Concordia, fermato il comandante: “Ha abbandonato la nave prima dei passeggeri”
Il capitano Schettino accusato anche di omicidio plurimo e naufragio, insieme all'ufficiale di plancia. Lui si difende: "Ero su traiettoria consentita". Ma secondo i rilievi si trovava fuori di 5 miglia. Idv: "Passera riferisca in aula"
La magistratura di Grosseto ha aperto un’inchiesta sulla tragedia avvenuta in mare a pochi metri dalla costa dell’isola del Giglio, e ha fermato il comandate della Costa Concordia, Francesco Schettino, coma ha annunciato il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio. I reati contestati sono omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave mentre c’erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo. Fermato con le stesse accuse il primo ufficiale in plancia, Ciro Ambrosio.
“Il comandante della nave ha accostato così tanto l’imbarcazione all’isola del Giglio, non poteva avvicinarsi così tanto, si è avvicinato così tanto che era inevitabile che questo scoglio se lo trovasse sotto la nave”, sostiene il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio. “Il comandante Francesco Schettino non è stato sicuramente l’ultimo a lasciare la nave”, ribadisce.
La magistratura ha delegato per l’indagine la Capitaneria di porto di Livorno e quella di Grosseto che a loro volta hanno iniziato anche una procedura amministrativa. Il comandante Schettino dice che era in un tratto consentito e che la roccia non sarebbe stata segnalata dalle carte. Un’ipotesi, anche se le navi da crociera non scelgono mai la rotta che ha seguito il Concordia che doveva passare almeno 5 miglia più lontano rispetto all’isola, come avviene per tutte le navi che partono da Civitavecchia e seguono quasi ogni giorno la medesima rotta.
Visto, soprattutto, che la zona del Giglio, paradiso dei sub, e il fondale, a quella distanza, è disseminato di scogli che affiorano e tutte le imbarcazioni, anche di piccole dimensioni, sono obbligate a navigare a una distanza di sicurezza che supera le due miglia.
L’incidente, certo, ma successivamente ci sarà il capitolo dei soccorsi. Tutto è avvenuto ieri sera alle 21, ma secondo il racconto dei testimoni i soccorsi sono stati “tardivi e confusi”. Circostanza, questa delle denunce, confermata dal capitano di corvetta Enrico Del Santos, portavoce della capitaneria di porto di Livorno: “E’ vero che i passeggeri hanno lamentato una lentezza dei soccorsi e un’inadeguatezza dell’equipaggio. Bisognerà ora capire se effettivamente è vero o se questa percezione sia stata determinata anche dalla paura del momento.Occorre anche tenere presente, sui tempi dei soccorsi, l’ingente numero delle persone a bordo”.
Testimonianze. E polemiche. Le dichiarazioni dei primi passeggeri che sono arrivati a Porto Santo Stefano, però, sono dettagliate e precise: Mara Parmegiani Alfonsi, giornalista, era a bordo della nave di lusso per lavoro, per seguire un evento di moda. E da Porto Santo Stefano, dove è stata trasportata dopo i soccorsi, racconta il panico ma non rinuncia nemmeno alle accuse: “È stato un momento infernale. Erano circa le 21 e stavamo per andare a cena, quindi eravamo anche vestiti abbastanza leggeri – spiega la testimone a Skytg24 – Abbiamo sentito un urto e le luci si sono spente, dai tavoli sono caduti gli oggetti e i bicchieri. Siamo tutti corsi verso il ponte e a fatica abbiamo raccolto i salvagenti, ma il comandante ci ha assicurato che si trattava solamente di un guasto alle macchine, e non era vero: sotto la chiglia già c’era uno squarcio di cento metri”.
Ilaria, 23 anni di Roma, e Safa 22 anni di Perugia, erano invece in crociera per seguire un corso di formazione. E a caldo raccontano i momenti dell’impatto e dell’evacuazione: “Eravamo a cena ieri sera quando ha cominciato a tremare tutto, la luce è andata via e la gente ha cominciato a gridare aiuto. Dopo che ha tremato tutto la nave ha cominciato a piegarsi su un lato. Nella sala ristorante sono caduti oggetti, bicchieri, vassoi e piatti. Ci siamo anche feriti ma la cosa più drammatica è sentire la voce delle persone, in particolare delle mamme, chiamare i propri familiari, soprattutto i bambini. Era buio e non sapevamo cosa fare. La gente cadeva in terra mano a mano che la nave si inclinava. Sentivamo la voce del comandante ma abbiamo pensato a correre verso un’uscita. Un’ora dopo è suonata la sirena ed è stato dato l’ordine di evacuazione”.
