VARESE – “La classe politica va azzerata e isolata. Per un Casini o un Fassino, un Cicchitto o un Brunetta va previsto l’isolamento sociale. Gli italiani non devono più avere rapporti con questa gentaglia”. Così Beppe Grillo nel suo messaggio di fine anno, pubblicato sul suo blog lo scorso 31 dicembre. Grillo poi rilancia la trovata di un calzolaio di Varese che nei giorni scorsi ha affisso un cartello alla porta del suo negozio, un cartello che invita i politici a non entrare: “Un’idea straordinaria” secondo il comico, che ha invitato gli italiani ad imitare il negoziante varesino. “Questa azione va replicata nei negozi di tutta Italia e non solo, anche nei taxi, nei cinema, in qualunque esercizio pubblico. Chi ha cancellato il futuro di almeno due generazioni di giovani e costretto i vecchi a lavorare fino alla morte non va dimenticato, non va lasciato libero di fare altri danni. Il secondo Paese europeo per emigrazione dopo la Romania è l’Italia. Laureati, diplomati, professionisti, quasi tutti giovani hanno lasciato la nostra terra. In compenso abbiamo i parlamentari più vecchi d’Europa”. Il comico genovese ha poi sviluppato l’idea del negoziante varesino, realizzando un cartello ad hoc, da scaricare, stampare e appendere in ogni dove.
L’idea di vietare l’ingresso ai politici è di Giuseppe Riggi, giovane calzolaio che ha un negozio a due passi dal centro cittadino. “Non mi aspettavo che la mia iniziativa facesse tutto questo clamore, ma forse è un segno dei tempi, è l’Italia ad essere stanca dei politici e del loro modo di fare. Sono contento che Beppe Grillo l’abbia ripresa, non tanto perché mi riconosco in lui, quanto perché così fa da altoparlante, portando questa idea in tutta Italia e magari qualcuno inizia a farsi delle domande”.
Da dove nasce tutto questo rancore verso i politici? Possibile che non ci sia nulla di buono nel panorama politico italiano? “Non mi sento rappresentato perché, io parlo da Italiano che ha dato tutto all’Italia. Chi ha comandato l’Italia, invece, ci ha tirato via tutto. Io a 25 anni, al posto di andare in giro a divertirmi come fanno molti, mi son fatto i debiti per crearmi l’attività, e loro (i politici, ndr) ci hanno rovinato, perché noi oggi siamo nelle condizioni di non poter vivere. Anche se il lavoro c’è io arrivo a fine mese con i soldi che non bastano. E non faccio la vita da signore, capodanno a casa, sabato al lavoro, vacanze solo quando si può… ma è giusto questo?”. A sostegno della propria tesi Riggi cita anche l’infilata di aumenti registrata negli ultimi mesi, aumenti che non fanno altro che aggravare la situazione: “Aumenta l’Iva e ce la siamo accollata noi. Aumenta la benzina, aumentano i caselli autostradali. Queste cose portano ad un aumento dei costi delle materie prime. E cosa faccio? alzo ancora i prezzi al consumatore finale? Non posso, sono tutti aumenti che devo accollarmi io. Se aumento lavorazione e prodotto non viene più nessuno. E in una situazione del genere si lamentano dell’evasione fiscale? ma scusa, uno come fa ad andare a compensare? Che pensino ad un sistema diverso di tassazione, un sistema che non strozzi i piccoli commercianti e i piccoli imprenditori”.
Ma cosa farebbe Riggi se un politico dovesse entrare nel suo negozio? “Probabilmente lo accoglierei, me lo impone la mia professionalità, ma gli chiederei anche se non preferisce rivolgersi ad un altro esercizio”.