E gli orfani, chi ci pensa adesso agli orfani? Perché Salvatore Ligresti e famiglia, gratificati da 70 milioni e passa di buonuscita (paga Unipol), se la caveranno alla grande anche quando sarà stata definita, forse già nei prossimi giorni, la vendita del loro impero finanziario targato Fondiaria-Sai. Dopo la famiglia però vengono i famigli. Amici e parenti. Quasi sempre gente importante. Politici, banchieri, avvocati, professionisti vari, perfino prefetti della Repubblica. Ligresti per loro è stato un punto di riferimento. Dall’ingegnere di Paternò hanno ricevuto case, incarichi professionali e societari con tanto di lauti compensi, a volte milionari.
In cima alla lista ci sono i La Russa, l’ex ministro Ignazio col figlio Geronimo e il fratello Vincenzo, entrambi avvocati. Il primo ha ricevuto circa 350 mila euro dal gruppo Ligresti a titolo di “compensi per incarichi professionali”. Mentre Vincenzo La Russa, consigliere di Fondiaria-Sai, tra il 2008 e il 2010 ha presentato all’incasso fatture per 1,3 milioni pagate dalla compagnia di assicurazioni. Quello tra i La Russa e i Ligresti è un legame che si può definire storico. Si tramanda di padre in figlio, ormai da tre generazioni, nella famiglia del politico targato Pdl.
Un’amicizia condita da affari e parcelle. Ne sa qualcosa anche Filippo Milone, catanese come La Russa, che grazie al rapporto strettissimo con entrambe le famiglie è rimbalzato addirittura fino alla poltrona di sottosegretario alla Difesa. Prima di arrivare al governo chiamato da Mario Monti, il (quasi) sessantenne Milone ha sempre lavorato nelle società immobiliari targate Ligresti. Inizia da qui, con il sottosegretario di fresca nomina, una curiosa “saga dei prefetti” che a vario titolo nell’arco di quasi mezzo secolo hanno incrociato i Ligresti. Il padre di Milone, Antonino, era viceprefetto a Milano una cinquantina di anni fa, quando il futuro padrone di Fondiaria concluse i primi affari immobiliari nella metropoli, grazie anche ai rapporti con il senatore missino Antonino La Russa (padre di Ignazio) e il finanziere, anche lui catanese, Michelangelo Virgillito.
Da Milone padre si arriva fino all’attuale ministro degli Interni, Annamaria Cancellieri, che ha lavorato a lungo alla prefettura del capoluogo lombardo, collaborando tra gli altri negli anni Ottanta con l’allora prefetto Enzo Vicari. Una volta lasciati gli incarichi pubblici, Vicari diventò amministratore di alcune società del gruppo Ligresti. Dopo Vicari, morto nel 2004, un altro ex prefetto milanese come Bruno Ferrante trovò lavoro nel gruppo del finanziere immobiliarista siciliano. Pure l’attuale prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, successore di Ferrante nel 2005, ha ottimi rapporti con la famiglia Ligresti. In particolare suo figlio Stefano, avvocato, è grande amico dei figli di Ligresti e anche di Geronimo La Russa.
Si torna così ai giorni nostri con Piergiorgio Peluso, attuale direttore generale di Fondiaria, che è figlio del ministro Cancellieri. Fino a un anno fa, prima di approdare al gruppo assicurativo, Peluso ha lavorato come direttore generale al gruppo Unicredit, grande creditore di Ligresti. Quest’ultimo è stato anche padrone di casa del manager. L’erede del ministro ha infatti vissuto a lungo in una bella casa del centro di Milano di proprietà del gruppo Fondiaria. Del resto Ligresti, che controlla attraverso le sue società di uno sterminato patrimonio immobiliare, ha sempre avuto un’attenzione particolare verso un certo tipo di inquilini.
A Roma in un palazzo dei Parioli si erano sistemati l’ex ministro e attuale segretario del Pdl Angelino Alfano, il deputato finiano Italo Bocchino, l’ex direttore generale della Rai, Mauro Masi. Qualche anno fa ha trovato casa in un immobile di Ligresti anche Marco Cardia, avvocato, figlio dell’allora presidente della Consob, Lamberto. Già che c’era l’immobiliarista di Paternò penso bene di offrire al rampollo del numero uno della Consob alcuni incarichi professionali. Prontamente accettati dal diretto interessato. E a proposito di padri e figli va segnalato tra gli amministratori di società della galassia Ligresti anche Luigi Pisanu, erede di Beppe, politico già democristiano, ex ministro, ora Pdl.
Nell’elenco c’è posto anche per Simone Tabacci, che è consigliere d’amministrazione della Milano assicurazioni, controllata da Fondiaria. Suo padre Bruno, una lunga carriera politica alle spalle, attuale assessore della giunta Pisapia a Milano, vive in un appartamento del gruppo Ligresti nella torre Velasca, grattacielo a pochi metri dal Duomo. I La Russa ovviamente non sono gli unici avvocati del gruppo Ligresti. A consigliare e assistere le aziende di famiglia troviamo da almeno un decennio un peso massimo come Carlo D’Urso, uno dei legali di riferimento dell’alta finanza nazionale. Lo studio D’Urso viaggia a 1,5 milioni di compensi all’anno. Infine, a proposito di famigli come non ricordare i parenti dei gran capi del gruppo Fondiaria? Carriera assicurata, ad esempio, per Fabio Marchionni. Suo padre Fausto per dieci fino a gennaio del 2011 è stato amministratore delegato della compagnia di assicurazioni. Poi c’è Alessandra Talarico, figlia di Antonio, classe 1942, strettissimo collaboratore del patron Salvatore, e Barbara De Marchi, moglie di Paolo Ligresti. Insomma, tutto in famiglia. Almeno fino a quando i Ligresti non avranno ammainato la bandiera.
da Il Fatto Quotidiano del 18 gennaio 2012