Come gli altri passeggeri anche Ilaria e Safa sono corse alle scialuppe di salvataggio: «Ma per l’inclinazione della nave alcune scialuppe non sono state calate in acqua – hanno raccontato le due superstiti – sono finite sui ponti sottostanti e crediamo che in parecchi si siano fatti male o siano rimasti contusi. C’era anche chi si buttava in acqua”.
”Mentre la nave affondava ci siamo sentiti anche dire da qualcuno dell’equipaggio di rientrare in cabina. Meno male invece che siamo scappati all’aperto e siamo andati alle scialuppe”. Così alcuni passeggeri raccontano il momento drammatico dell’emergenza a bordo della Costa Concordia. ”Sentivamo i richiami dei fischietti dei marinai senza capire di cosa si trattasse, e intanto era buio e capivamo che la situazione si faceva sempre più grave”, raccontano i passeggeri.
Polemiche sui soccorsi. Il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi ha confermato il numero delle vittime, ma per adesso non è entrato nel merito del funzionamento della macchina dei soccorsi. Sempre la Capitaneria di Livorno fa sapere che serviranno molte ore prima che venga conclusa l’operazione di verifica di chi manca all’appello della lista passeggeri della Costa Concordia. “Appena possibile il nostro personale salirà a bordo per escludere che ci sia ancora qualcuno – spiega ancora Enrico Del Santos, responsabile relazioni esterne della Capitaneria di Livorno – Ancora non è stato concluso l’incrocio dei dati tra lista passeggeri e persone che si trovano sull’isola, perché sono 4200 persone sparse in diverse strutture tra l’isola del Giglio, Porto Santo Stefano e altre località”. Un’operazione complessa perché “sono 4200 persone che sono arrivate a terra con i mezzi nostri, con le scialuppe di salvataggio, con barche private. In certi casi una volta a terra al Giglio sono stati invitati a casa dai residenti”.
“Per quanto riguarda eventuali persone in acqua stiamo verificando con mezzi navali e aerei – aggiunge Del Santos – L’attività di ricerca è in pieno svolgimento, mentre stanno per iniziare le operazioni dei sommozzatori per visionare la falla, individuare eventualmente le cause che possono aver provocato l’incidente e ovviamente per la ricerca di eventuali dispersi”. In questo momento nella ricerca a vista in mare di eventuali persone in acqua sono impegnati 8 mezzi navali e 9 elicotteri.
Sul piano delle procedure d’evacuazione la guardia costiera spiega che “bisogna capire cos’è stato fatto e se è stato fatto secondo le procedure: un abbandono nave prevede delle procedure, ogni persona dell’equipaggio ha una propria mansione nell’emergenza, quindi sarà da verificare anche questo”. Sulle cause della sciagura l’inchiesta della magistratura e della guardia costiera cercherà in particolare di capire cosa è avvenuto prima tra black out e apertura della falla.
La difesa dei membri dell’equipaggio. ”Non e’vero che i miei colleghi si sono tuffati in mare per salvare se stessi, ma proprio perché vedevano che molti passeggeri presi dal panico volevano raggiungere l’Isola del Giglio a nuoto li hanno seguiti per salvarli”. Così alcuni membri della Costa Crociere difendono il proprio operato sulla banchina di Porto Santo Stefano. ”Rispetto a chi dice – hanno aggiunto – che anche noi non abbiamo mantenuto la calma, invece molti di noi hanno visto che passeggeri in acqua erano in difficoltà nel nuotare, anche per la temperatura molto fredda. Così si sono tuffati anch’essi e hanno accompagnato a riva chi potevano”.
Tra le tante persone che si sono tuffate, c’era anche chi non aveva fatto in tempo ad indossare un giubbotto salvagente, mentre altri, specie anziani, non avevano la forza per superare il tratto di mare che li separava dall’isola.
L’Idv: Passera riferisca in aula. “Cordoglio per le vittime del naufragio avvenuto la notte scorsa nei pressi dell’Isola del Giglio e vicinanza alle rispettive famiglie”. Lo afferma, in una nota, il presidente vicario dei deputati dell’Idv Fabio Evangelisti. “Le scene a cui stiamo assistendo in queste ore – prosegue Evangelisti – sembrano appartenere al passato, non al 2012. Chiediamo al ministro Passera di riferire al più presto in Aula sulla precisa dinamica dell’incidente, la tempestività nei soccorsi e per accertare le eventuali responsabilità”.
