Berlusconi lascia la politica in prima linea
Silvio Berlusconi ha dichiarato di “farsi da parte” e di non avere nessuna intenzione di ricandidarsi alle elezioni come presidente del Consiglio
Testata: Financial Times
Data di pubblicazione: 3 febbraio 2012
Articolo originale di: Guy Dinmore e Giulia Segreti
Traduzione di Federico Greco e Mara Colzani per italiadallestero.info
Nella sua prima intervista da quando si è dimesso, tra i disordini dei mercati finanziari dello scorso novembre, Berlusconi ha affrontato, nella sua residenza romana, diversi argomenti con il Financial Times: lo scalpore creato dai media per le sue feste “bunga bunga”, la sua rabbia contro i magistrati “di sinistra” che lo braccano nelle aule di tribunale e il suo sforzo di promuovere radicali riforme politiche e giudiziarie.
Inoltre Berlusconi ha espresso la sua più ampia approvazione al governo tecnico guidato da Mario Monti – che è subentrato al suo stesso governo – in particolare per l’intenzione di attuare le ambiziose riforme del mercato del lavoro osteggiate dei sindacati. Gli elogi di Berlusconi per Monti – pronunciati senza condizioni, tranne alcune riserve per l’aumento delle tasse imposto a dicembre – probabilmente faranno piacere agli investitori e ai leader europei, preoccupati del fatto che l’ex presidente del Consiglio italiano possa destabilizzare il nuovo governo e preparare un ritorno in politica.
“Mi faccio da parte, anche nel mio partito”, ha dichiarato Berlusconi, facendo presente che la vittoria in tre elezioni a partire dal 1994 lo ha già reso il presidente del Consiglio più duraturo dalla Seconda Guerra Mondiale. Il Popolo della Libertà, il suo partito di centrodestra, sta attraversando un periodo di transizione dopo 18 anni trascorsi sotto la sua guida.
Berlusconi ha dichiarato di essersi dimesso a novembre perché era stato attaccato “da un’ossessiva campagna mediatica nazionale e internazionale che ha offeso me come persona e il governo a causa dell’elevato spread dei titoli di stato italiani e a causa della crisi nel mercato azionario. Dopo aver valutato le cause della crisi, che non riguardano solo l’Italia, ma l’Europa e l’Euro, ho compreso che se fossi rimasto al governo avrei arrecato un danno all’Italia perché ci sarebbero state altre terribili campagne mediatiche”, ha continuato. “Con senso di responsabilità, nonostante avessi la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, (…) mi sono fatto da parte e con eleganza”.
Un vivace Berlusconi ha insistito definendosi “ancora giovane” a 75 anni e ha mostrato un livido che ha detto essersi procurato giocando a hockey su ghiaccio con Vladimir Putin, il presidente russo. Ma ha precisato di essere diventato troppo vecchio per ricandidarsi come presidente del Consiglio nelle elezioni della primavera del 2013.
Piuttosto, Berlusconi ha rinnovato chiaramente l’appoggio ad Angelino Alfano – il 41enne ex ministro della Giustizia siciliano, ora segretario di partito – come suo delfino. Ma per la prima volta ha anche voluto chiarire che il Popolo della Libertà, ancora il più grande partito in Parlamento, terrà le primarie per scegliere il suo candidato alla presidenza del Consiglio.
Berlusconi – miliardario magnate dei media – non ha mostrato alcuna intenzione di abbandonare completamente la politica, precisando di voler esercitare la sua influenza dietro le quinte come “padre fondatore” del partito. Ha anche affermato che vorrebbe presentarsi alle elezioni per un posto in Parlamento, ricordando che i sondaggi lo danno molto più amato di Nicolas Sarkozy in Francia o di Angela Merkel in Germania. “Conservo ancora un forte sostegno popolare, quasi doppio rispetto ai miei colleghi Merkel e Sarkozy”, ha detto. “Nei sondaggi ho il 36%. Quando cammino per la strada, il traffico si blocca. Sono un pericolo pubblico e non posso andare a fare shopping!”
Le dichiarazioni di Berlusconi – che senza dubbio verranno accolte con scetticismo dalla critica – potrebbero spalancare le porte della corsa alla successione di Monti, presidente non eletto, che ha anche chiarito che non intende ricandidarsi alla fine del mandato. L’invito ad Alfano di guidare il partito non è sicuro, mentre il Partito Democratico di centrosinistra guidato da Pier Luigi Bersani è drammaticamente diviso sulle riforme del lavoro proposte da Monti.
Gli osservatori prevedono un rimpasto dell’intera scena politica italiana, e l’attenzione cade sull’eventualità che Corrado Passera, già capo di Intesa SanPaolo – una delle banche più importanti del Paese – e scelto da Monti come ministro dello Sviluppo economico, scelga di candidarsi alla Presidenza del Consiglio.
Offrendo sprazzi della sua precedente combattività, Berlusconi ha dichiarato che la Costituzione italiana del dopoguerra ha reso il Paese virtualmente ingovernabile e che sono necessarie delle riforme per dare al presidente del Consiglio più autorità, tagliare il numero dei piccoli partiti in Parlamento e limitare l’influenza di ciò che chiama un sistema giudiziario sinistrorso che si è immischiato nella politica.
“La speranza è che questo governo, che per la prima volta è sostenuto dall’intero Parlamento, abbia la possibilità di proporre grandi riforme strutturali, a partire dall’architettura istituzionale dello Stato, senza le quali non possiamo neppure pensare di avere un paese moderno, libero e democratico”, ha proseguito.
Mentre attacca la stampa straniera per avere danneggiato, in particolare, la sua immagine all’estero per i suoi presunti scandali privati, Berlusconi si dice “sereno” in merito alle conclusioni dei suoi due processi, nei quali è accusato di aver corrotto il suo ex avvocato inglese perché fornisse falsa testimonianza, e di aver avuto una relazione con una presunta prostituta minorenne. Accuse che respinge.