A quanto pare il mio ultimo post ha fatto innervosire un po’ di ultras grillini. Pazienza. Mi dispiace per loro, ma non credo di dover avallare affermazioni ambigue e retrograde, provenissero pure da Gesù Cristo. E poi la lesa maestà esercita su di me da sempre un fascino irresistibile.
Però voglio aggiungere due cose. La prima riguarda ancora Grillo. Forse la foga polemica su una questione che ritengo fondamentale come il problema della cittadinanza agli immigrati mi ha fatto eccedere nel giudizio negativo su una persona che, oltre a essere un bravo comico, ha preso posizione in termini corretti su altri temi altrettanto importanti. Uno per tutti, ultimamente la critica sacrosanta agli arresti effettuati un po’ a casaccio per gli avvenimenti della Val Susa. Qui sono d’accordo con te, caro Beppe, è insensata questa repressione per realizzare un’opera inutile che porterà soldi nelle casse dei soliti speculatori sottraendoli a quelle pubbliche e già l’ho scritto in varie occasioni. D’altra parte la lotta per la difesa del territorio avanza in tutta Italia: proprio ieri mattina a Roma con decine di cittadini dei quartieri Cinecittà, Marconi e San Paolo abbiamo fondato il Comitato romano per la difesa del territorio e dei beni comuni, che si batte per contrastare l’infame piano parcheggi voluto dai palazzinari. Qui vorremmo al nostro fianco anche Grillo e il Movimento 5 stelle, o sono realtà solo virtuali? Speriamo di no! A chi ci si può rivolgere a Roma?
La seconda riguarda invece il tema della cittadinanza. La legge italiana vigente è restrittiva in modo eccessivo. Lo stesso Napolitano ha chiesto che sia resa più elastica. La campagna “L’Italia sono anch’io”, criticata da Grillo, con il noto post, si basa sui seguenti principi, a mio parere del tutto condivisibili:« – Facilitare ed incrementare l’acquisizione della cittadinanza, quale strumento essenziale di una effettiva integrazione nella società, presupposto per la fruizione piena di tutti i diritti; – l’acquisizione della cittadinanza non può costituire una sorta di privilegio da elargire discrezionalmente e a seguito di un tortuoso percorso burocratico, ma deve essere il naturale coronamento della legittima aspirazione del richiedente, a seguito di un soggiorno legale sul territorio di durata ragionevole; – l’inclusione piena di persone nella fruizione di diritti e nell’adempimento di doveri comporta anche per lo Stato innegabili vantaggi; – il principio dello ‘ius soli’ deve rivestire un ruolo di primario rilievo, da aggiungersi ai principi già previsti nella normativa vigente; – il percorso giuridico verso la cittadinanza deve essere concepito come diritto soggettivo all’acquisizione e non come interesse legittimo: in tal modo si determinano conseguenze anche in tema di tutela giurisdizionale, con la competenza dell’Autorità giudiziaria ordinaria; – la previsione di ampie possibilità di acquisizione della cittadinanza per i minori presenti sul territorio si pone come elemento determinante delle modifiche proposte, che intendono disporre altresì una generale semplificazione dei requisiti e delle procedure per il suo ottenimento». Scusate la lunga citazione, ma dopo le molte inesattezze e vere e proprie scempiaggini scritte in margine al mio blog di ieri era necessario ristabilire un minimo di verità.
Caro Grillo, quelli contenuti in questa proposta sono principi di tale elementare buonsenso che non vedo come se ne possa dissentire. Ma forse il tuo improvvido post è stato uno svarione, che può capitare a tutti. Gli errori, caro Beppe, si ammettono. Io dal canto mio mi scuso per averti impropriamente accomunato a Bossi e Borghezio. E faccio anche autocritica per aver ignorato alcune importanti campagne informative che porti avanti su temi come il potere finanziario o quello delle multinazionali.
Però voglio anche ribadire un punto. A mio parere la questione della cittadinanza non è secondaria ma fondamentale per costruire, come scrivevo, quell’unità di popolo che invece i leghisti vorrebbero in tutti i modi spezzare. Sono loro la vera arma di distrazione di massa dei poteri dominanti. Che ne dicono il buon Beppe e i suoi seguaci? Sono disposti a contribuire a costruire un fronte unitario di lotta contro il governo Monti che sia anche e soprattutto sociale o sono invece convinti che le battaglie si vincano a colpi di post e di insulti sconsiderati contro chi legittimamente critica talune prese di posizione?
Penso che le molte energie racchiuse oggi nel seguito di Grillo, e anche le sue, certamente, potrebbero essere ancora più utilmente impiegate per costruire l’alternativa di cui il nostro Paese ha bisogno. Ma a condizione di chiarire fino in fondo da che parte stanno. Anche e soprattutto su questioni fondamentali come quella della cittadinanza. Mettere in rete le energie positive superando le incomprensioni costituisce oggi un’esigenza prioritaria. Non per buonismo, ma per essere più efficaci e cambiare insieme questa società malata.