E’ finito con le dimissioni il faccia a faccia tra il premier Mario Monti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Carlo Malinconico. Un incontro che era stato chiesto la scorsa settimana dallo stesso Malinconico e che si è concretizzato con la convocazione di questa mattina del premier. Al faccia a faccia, Malinconico avrebbe portato con sè la nota diffusa ieri dall’agenzia Ansa con la sua ricostruzione delle ormai famigerate “vacanze a sua insaputa”. Nella nota l’ex presidente della Fieg spiegava di non aver “mai fatto favori ai personaggi coinvolti” e di aver appreso “solo ora che Piscicelli avrebbe pagato di propria iniziativa e per ragioni a me del tutto ignote alcuni dei miei soggiorni presso la struttura alberghiera”.
Evidentemente, però, un’ora e mezzo di confronto non è stata sufficiente anche se, immediatamente dopo le dimissioni, da Palazzo Chigi arrivano solo parole di apprezzamento: “Il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti – si legge in una nota – ha ricevuto questa mattina a Palazzo Chigi il sottosegretario di Stato Carlo Malinconico. Il sottosegretario ha riferito al Presidente, in relazione ai fatti e alle circostanze riportate dalla stampa, affermando la correttezza della propria condotta. Il sottosegretario ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico, per poter meglio difendere la propria immagine e onorabilità in tutte le sedi, nonché per salvaguardare la credibilità e l’efficacia dell’azione del governo. Il presidente del Consiglio – si legge ancora – nell’accettare le dimissioni, ha manifestato al sottosegretario Malinconico il suo apprezzamento per il senso di responsabilità dimostrato nell’anteporre l’interesse pubblico ad ogni altra considerazione”. “Il presidente Monti – conclude la nota – ha inoltre ringraziato il sottosegretario per il suo contributo al lavoro del governo, pur nella brevità del suo incarico”.
Per parte sua, l’ormai ex sottosegretario ha mantenuto il silenzio fino a tardo pomeriggio, quando le agenzie hanno battuto una sua nota: “Mi sono recato dal Presidente del Consiglio per un incontro da me sollecitato nei giorni scorsi per rassegnare le dimissioni di fronte al crescente attacco mediatico che mi ha coinvolto, mio malgrado. E’ stata una decisione sofferta ma convinta che ho assunto nell’esclusivo interesse del Paese – continua – pur nella consapevolezza della mia correttezza e buona fede. Mi auguro che questo mio gesto del tutto spontaneo rassereni il clima generale e contribuisca al proficuo proseguimento dell’impegnativa azione di Governo”.
Eppure, annotano i Ros nell’indagine sulla Cricca (in cui Malinconico non è indagato), capita anche che sia Malinconico a chiamare Balducci “per ringraziarlo – scrive il Ros – guardandosi bene di indicare la ragione ma facendo chiaramente riferimento…al soggiorno all’Argentario”. “Senti ti chiamavo… – afferma l’ex sottosegretario – innanzitutto per ringraziarti…grazie veramente…benissimo…ottimo il tutto”. Così come è lo stesso Piscicelli che più volte si sente con il proprietario dell’hotel il Pellicano anche quando Malinconico sta soggiornando lì, per assicurarsi che non venga fatto pagare il conto all’ospite. Tanto che il proprietario dell’albergo (Roberto Sciò), ridendo, gli dice: “Il professore te lo sei…come si dice…adottato”. “Senti Roberto…l’ultima cortesia…gli dici al capo del ricevimento…naturalmente poi faccio io…passo io…vediamo”. E per essere ancora più chiaro, in un’altra telefonata Piscicelli ribadisce: “…Non è che si distraggono casomai…gli fanno il conto”. E l’altro: “…e mi auguro che sia veramente foriero tutto questo tuo…”.
LE REAZIONI
Apprezzamento per le dimissioni di Malinconico è stato espresso in maniera bipartisan da tutte le forze politiche. “Degna di grande rispetto” per l’Udc Cesa, “segno di alto senso delle istituzioni” per il Pdl Baccini, “esempio di serietà” per Di Biagio di Fli. E poi “gesto che conferma il nuovo stile del governo” per il Pd Gentiloni. Solo l’Idv con Di Pietro e Donadi parla di “atto dovuto”.
Del resto, la politica aveva già ampiamente espresso un giudizio sulla permanenza al governo dell’ex presidente della Fieg: “Se fossi il suo consigliere gli direi di andare al mare”. Così aveva commentato questa mattina il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. “Lui conosce bene la comunicazione – ha detto Di Pietro – e sa che la frittata è fatta ed è meglio farsi da parte. Non c’è dubbio – ha aggiunto – che la composizione di questo governo è di persone di altissimo profilo, però questa situazione rispetto al messaggio che l’esecutivo vuole dare al Paese stona”.
Anche dal Pd era arrivata una richiesta di chiarimento al sottosegretario anche se con una formula decisamente più dubitativa. “Penso che valga per Malinconico quello che deve valere per chiunque ricopre incarichi pubblichi – ha detto Francesco Boccia – io non trovo convincente nulla, io penso che gli uomini devono fare della trasparenza la loro ragione di vita se ricoprono incarichi pubblici. Certamente Malinconico non conosceva l’imprenditore, ma il rapporto con Balducci deve essere chiarito. Non è opportuno giustiziare la gente in piazza ma chi deve chiarirlo lo deve fare. E’ una questione delicata che incide sull’onorabilità delle persone coinvolte ed eviterei processi mediatici”.
Di tutt’altro avviso il Pdl che con Donato Bruno, presidente della Commissione affari costituzionali, che aveva gridato alla “montatura”: “I media montano la notizia in situazioni di questo genere. Sostenere l’esistenza di un caso Malinconico soltanto per la frequentazione di Balducci, che finché non è caduto nella rete della giustizia era reputato un grande manager, la considero una montatura. In una frequentazione amicale di questo tipo non mi sembra strano. Non vedo nulla di trascendentale in due amici che trascorrono un fine settimana”.