Le accuse vanno dalla violenza e resistenza a pubblico ufficiale alle lesioni e danneggiamenti aggravati. Arrivano le botte, i blocchi violenti, i pestaggi, le aggressioni, oltre ad intimidazioni e minacce.
Un carosello indegno quello che si sta consumando (e sta consumando) in mezza Italia e che impedisce lo svolgimento dell’ordinata convivenza civile: gruppi organizzati che si muovono con comportamenti eversivi non degni di tutela rivendicando, con metodi criminali, diritti che potrebbero anche essere legittimi.
Questi non hanno evidentemente niente a che vedere con i loro interessi, nella valutazione concreta dei quali non possiamo e vogliamo entrare. Qui si parla di altro, a scanso di equivoci. Qui si parla di metodo. La Costituzione riconosce e tutela sistemi di protesta legali, oltre che legittimi, e a questi (solo a questi) si può ricorrere per far valere un diritto, di qualunque natura inteso. Lo sciopero in questo senso diventa atto di incontro e confronto, ma solo se non calpesta i diritti degli altri. Anche quelli garantiti per Costituzione.
Il ministro Cancellieri ha richiamato i prefetti per chiedere la tutela dei cittadini contro quei comportamenti “che compromettano la sicurezza della circolazione e l’incolumità delle persone; i prefetti potranno far ricorso all’adozione di apposite, mirate ordinanze contingibili e urgenti”. Un richiamo cui mi associo, con Aira e personalmente, affinché vengano adottate misure contro chiunque faccia degenerare la protesta in un’azione antidemocratica con l’uso di mezzi violenti di lotta.
Si è parlato, nell’ordine, di infiltrazioni: della destra estrema, della sinistra dei centri sociali (vedi gli arresti di questi giorni), degli anarchici e di ex brigatisti (vedi la questione No Tav in Val di Susa), per finire alla camorra e alla mafia. Tra questi, pare manchino i più importanti, quelli che hanno – alle condizioni di cui sopra – il diritto di stare in piazza: gli arrabbiati. Sono attualmente in corso indagini per accertare la presenza di elementi della criminalità organizzata tra i manifestanti degli autotrasportatori in Sicilia.Non sappiamo quindi se questo sia vero, ma sappiamo con certezza che se anche non ci sono i mafiosi a movimentare le masse, alcuni singoli hanno utilizzato mezzi mafiosi per costringere gli altri ad aderire: chiedere al barista in Sicilia di abbassare la serranda dopo le minacce di alcuni facinorosi, poiché non aderiva alla protesta. La Digos ha ravvisato “tecniche paramilitari” tra i manifestanti in Val di Susa, facendo intendere la presenza di pseudo-terroristi tra la folla (mi torna alla memoria la guerriglia del 15 ottobre scorso, con poche decine organizzate che mettevano a ferro e fuoco il centro di Roma).
Pur non essendo un amante delle teorie complottiste, anzi pur avendole sempre criticate apertamente anche su questo blog, non posso non riflettere sul fatto che forse la mano di alcune frange è armata da qualcun altro; da chi, probabilmente, ha tutto l’interesse a destabilizzare l’assetto preordinato, aggrappandosi parassitariamente alla schiena dei bisognosi. Cioè quelli arrabbiati per davvero. Alla magistratura l’ardua sentenza, come è ovvio. A noi, la esecrazione non tanto della mafia, ma dei “metodi mafiosi”, dei comportamenti palesemente irrispettosi del prossimo. Senza appello.
Ranieri Razzante
Presidente Aira
Politica - 30 Gennaio 2012
La democrazia e la violenza
Le accuse vanno dalla violenza e resistenza a pubblico ufficiale alle lesioni e danneggiamenti aggravati. Arrivano le botte, i blocchi violenti, i pestaggi, le aggressioni, oltre ad intimidazioni e minacce.
Un carosello indegno quello che si sta consumando (e sta consumando) in mezza Italia e che impedisce lo svolgimento dell’ordinata convivenza civile: gruppi organizzati che si muovono con comportamenti eversivi non degni di tutela rivendicando, con metodi criminali, diritti che potrebbero anche essere legittimi.
Questi non hanno evidentemente niente a che vedere con i loro interessi, nella valutazione concreta dei quali non possiamo e vogliamo entrare. Qui si parla di altro, a scanso di equivoci. Qui si parla di metodo. La Costituzione riconosce e tutela sistemi di protesta legali, oltre che legittimi, e a questi (solo a questi) si può ricorrere per far valere un diritto, di qualunque natura inteso. Lo sciopero in questo senso diventa atto di incontro e confronto, ma solo se non calpesta i diritti degli altri. Anche quelli garantiti per Costituzione.
