrate una serie di esplosioni nel nord-est della Nigeria e scontri con le forze dell’ordine con decine di vittime. Poi la mattina di Natale, un’auto bomba è esplosa nella chiesa cattolica di Santa Teresa a Madalla (nello stato confederato del Niger), quando i fedeli stavano uscendo dalla chiesa uccidendo almeno 35 persone e provocando oltre 50 feriti, di cui numerosi in gravi condizioni. Nel nord-est del Paese, i morti sono stati invece quattro, da sommare alle 70 vittime dei giorni immediatamente precedenti, di cui una sessantina provocati dall’azione repressiva dell’esercito locale in risposta ad alcuni attentati rivendicati, come quello di Madalla, da Boko Haram, gruppo terroristico di matrice islamica che ufficialmente rivendica l’estensione a tutta la nazione della sharia, attualmente in vigore, seppure in modo blando, in 12 dei 36 stati confederati che compongono la Repubblica federale. Boko Haram fu fondata dall’imam Mohammed Yusuf nel 2002 nel nord-est della Nigeria, a Maiduguri, capoluogo di Borno, dove la setta ha ancora le principali roccaforti e fa i maggiori proseliti. Nel luglio del 2009 l’esercito nigeriano effettuò la prima, vasta operazione che portò all’uccisione di 800 terroristi e alla cattura di Yusuf stesso, morto pochi giorni dopo quando si trovava in una stazione di polizia. Da allora Boko Haram ha dichiarato la ‘guerra santa’ al governo centrale e il conflitto si è esteso a tutto il nord della Nigeria, fino alla capitale, una volta l’unico posto della nazione dove lo Stato riusciva a far sentire la propria esistenza.
Il governo nigeriano organizzerà a inizio 2012 un vertice speciale sulla sicurezza nazionale dopo gli attentati di Natale e dei giorni immediatamente precedenti. Il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, in un comunicato diffuso dal suo portavoce, Reuben Abati, ha condannato gli attacchi che “hanno ucciso tanti innocenti in un giorno durante il quale milioni di persone celebrano la nascita di Cristo”, e ha sostenuto che gesti simili “meritano il rifiuto di tutti i nigeriani e gli uomini di pace”. I vertici militari nigeriani hanno assicurato che i responsabili “di questi crimini non resteranno impuniti” e che si farà di tutto per “rendere il 2012 l’anno della sicurezza”. Nella legge di bilancio per l’anno prossimo il governo nigeriano ha stanziato cifre straordinarie alla voce “sicurezza” per l’acquisto di nuove armi, apparecchiature più moderne e per il personale delle forze armate.