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La Redazione
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
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Cronaca
Concordia, fermato il comandante: “Ha abbandonato la nave prima dei passeggeri”
Il capitano Schettino accusato anche di omicidio plurimo e naufragio, insieme all'ufficiale di plancia. Lui si difende: "Ero su traiettoria consentita". Ma secondo i rilievi si trovava fuori di 5 miglia. Idv: "Passera riferisca in aula"
“Il comandante della nave ha accostato così tanto l’imbarcazione all’isola del Giglio, non poteva avvicinarsi così tanto, si è avvicinato così tanto che era inevitabile che questo scoglio se lo trovasse sotto la nave”, sostiene il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio. “Il comandante Francesco Schettino non è stato sicuramente l’ultimo a lasciare la nave”, ribadisce.
La magistratura ha delegato per l’indagine la Capitaneria di porto di Livorno e quella di Grosseto che a loro volta hanno iniziato anche una procedura amministrativa. Il comandante Schettino dice che era in un tratto consentito e che la roccia non sarebbe stata segnalata dalle carte. Un’ipotesi, anche se le navi da crociera non scelgono mai la rotta che ha seguito il Concordia che doveva passare almeno 5 miglia più lontano rispetto all’isola, come avviene per tutte le navi che partono da Civitavecchia e seguono quasi ogni giorno la medesima rotta.
Visto, soprattutto, che la zona del Giglio, paradiso dei sub, e il fondale, a quella distanza, è disseminato di scogli che affiorano e tutte le imbarcazioni, anche di piccole dimensioni, sono obbligate a navigare a una distanza di sicurezza che supera le due miglia.
L’incidente, certo, ma successivamente ci sarà il capitolo dei soccorsi. Tutto è avvenuto ieri sera alle 21, ma secondo il racconto dei testimoni i soccorsi sono stati “tardivi e confusi”. Circostanza, questa delle denunce, confermata dal capitano di corvetta Enrico Del Santos, portavoce della capitaneria di porto di Livorno: “E’ vero che i passeggeri hanno lamentato una lentezza dei soccorsi e un’inadeguatezza dell’equipaggio. Bisognerà ora capire se effettivamente è vero o se questa percezione sia stata determinata anche dalla paura del momento.Occorre anche tenere presente, sui tempi dei soccorsi, l’ingente numero delle persone a bordo”.
Testimonianze. E polemiche. Le dichiarazioni dei primi passeggeri che sono arrivati a Porto Santo Stefano, però, sono dettagliate e precise: Mara Parmegiani Alfonsi, giornalista, era a bordo della nave di lusso per lavoro, per seguire un evento di moda. E da Porto Santo Stefano, dove è stata trasportata dopo i soccorsi, racconta il panico ma non rinuncia nemmeno alle accuse: “È stato un momento infernale. Erano circa le 21 e stavamo per andare a cena, quindi eravamo anche vestiti abbastanza leggeri – spiega la testimone a Skytg24 – Abbiamo sentito un urto e le luci si sono spente, dai tavoli sono caduti gli oggetti e i bicchieri. Siamo tutti corsi verso il ponte e a fatica abbiamo raccolto i salvagenti, ma il comandante ci ha assicurato che si trattava solamente di un guasto alle macchine, e non era vero: sotto la chiglia già c’era uno squarcio di cento metri”.
Ilaria, 23 anni di Roma, e Safa 22 anni di Perugia, erano invece in crociera per seguire un corso di formazione. E a caldo raccontano i momenti dell’impatto e dell’evacuazione: “Eravamo a cena ieri sera quando ha cominciato a tremare tutto, la luce è andata via e la gente ha cominciato a gridare aiuto. Dopo che ha tremato tutto la nave ha cominciato a piegarsi su un lato. Nella sala ristorante sono caduti oggetti, bicchieri, vassoi e piatti. Ci siamo anche feriti ma la cosa più drammatica è sentire la voce delle persone, in particolare delle mamme, chiamare i propri familiari, soprattutto i bambini. Era buio e non sapevamo cosa fare. La gente cadeva in terra mano a mano che la nave si inclinava. Sentivamo la voce del comandante ma abbiamo pensato a correre verso un’uscita. Un’ora dopo è suonata la sirena ed è stato dato l’ordine di evacuazione”.
