I dati sui controlli? “Manipolati”. I risultati? “Una azione da stato di polizia”. E’ in prima fila a difendere il buon nome della sua Cortina il sindaco Andrea Franceschi. Una difesa d’ufficio completa che trova mandanti e colpe alternative: “Dalle prime verifiche effettuate ascoltando direttamente gli operatori controllati è emerso che i dati forniti dall’agenzia delle Entrate sono stati palesemente manipolati per fare notizia e giustificare un’azione da stato di polizia”. Ma Franceschi non è solo nell’indignazione per quel San Silvestro rovinato dai controlli. Al suo fianco alzano le barricate a favore dei (quasi) nullatenenti in supercar numerosi esponenti del suo partito, il Pdl, a cui si aggiungono i sindaci di alcune amministrazioni sulle Dolomiti. Al contrario, si moltiplicano le reazioni, dalla politica alle associazioni dei consumatori, di chi ritiene imbarazzante (per non dire di peggio) che se qualcuno interviene a stanare i ladri, i proprietari se la prendano per il rumore, invece di ringraziare.
Il primo a intervenire, indignato, è stato, ancora una volta, il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto che ha parlato di “una sorta di operazione militare concentrata su una singola località considerata meta dei ricchi” e ha sottolineato che l’Agenzia non deve assumere “una configurazione politica e mediatica”. A fargli eco è accorsa Daniela Santanché, assidua frequentatrice di Cortina, che si è scagliata contro questo “metodo dei blitz da polizia fiscale, da elenco di proscrizione” a cui si è aggiunto l’onorevole Pdl Maurizio Paniz secondo cui “la spettacolarizzazione di controlli legittimi danneggia Cortina e la laboriosità dei suoi cittadini” e si augura che i controlli si verifichino anche “a Capri, Taormina o in Costa Smeralda”.
Colgono lo spunto contro il Mezzogiorno il governatore del Veneto Luca Zaia che si augura blitz simili “anche al Sud” e Giancarlo Gentilini, vicesindaco leghista di Treviso che invita il fisco ad andare negli “stabilimenti balneari al Sud, magari abusivi e della mafia”. Sono infuriati anche gli enti e le autorità locali del comune sulle Dolomiti e le amministrazioni limitrofe. Stefano Illing, presidente del Consorzio Cortina Turismo, spiega che l’Agenzia delle Entrate può effettuare i suoi controlli “direttamente al computer senza inutili atteggiamenti vessatori e criminalizzanti” e il sindaco di Cortina Andrea Franceschi, oltre a prendersela con i dati manipolati, rincara affiancandosi “all’irritazione di un barista che ha quattro tavolini di numero e ha dovuto lasciarne uno in esclusiva agli agenti dell’agenzia dalle 8 di mattina fino alle 22 di sera”.
Di paese in paese, per Fabrizia Derriard, primo cittadino di Courmayeur, il fisco si è avventurato in una “gita superflua” e un altro blitz simile “potrebbe comunque essere fastidioso, considerato che a nessuno fa piacere incappare in un’indagine fiscale”. Della stessa opinione il primo cittadino di Calalzo, Luca De Carlo, che se fosse un cittadino di Cortina si costituirebbe “parte civile per chiedere i danni a chi sta cercando di svilire la città e farla passare per la Gomorra delle Dolomiti”.
Per parte sua il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera non solo si difende, ma contrattacca con l’ironia, spiegando alla Stampa che l’operazione non si è svolta “per un pregiudizio verso qualcuno ma perché sapevamo, segnalazioni alla mano, a cosa andavamo incontro”. E ha attaccato duramente chi ancora non si schiera apertamente contro l’evasione fiscale: “Gli italiani devono decidere che cosa vogliono – ha aggiunto – lo dico a chi, come Beppe Grillo, sull’argomento mi pare in confusione. Perché a parole tutti sono d’accordo a fare la lotta all’evasione ma solo quando non li riguarda”.
Befera ha puntualizzato poi che Equitalia, oggetto in queste settimane di attacchi, tanto fisici che verbali, “non fa atti discrezioniali” e che per contrastare l’evasione “è bene avere chiaro che pagare le tasse non è una facoltà ma un obbligo di legge”. Nell’intervista che andrà in onda questa sera a Piazza Pulita di Corrado Formigli, il numero uno dell’Agenzia delle Entrate ha specificato che se si dice che evadere è giusto “non siamo in un mondo civile”. E a chi ha insinuato che il blitz fiscale avrebbe penalizzato il turismo il direttore ha risposto: “A Cortina abbiamo fatto andar bene gli affari, in quel giorno. I ristoranti hanno aumentato i loro ricavi del 300% rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente. Quindi non abbiamo danneggiato il turismo, tutt’altro: abbiamo favorito gli esercizi commerciali”.
Difendono l’operato del fisco anche il deputato del Pd Michele Meta secondo cui Cicchitto “persevera con parole al vento in difesa della Cortina dei cinepanettoni”. D’accordo anche Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil Nazionale, visto che il fenomeno dell’evasione “è allarmante e va affrontato con misure di emergenza”. Mentre Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori giudicano “pelose le difese d’ufficio erette dalla politica verso gli incalliti evasori di Cortina” specie nei confronti di “milioni di contribuenti onesti svenati e dissanguati”.
Favorevole all’operazione anche Claudio Siciliotti, presidente dell’associazione dei commercialisti, secondo cui l’azione “può rappresentare una delle strade da percorrere per scovare l’evasione”. Durissimo il commento del Futurista, settimanale di area finiana, secondo cui con le dichiarazioni dei suoi esponenti, il Popolo della Libertà rivela di essere “il partito dei furbi e dei furbetti, amico di chi evade e di chi ci prova”. Sul web invece le reazioni sono unanimi e su Twitter si susseguono migliaia di messaggi tutti contro gli evasori, con gli hashtag #fisco, Cicchitto, Cortina ed evasori. “Non sono furbi, sono ladri – sintetizza un utente – Non rubano allo stato ma ad ognuno di noi”.