Con Monti o contro Monti? Lo scontro interno ai giovani del Pd si sposta sul sostegno al governo tecnico. Dopo la reprimenda dei Garanti nazionali del partito, che due settimane fa avevano bocciato il Regolamento blindato con il quale i vertici dei Giovani democratici avrebbero voluto andare a congresso – perché presentava “alcune violazioni dei principi fondamentali di democrazia e partecipazione” – la Commissione di Garanzia dell’organizzazione giovanile ha modificato le regole, rendendo più accessibile la presentazione di candidature alternative a quella del segretario uscente, il bersaniano Fausto Raciti, sostenuto dall’ala dalemiana del movimento.

In campo ci sarà sicuramente un altro bersaniano, Brando Benifei, ex responsabile Esteri dei Gd e promotore del ricorso che ha reso più democratico il percorso congressuale, evitando che si trasformasse in una corsa in solitaria del vecchio gruppo dirigente. I termini per presentare le mozioni scadono tra una settimana, il 13 febbraio e proprio in queste ore sta prendendo corpo l’ipotesi di una terza candidatura basata su posizioni decisamente più filo-montiane rispetto a quelle di Raciti, che nella sua tesi congressuale sparava a zero contro “l’algida supremazia di un’economia che si è fatta pura tecnica”. L’idea di una terza candidatura, più vicina al sostegno del partito all’esecutivo del Professore, parte dall’area Letta-Franceschini e si sta allargando a veltroniani e pezzi sparsi di bersaniani delusi e cigiellini dell’Unione degli Universitari (il cui stato maggiore però sta con Benifei).

Questo non è il nostro governo, ma sta facendo molte cose buone”, spiega Giacomo Possamai, capofila dei lettiani e segretario provinciale di Vicenza. “Al di là della possibilità o meno di presentare una terza mozione, vogliamo mettere al centro della discussione i temi del lavoro, partendo da una posizione vicina a quella formulata da Boeri e Garibaldi, che non tocca l’articolo 18 ma introduce il contratto unico di inserimento”.  L’idea di una terza candidatura convince poco Benifei, che vorrebbe invece costruire un fronte unitario “alternativo alla gestione poco trasparente e poco attenta ai territori di Raciti”. “Il punto di partenza sui temi del Lavoro e del sostegno all’esecutivo è quello della maggioranza interna Bersani-Franceschini, ma c’è apertura nei confronti di tutti quelli che vogliono cambiare questa giovanile”. E non è detto che alla fine tra gli sfidanti non prevalga proprio la linea dell’unità, dando vita ad un “grand rassemblement” che metta insieme i filo-montiani più accaniti e i sostenitori più tiepidi per rompere l’asse di ferro tra gli attuali vertici dei Gd e le posizioni marcatamente anti-ichiniane del responsabile Economia di Bersani, Stefano Fassina. Un’operazione che – se andasse in porto – potrebbe evitare al partito l’imbarazzo nei confronti di un’organizzazione giovanile che platealmente mal sopporta un governo di cui il Pd in Parlamento è costretto a reggere le fila.

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