“Sul concetto di volto nel Figlio di Dio” va finalmente in scena. Stasera alle 21 il sipario del Franco Parenti di Milano si aprirà sull’immagine del Cristo di Antonello da Messina che fa da sfondo allo spettacolo di Romeo Castellucci, accusato dagli estremisti cattolici di essere blasfemo. E definito dal Vaticano “un’opera offensiva delle convinzioni religiose dei cristiani”. E dopo giorni di polemiche, le proteste dei gruppi ultra religiosi si sposteranno da Internet alla piazza. Con il timore che si possano ripetere gli scontri di Parigi, dove lo scorso ottobre la rappresentazione ha scatenato la reazione dei lefebvriani francesi.
Due le iniziative che si terranno in piazzale Libia, a due isolati dal Franco Parenti, dopo che la questura di Milano ha impedito il sit-in davanti all’ingresso del teatro. Alle 19 verrà celebrata una messa di rito lefebvriano organizzata dal Circolo cattolico Christus Rex. Una cerimonia di riparazione contro un’opera ispirata “a teorie gnostico-blasfeme, quindi profondamente anticattoliche, che rovesciano e offendono la gloriosa storia della Redenzione operata da Nostro Signore Gesù Cristo”, si legge sul sito dell’organizzazione che si auto definisce “gruppo di cattolici apostolici romani integrali”.
Mezz’ora dopo Militia Christi, Italia cristiana, Fondazione Lepanto, Comitato no 194 e altri movimenti del mondo ultra cattolico reciteranno due rosari, uno in latino e uno in italiano. Preghiere, ma anche striscioni, bandiere e megafoni. Poi una delegazione dei manifestanti si sposterà davanti al teatro. Sul rischio di incidenti taglia corto Fabrizio Lastei, portavoce di Militia Christi: “Gli slogan saranno fermi, ma civili – spiega a ilfattoquotidiano.it -. Le contestazioni rimarranno nei confini del moralmente corretto, nel rifiuto della violenza e dell’antisemitismo”. Parole che cercano di smorzare i toni, dopo le minacce arrivate nei giorni scorsi ad Andrée Ruth Shamah, direttrice di religione ebraica del Franco Parenti.
Messe e rosari saranno celebrati anche a Roma, nella basilica di S. Andrea delle Fratte, a Napoli, nella chiesa di S. Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco e a Firenze, nalla parrocchia di Ognissanti e nella chiesa dei Santi Michele e Gaetano. Iniziative contro un’opera che, secondo gli oltranzisti cattolici, costituisce una vera e propria bestemmia. Accusa che Castellucci respinge: il suo spettacolo, dice, si ispira alle Sacre Scritture e gli attacchi non sono altro che “una fatwa cristiana”. In solidarietà al regista Rifondazione comunista, Pdci, Sel e Comitati X Milano saranno in presidio a partire dalle 18.30 in piazza Buozzi, a poche centinaia di metri dalle proteste.
A sua difesa poi, si sono schierati molti intellettuali, che hanno aderito a un appello lanciato da Massimo Marino, Attilio Scarpellini e Oliviero Ponte di Pino. Secondo i tre critici teatrali “non si tratta di scegliere tra chi dice di aver scritto il suo spettacolo come una preghiera e chi, senza averlo visto, lo accusa di essere blasfemo”. Si tratta ”semplicemente di garantire a Romeo Castellucci la prima ed essenziale libertà di ogni arte e di ogni artista: quella di essere compreso o frainteso con cognizione di causa, di essere giudicato secondo la sua opera e non secondo il pregiudizio di un manipolo di fondamentalisti che agita la fede in Cristo come una clava identitaria”. Hanno firmato, tra gli altri, Giuseppe Bertolucci, Mario Martone, Giancarlo De Cataldo, Jovanotti e Antonio Scurati. Tutti convinti che la libertà di espressione artistica è “un cardine irrinunciabile della nostra esistenza civile”.