Giusto vent’anni fa Mani Pulite (buon compleanno) rivelò il mirabile ingranaggio del Collettore di tangenti. Veniva scelto tra i più estroversi, istruito sulle percentuali e mandato a ritirare il malloppo non solo per il proprio partito, ma a nome di tutte e cinque le cupole del pentapartito. I soldi poi venivano suddivisi in tana, con calma, come fanno i piccoli carnivori del Masai Mara, anche se in locali più confortevoli, normalmente quei ristoranti che spacciavano gamberetti in salsa rosa e pennette al salmone e vodka, durante il rito altamente simbolico del masticare il cibo insieme e insieme digerirlo per propiziarsi altro cibo in contanti e buone piogge per rallentare i cantieri a venire.

Con l’astro nascente del senatore Luigi Lusi, il mutuo soccorso fra i partiti segnala una nuova specie di banchetto imbandito con i soldi assai più sicuri e croccanti del “Rimborso elettorale”. Rischia uno solo, l’amministratore, che si incarica di portarli all’estero, scudarli quando serve, investirli, distribuirli in campagna elettorale e, se scoperto: pentirsi, piagnucolare, patteggiare. Agli altri della cupola basterà fare i finti tonti, addirittura gli indignati, per digerire in pace.

Il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2012

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