“Non chiedo niente alla Germania. Bisogna osservare le regole di bilancio e una governance dell’euro”: è un Mario Monti molto determinato quello che è arrivato a Londra, dove ha ribadito la sua assoluta certezza di riuscire a invertire il trend di credibilità del nostro Paese nelle contrattazioni finanziarie. Tutto questo, nonostante le voci di ulteriori declassamenti. L’allarme di oggi arriva da Moody’s: “L’Italia dovrebbe essere in recessione nel 2012, con un rialzo dei fallimenti aziendali e un calo dei prezzi immobiliari”. In tal senso, prima di entrare nella sede del Financial Times, il premier ha risposto con un “certo” alla domanda di un cronista, che chiedeva se la visita di oggi alle istituzioni e alla City servirà a ribaltare i convincimenti delle agenzie di rating.
Nell’incontro con il premier David Cameron, Monti ha ricordato l’importanza del paese guidato da Angela Merkel, che è “alla base dell’euro”, ma poi ha lanciato una stoccata: “Non chiedo niente alla Germania. C’è un problema, riconosciuto da tutti e dai mercati, in primo luogo di governance dell’eurozona che non è ancora perfettamente adeguata all’altezza della sfida”. Per Cameron: “Bisogna capire cosa dobbiamo fare di più, come trovare soluzioni a breve termine per la Grecia”. La Gran Bretagna appoggia il FondoMonetario ed è aperta a un aumento delle sue risorse ma è “l’Eurozona che deve sostenere l’Euro”, ha detto il premier britannico durante la conferenza stampa con Monti.
In quella successiva, alla borsa di Londra, il presidente del Consiglio ha parlato della necessità di avere “un mercato unico” e ovviamente “un’unione monetaria”, oltre ad illustrare i provvedimenti che intende adottare in tema di liberalizzazioni.
Il viaggio del presidente del Consiglio nel Regno Unito, prevede un’ agenda molto intensa. Dopo l’appuntamento al quotidiano finanziario e quello con il premier britannico Cameron, c’è l’incontro con investitori e giornalisti nella sede della Borsa e quindi di una ‘lectio’ alla London School of Economics, oltre all’incontro con il vice premier Libdem Nick Clegg e con il leader laburista Ed Miliband.