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L’anno zero del no al cancro (a tavola)

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Pur essendomi occupato in passato di numerologia, specie biblica, l’astinenza dal cancro non è dovuta alla combinazione dei quattro numeri che formano il 2012. Niente profezie apocrife, piuttosto astinenza dalla cattiva alimentazione, giacché negli ultimi due o tre decenni è apparso chiaro quello che non si ignorava millenni prima: il legame fra alimentazione e salute. Moriamo più a causa del cibo che del tabacco.

Ecco alcuni propositi o consigli di prevenzione alimentare, prima del collasso del sistema sanitario, in seguito alle cosiddette “malattie del benessere”.

Avvertenza: non sono né vegetariano, né vegano, né crudista, né fruttariano (sic), al più mi professo cristiano.

1)      Evitare per quanto possibile il consumo di alimenti e proteine di origine animale: carne (rossa o bianca che sia), uova, latte e formaggi. Ci sono decine e decine di studi, anzi centinaia, per quanto obnubilati o adombrati, che dimostrano i legami fra tale dieta e varie forme di cancro. Nonostante ciò, negli ultimi 30 anni il consumo di carne è più che decuplicato.

2)      Aumentare il consumo di alimenti e proteine di origine vegetale (mangiando fino a saziarsi!), poco raffinati, che costituiscono la miglior dieta possibile contro il cancro e i tumori, contro l’epidemia del diabete nel mondo, ma anche contro diverse malattie croniche. Anche nel caso se ne soffra già. Verdura, frutta e cereali non raffinati sono anche il miglior alimento possibile per i reni e le ossa, cuore, gli occhi e il cervello. Disfunzione cognitiva, cardiopatie, ictus, l’Alzheimer, impotenza e perfino malattie immuni possono dipendere da quello che mangiamo.

3)      Ridurre il consumo di alimenti fatti con zuccheri e farine e oli raffinati. Ossia trattati a livello industriale. La farina 00 è il primo alimento industriale della storia.

4)      Affrancarsi dalle equazioni fallaci e fruste quale vitamina C = arancia (se ne trova molta di più nei peperoni, nei broccoli, nei piselli o nelle fragole); latte vaccino= ossa più solide (non pochi studi attestano il contrario); vitamina D = integratori alimentari (basta essere esposti al sole per 15 minuti ogni 2-3 giorni)

5)      Astenersi dagli integratori vitaminici (quindi dai loro effetti collaterali) e da un visione riduzionistica che bada a singole sostanze nutritive anziché all’alimento che contiene un insieme di sostanze: “Più pensiamo che una singola sostanza chimica caratterizzi un cibo, più ci addentriamo nell’idiozia”.

6)      Liberarsi da una visione farmacologica della vita e dall’etichetta di “consumatori”. Tenere a mente che buona parte dei milioni di euro dei contribuenti, attraverso il Ministero della Salute, finanzia l’industria farmaceutica attraverso progetti per lo sviluppo di farmaci, integratori o apparecchiature.

7)      Aborrire le diete temporanee e dai nomi improbabili

8)      Dimenticare l’Rda.

9)      Ridurre al minimo il consumo di alcol, che è associato ai tumori del cavo orale, della faringe, della laringe, dell’intestino, del fegato e della mammella.

10)   Leggere i libri di John McDougall, T.Colin Campbell, Caldwell B.Esselstyn.

La dieta più salutare per l’uomo è anche quella più salutare per il pianeta. Chi mangia alimenti di origine vegetale, a parità di calorie e anzi assumendo molte più calorie è più snello. Le scelte alimentari condizionano il metabolismo, l’iniziazione/promozione/regressione di tumori, l’energia e il benessere d’ogni individuo ma anche dell’ambiente in cui vivono tutti gli altri.

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