Come gli altri passeggeri anche Ilaria e Safa sono corse alle scialuppe di salvataggio: «Ma per l’inclinazione della nave alcune scialuppe non sono state calate in acqua – hanno raccontato le due superstiti – sono finite sui ponti sottostanti e crediamo che in parecchi si siano fatti male o siano rimasti contusi. C’era anche chi si buttava in acqua”.
”Mentre la nave affondava ci siamo sentiti anche dire da qualcuno dell’equipaggio di rientrare in cabina. Meno male invece che siamo scappati all’aperto e siamo andati alle scialuppe”. Così alcuni passeggeri raccontano il momento drammatico dell’emergenza a bordo della Costa Concordia. ”Sentivamo i richiami dei fischietti dei marinai senza capire di cosa si trattasse, e intanto era buio e capivamo che la situazione si faceva sempre più grave”, raccontano i passeggeri.
Polemiche sui soccorsi. Il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi ha confermato il numero delle vittime, ma per adesso non è entrato nel merito del funzionamento della macchina dei soccorsi. Sempre la Capitaneria di Livorno fa sapere che serviranno molte ore prima che venga conclusa l’operazione di verifica di chi manca all’appello della lista passeggeri della Costa Concordia. “Appena possibile il nostro personale salirà a bordo per escludere che ci sia ancora qualcuno – spiega ancora Enrico Del Santos, responsabile relazioni esterne della Capitaneria di Livorno – Ancora non è stato concluso l’incrocio dei dati tra lista passeggeri e persone che si trovano sull’isola, perché sono 4200 persone sparse in diverse strutture tra l’isola del Giglio, Porto Santo Stefano e altre località”. Un’operazione complessa perché “sono 4200 persone che sono arrivate a terra con i mezzi nostri, con le scialuppe di salvataggio, con barche private. In certi casi una volta a terra al Giglio sono stati invitati a casa dai residenti”.
“Per quanto riguarda eventuali persone in acqua stiamo verificando con mezzi navali e aerei – aggiunge Del Santos – L’attività di ricerca è in pieno svolgimento, mentre stanno per iniziare le operazioni dei sommozzatori per visionare la falla, individuare eventualmente le cause che possono aver provocato l’incidente e ovviamente per la ricerca di eventuali dispersi”. In questo momento nella ricerca a vista in mare di eventuali persone in acqua sono impegnati 8 mezzi navali e 9 elicotteri.
Sul piano delle procedure d’evacuazione la guardia costiera spiega che “bisogna capire cos’è stato fatto e se è stato fatto secondo le procedure: un abbandono nave prevede delle procedure, ogni persona dell’equipaggio ha una propria mansione nell’emergenza, quindi sarà da verificare anche questo”. Sulle cause della sciagura l’inchiesta della magistratura e della guardia costiera cercherà in particolare di capire cosa è avvenuto prima tra black out e apertura della falla.
La difesa dei membri dell’equipaggio. ”Non e’vero che i miei colleghi si sono tuffati in mare per salvare se stessi, ma proprio perché vedevano che molti passeggeri presi dal panico volevano raggiungere l’Isola del Giglio a nuoto li hanno seguiti per salvarli”. Così alcuni membri della Costa Crociere difendono il proprio operato sulla banchina di Porto Santo Stefano. ”Rispetto a chi dice – hanno aggiunto – che anche noi non abbiamo mantenuto la calma, invece molti di noi hanno visto che passeggeri in acqua erano in difficoltà nel nuotare, anche per la temperatura molto fredda. Così si sono tuffati anch’essi e hanno accompagnato a riva chi potevano”.
Tra le tante persone che si sono tuffate, c’era anche chi non aveva fatto in tempo ad indossare un giubbotto salvagente, mentre altri, specie anziani, non avevano la forza per superare il tratto di mare che li separava dall’isola.
L’Idv: Passera riferisca in aula. “Cordoglio per le vittime del naufragio avvenuto la notte scorsa nei pressi dell’Isola del Giglio e vicinanza alle rispettive famiglie”. Lo afferma, in una nota, il presidente vicario dei deputati dell’Idv Fabio Evangelisti. “Le scene a cui stiamo assistendo in queste ore – prosegue Evangelisti – sembrano appartenere al passato, non al 2012. Chiediamo al ministro Passera di riferire al più presto in Aula sulla precisa dinamica dell’incidente, la tempestività nei soccorsi e per accertare le eventuali responsabilità”.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".