La dittatura della finanza è il destino ineluttabile dei paesi occidentali o, al contrario, esiste un’alternativa? Dobbiamo rassegnarci all’evidenza di una politica sottomessa all’andamento delle Borse e arrenderci allo status quo di cittadini in balìa della crisi mondiale? Saranno questi i temi da dibattere nel corso della tredicesima puntata di Servizio Pubblico, dal titolo “L’uscita di sicurezza”. La trasmissione condotta da Michele Santoro andrà in onda stasera dalle 21 sul canale in chiaro di Sky, Cielo, oltre che su un network di televisioni locali e in diretta streaming sul sito del Fatto quotidiano. A questi si aggiungono i canali 100, 500 e 504 di Sky, i siti dei maggiori quotidiani nazionali e Radio Capital. Nel corso della puntata sarà possibile interagire in diretta attraverso i sondaggi proposti da Giulia Innocenzi che animeranno la pagina Facebook del programma.
Questa sera saranno ospiti in studio Giulio Tremonti, l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Berlusconi, il presidente di Rcs Libri Paolo Mieli, Luca Casarini, storico leader dei no global italiani ed Emanuele Ferragina, ricercatore di Oxford. Insieme a loro si discuterà di crisi e di prospettive future, per capire se davvero siamo arrivati al fascismo finanziario o se esiste una via per uscire da questa situazione di stagnazione e recessione economica. Anche per l’ex ministro Giulio Tremonti, infatti, non era mai successo nella storia che la finanza cancellasse il ruolo delle nazioni e della politica.
Un tema di grande attualità, profondamente collegato al dramma occupazionale delle giovani generazioni e al futuro del lavoro che era stato oggetto dell’ultima puntata di Servizio pubblico, di cui giovedì scorso si è discusso con il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso e il giuslavorista Michele Tiraboschi, docente di Diritto del lavoro presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e direttore scientifico della Fondazione Marco Biagi. Nel corso della trasmissione era andato in onda anche un reportage esclusivo dalla Grecia, il paese che finora in Europa ha sofferto le conseguenze più gravi della crisi e cartina tornasole di quanto la politica dell’Eurozona dipenda dalla finanza.