Il ministro Cancellieri ha richiamato i prefetti per chiedere la tutela dei cittadini contro quei comportamenti “che compromettano la sicurezza della circolazione e l’incolumità delle persone; i prefetti potranno far ricorso all’adozione di apposite, mirate ordinanze contingibili e urgenti”. Un richiamo cui mi associo, con Aira e personalmente, affinché vengano adottate misure contro chiunque faccia degenerare la protesta in un’azione antidemocratica con l’uso di mezzi violenti di lotta.
Si è parlato, nell’ordine, di infiltrazioni: della destra estrema, della sinistra dei centri sociali (vedi gli arresti di questi giorni), degli anarchici e di ex brigatisti (vedi la questione No Tav in Val di Susa), per finire alla camorra e alla mafia. Tra questi, pare manchino i più importanti, quelli che hanno – alle condizioni di cui sopra – il diritto di stare in piazza: gli arrabbiati. Sono attualmente in corso indagini per accertare la presenza di elementi della criminalità organizzata tra i manifestanti degli autotrasportatori in Sicilia.Non sappiamo quindi se questo sia vero, ma sappiamo con certezza che se anche non ci sono i mafiosi a movimentare le masse, alcuni singoli hanno utilizzato mezzi mafiosi per costringere gli altri ad aderire: chiedere al barista in Sicilia di abbassare la serranda dopo le minacce di alcuni facinorosi, poiché non aderiva alla protesta. La Digos ha ravvisato “tecniche paramilitari” tra i manifestanti in Val di Susa, facendo intendere la presenza di pseudo-terroristi tra la folla (mi torna alla memoria la guerriglia del 15 ottobre scorso, con poche decine organizzate che mettevano a ferro e fuoco il centro di Roma).
Pur non essendo un amante delle teorie complottiste, anzi pur avendole sempre criticate apertamente anche su questo blog, non posso non riflettere sul fatto che forse la mano di alcune frange è armata da qualcun altro; da chi, probabilmente, ha tutto l’interesse a destabilizzare l’assetto preordinato, aggrappandosi parassitariamente alla schiena dei bisognosi. Cioè quelli arrabbiati per davvero. Alla magistratura l’ardua sentenza, come è ovvio. A noi, la esecrazione non tanto della mafia, ma dei “metodi mafiosi”, dei comportamenti palesemente irrispettosi del prossimo. Senza appello.
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(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa i tre punti. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - Il concerto di Natale alla Camera "Morricone dirige Morricone", registrato questo pomeriggio nell'Aula di Montecitorio, sarà in onda su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, lunedì 23 dicembre alle 15.30. Alla stessa ora sarà trasmesso anche sulla webtv della Camera e sul canale satellitare. Lo rende noto la Camera.
L'evento è introdotto dal Presidente Lorenzo Fontana. Il Maestro Andrea Morricone esegue molte delle celebri composizioni del padre Ennio. Il programma, introdotto dall'Inno italiano, abbraccia i brani più famosi, da "Gli Intoccabili" a "The Mission". A interpretare le musiche sono: l'orchestra Roma Sinfonietta, con la direzione del Maestro Andrea Morricone e il Coro Claudio Casini dell'Università di Roma Tor Vergata diretto dal Maestro Stefano Cucci. La direzione artistica è a cura di Luigi Lanzillotta.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - “Le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo sono il segno evidente del fallimento delle politiche del governo sul carcere a fronte delle tragiche condizioni in cui versano". Lo dice Riccardo Magi.
"Sovraffollamento, suicidi, abusi, condizioni disumane indegne per un Paese europeo. Ed evidentemente sono anche il frutto del fatto che la linea portata avanti dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove non ha favorito una visione e un approccio ai problemi del carcere compatibili con la Costituzione. Nordio riferisca in aula al più presto in aula e spieghi se sulle carceri vuole cambiare rotta o proseguire su questa linea disastrosa”, conclude il segretario di Più Europa.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Le dimissioni di Giovanni Russo dal vertice del Dap sono una conferma del fallimento di una politica carceraria di questo Ministero, di questo Governo". Lo dicono la responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani, il capogruppo dem in Bicamerale Antimafia Walter Verini e i due capigruppo dem delle commissioni Giustizia Senato e Camera Alfredo Bazoli e Federico Gianassi.
"Questi due anni hanno aggravato una situazione difficile, con il dramma dei suicidi dei detenuti, con un sovraffollamento disumano, con condizioni difficilissime anche per il lavoro della Polizia Penitenziaria. E con risposte inesistenti e ciniche da parte di Ministro e Sottosegretari. Anche le condizioni di lavoro del Dap sono state rese certamente più difficili. Chiameremo Nordio a riferire alle Camere sulla gravità ulteriore della situazione", aggiungono.