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Benefit, indennità mensile e diaria
Abbiamo il parlamento più costoso d’Europa

In 37 pagine, depositate il 31 dicembre, la commissione presieduta dal presidente del'Istat Enrico Giovannini fotografa, in parte, i costi della politica italiana. Ma non arriva a nessuna conclusione. E chiede più tempo
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L’indennità mensile, quella sì, è la più alta d’Europa. Eppure a far bene di conto pare che i parlamentari di casa nostra non siano i più pagati d’Europa. Insomma, il rompicapo resta e la soluzione si allontana. A tal punto che la commissione presieduta dal presidente dell’Istat Enrico Giovannini scelta da Berlusconi e confermata da Monti rinuncia. Obiettivo rimandato. Ricordiamo qual era: fare un confronto serrato tra i compensi delle cariche elettive e gli organi istituzionali di sei paesi europei.

Fumata nera, dunque. Questo emerge dalle 37 di pagine relazione depositate il 31 dicembre. Che altro non fanno se non fotografare l’intricato risiko retributivo di Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Austria e Belgio. “Nonostante l’impegno profuso – scrive Giovannini che comunque ha chiesto una proroga fino al 31 marzo – la commissione non è in condizione di effettuare il calcolo delle medie”. La palla quindi passa ai presidenti di Camera e Senato. A Fini e Schifani il compito di fare di conto e intervenire. Non certo sulle indennità. ma sui rimborsi ai portaborse. E stop ai voli gratis illimitati.

Eppure un dato resta e allarma. In nessun paese europeo l’indennità mensile è alta come in Italia: 11.283 euro per un deputato e 11.550 euro per un senatore.

Per capire basta qualche confronto. In Spagna, ad esempio, l’indennità è quattro volte inferiore. Più alta ma sempre inferiore alla nostra quella dei Paesi Bassi (8.503 euro). Francia e Germania stanno tra il 7.000 e i 7.600 euro al mese d’indennità. Il tutto, naturalmente, calcolato al lordo. Di più: per i componenti della commissione il raffronto resta difficile perché cambiano i livelli di tassazione da paese a paese.

Dalle varie voci calcolate solo parzialmente c’è anche la diaria. Qui, però, l’Italia non guida la classifica dello spreco. In testa c’è la Germania con 3.984 euro. I nostri politici arrivano subito dopo con 3.500 euro per spese di soggiorno. Un bel tesoretto che non cambia tra chi a Roma ci vive per lavorarci e chi comunque chi ci abita al di là dell’attività politica. Da qualche tempo, però, la diaria viene tagliata in proporzione alle assenze in aula. In Europa, al di là della Germania, la situazione è differente. In Francia, ad esempio, i politici non hanno diaria, ma agevolazioni in hotel di proprietà dell’Assemblea. La Spagna ha la diaria, ma non supera i 1.800 euro.

Settore portaborse. Il budget mensile è di 4.00 euro. Meno che in altri paesi. Ma da noi le spese qui non vanno giustificate. Ed è qui che, facendo il confronto con gli altri paesi, emerge l’anomalia. In Italia, infatti, la modalità è forfettarie e non viene chiesto al deputato o al senatore di fare il rendiconto delle spese per i propri portaborse.

Ma il vero settore che rende i nostri parlamentari i più più privilegiati d’Europa è certamente quello dei benefit. Ne dà atto che la commissione Giovannini per la quale la “libera circolazione ferroviaria, autostradale, marittima e aerea”, possibile grazie alla tessera che viene messa in tasca al deputato o al senatore.

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