Sarebbe da chiedersi a che serve l’arte. Forse anche a conoscere, come strumento di studio. Forse per imparare il dialogo inter e intraculturale. Forse per confrontarsi tra culture. Oppure, più semplicemente, per raffinare e fare evolvere il gusto. Sono queste alcune delle domande che non si può non porsi di fronte ai lavori di “(Un)forbidden City”, la mostra collettiva di artisti contemporanei cinesi che, appena inaugurata, sarà esposta fino al 4 marzo al Macro Testaccio di Roma. Che si tratti di eccellenze della sperimentazione non c’è dubbio, soprattutto dopo l’incredibile performance del 28 gennaio organizzata e ripresa dai I Gao Brothers, “The Utopia of Hugging for 20 Minutes”, in piazza del Popolo a Roma: il pubblico ha scelto una persona sconosciuta da abbracciare per 15 minuti.

A cura di Simona Rossi e Dominique Lora, questa esposizione sottotitola “La post-rivoluzione della nuova arte cinese” perché è pensata come un appuntamento dove tradizioni e nuove identità transnazionali si incontrano in una realtà che Achille Bonito Oliva definirebbe “glocal”. Il gruppo di artisti in mostra (Lu Feifei, Chang Lei, Wu XiaoJun, Li Xinmo, Shen Ruijun, Gao Shen, Sung Ping, Sun Lei) è legato ai movimenti studenteschi post rivoluzionari e alla cultura underground e propone codici estetici e soluzioni formali che gravitano intorno al mondo dei nuovi media. Decisamente pop e provocatori, lavorano con fotografia, installazioni, performance e video art.

Nelle opere, non è difficile rintracciare le tensioni e le dinamiche dello sviluppo culturale e sociale della Cina contemporanea in rapporto alle trasformazioni globali della modernizzazione: al centro è il dialogo tra etica ed estetica, dove tema portante è la sostenibilità economica e ambientare del vivere contemporaneo. “Gli artisti – spiega il curatore – diventano in qualche modo anche portatori di nuovi valori e cominciano a sostenere e promuovere nuovi stili di vita, più accorti e consapevoli, per dare un esempio, attraverso l’arte, alle prossime generazioni”. L’esposizione fa parte del programma della Biennale internazionale di Cultura ‘Vie della Seta’ che, a febbraio, prevede undici mostre e varie conferenze o eventi che spaziano dalla storia all’archeologia, all’arte contemporanea, all’attualità.

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