Il mondo FQ

Faenza, è di nuovo strage di tortore. Un anno fa ne morirono quattrocento

Diversi esemplari deceduti sono stati raccolti dalle guardie del Wwf esattamente ad un anno dalla moria che finì in primo piano su tutti i tg. Cause probabili: i semi di oli vegetali residui di lavorazione in una distilleria e l'ammassarsi dei volatili in uno spazio ristretto che provoca un facile e immediato propagarsi della patologia tossica
Commenti

Tornano a morire le tortore a Faenza. Già l’anno scorso erano stati circa 400 gli esemplari trovati morti nella cittadina ravennate nei pressi di una distilleria che produce oli alimentari. E quest’anno la moria pare ripetersi, non ancora nelle proporzioni del 2011, ma con le stesse dinamiche.

“I luoghi sono sempre gli stessi, anzi addirittura gli stessi alberi nei pressi del solito distributore di carburante”, riporta oggi il sito Geapress, “lui, il distributore, non ha però colpa. Diverso discorso, invece, per il maggiore ammasso, proprio in questo periodo, di semi di girasole lavorati in alcune aziende della zona. Servono alla produzione di olio vegetale per l’alimentazione umana”.

Torna così d’attualità la strage di tortore che ai primi di gennaio di un anno fa finì sul blog di Beppe Grillo e nei servizi dei telegiornali della sera. Il corpo forestale ne raccolse a gruppi di cinque-dieci per volta e il fatto, accaduto in contemporanea con quello che era successo a centinaia di uccelli negli stessi giorni in Arkansas e Kentucky, fece perfino dilagare stravaganti soluzioni apocalittiche sulla fine del mondo.

Le prime segnalazioni della nuova moria di tortore dal collare orientale sono arrivate alla fine dell’anno alle guardie del Wwf di Faenza, che proprio lo scorso 2 gennaio, durante un servizio di vigilanza, hanno confermato la versione di alcuni allarmati faentini.

Questo tipo di tortore proviene da un’area ben più vasta del territorio ravennate ed è ghiotto di semi. Tutto questo avviene durante l’inverno quando le popolazioni selvatiche sono maggiormente minacciate dal freddo e, soprattutto, dalla carenza di cibo che però a Faenza viene rintracciato in gran quantità. “A migliaia raggiungono il luogo e così concentrate si rendono maggiormente vulnerabili al veicolarsi di agenti patogeni tipici degli uccelli – spiega Geapress – proprio la presenza di particolari patologie, innocue all’uomo, venne addebitata come causa di morte lo scorso anno”.

Secondo il Wwf di Faenza, che già nel gennaio 2011 denunciò l’accaduto, si tratta di un fenomeno ciclico che nel 2012 sembra manifestarsi in tono minore. Sarebbe importante, sostengono dal Wwf, trovare una soluzione per evitare che gli uccelli possano raggiungere i semi accatastati.

d.t.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione