Un “praticantato retroattivo” che scatena sospetti. E polemiche. Come accade ogni volta che in Puglia si discute dei rapporti tra stampa e potere. Il Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti ha riconosciuto l’abilitazione per l’esame di idoneità professionale alla giornalista Anna Grittani. Che ha lavorato prima per Sandro Frisullo (ex vice di Vendola, dimissionato per lo scandalo escort e successivamente arrestato) e poi per Loredana Capone, attuale assessore allo Sviluppo economico e vice presidente della Regione Puglia. Grazie alla delibera dell’Odg, oggi ha i requisiti per sostenere l’esame di abilitazione professionale. Ma dove nascono i sospetti?
A tirar fuori la notizia è stato il sito di informazione go-bari.it, la cui inchiesta ha spinto il consigliere Pdl Nino Marmo a presentare un’interrogazione a Vendola per chiarire la vicenda in Consiglio regionale. Prima questione: Susanna Napolitano, direttore responsabile dell’agenzia di stampa regionale Agierrefax non ha firmato il praticantato della giornalista. Che non era una dipendente della Regione Puglia, ma di una società di cui lo stesso ente è socio unico: Puglia Sviluppo, che si occupa dell’internalizzazione delle imprese. Insomma, secondo le cronache la Grittani non avrebbe svolto attività di comunicazione, e non a caso la Napolitano non ha firmato la pratica. Quest’ultima però, dà un’altra versione dei fatti: “Non ho risposto – spiega il direttore responsabile – perché quando mi è stato chiesto di certificarlo ero alla guida dell’agenzia da cinque mesi. Come potevo certificare diciotto mesi di praticantato? Diversamente non avrei avuto problemi a firmarlo”.
A quel punto è intervenuto l’ordine professionale, riconoscendo il praticantato di fatto, che come organo a tutela del lavoro nero o precario ha effetti retroattivi. Per farlo, l’ordine ha compiuto alcuni accertamenti. “Il caporedattore di Agierrefax – racconta Paola Laforgia, presidente dell’Odg Puglia -, a differenza del direttore, ha testimoniato che il praticantato è stato svolto, ci sono testimonianze scritte di colleghi che lavorano per una decina di testate locali e nazionali che seguono la Regione che hanno detto che la collega era loro interlocutore”.
C’è però anche un altro particolare. Proprio Paola Laforgia è moglie di Davide Pellegrino, da alcune settimane capo di Gabinetto del presidente Nichi Vendola. Una personalità autorevole, all’interno della Regione, che ha detenuto anche una serie di dirigenze, tra cui le politiche per lo Sviluppo economico, ovvero proprio il settore del quale, a detta della stessa Laforgia, la Grittani avrebbe contribuito a curare la comunicazione istituzionale, come emergerebbe dalle verifiche svolte dall’ordine professionale.
Insomma, la presidente si è trovata con una mano a esaminare una pratica svolta presso la giunta regionale, con l’altra ad essere moglie di chi ricopre un ruolo di vertice presso lo stesso organo. Per narrare la vicenda, sulle cronache locali sono stati utilizzati termini quali “casta, cricca, conflitto d’interessi”. Perché la Laforgia, anziché astenersi per una ragione di opportunità, ha caldeggiato e votato la delibera? “Quando è cominciata la vicenda – risponde Laforgia – mio marito non era ancora capo di Gabinetto“.
Ma lo era già da alcune settimane quando il Consiglio direttivo ha riconosciuto il praticantato, in data 17 gennaio. “Non vedo alcun conflitto di interessi – conclude la presidente – e nessuno l’ha sollevato in sede di approvazione”. Proprio il momento della votazione fa nascere un nuovo enigma. Come è stato l’esito? Secondo le notizie di stampa, il risultato finale sarebbe stato di parità: quattro a quattro. E solo grazie al voto del presidente – che vale doppio per regolamento – la delibera è stata licenziata. La Laforgia dice il contrario: “Quattro favorevoli e tre astenuti”. Tuttavia il presidente dell’Odg Puglia non permette di prendere visione diretta dell’atto perché – dice – “il diritto di accesso è consentito solo a chi ha interesse”.
Il ruolo dell’ente regionale, poi, torna torna in gioco in considerazione del fatto che a breve sarà bandito un concorso per l’assunzione di tre giornalisti. Per le cronache cittadine il bando servirebbe ad assumere tre addetti stampa, il tutto già deciso rispettando una sorta di par condicio politica: uno in quota Pd, uno in quota Sel e uno in quota Pdl. E in tal senso la tempistica delle pratiche poste in essere dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Regione Puglia permetterà alla Grittani di sostenere l’esame da professionista spianandole la strada per partecipare al bando grazie al nuovo tesserino. Il che ha scatenato molti retropensieri.
Il presidente dell’Assostampa Puglia, Raffaele Lorusso, conferma che si sta ragionando attorno all’idea di un simile bando, ancora in fase preliminare, ma tiene ad aggiungere che “non mi è mai stata posta una questione di carattere politico”, aggiungendo di aver chiesto a Vendola in persona di rendere il bando “accessibile ad una ampia partecipazione”, per evitare che si ripetano episodi in cui alcune procedure poste in essere dalla Regione sono state definite “irrituali” dal sindacato dei giornalisti, nonché volte all’assunzione di “parenti e amici”.