Pietre, bombe carta, barricate e lacrimogeni. Scene da guerriglia nel centro di Atene, dove è degenerata in pesanti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine l’ennesima manifestazione di massa, organizzata contro le nuove misure di austerità del governo per far fronte alle richieste dell’Europa in cambio degli aiuti. Nei pressi della centralissima piazza Syntagma, proprio davanti alla sede del Parlamento ellenico, decine di dimostranti incapucciati o con il volto nascosto da caschi da motociclista all’improvviso sono usciti dal corteo e hanno preso a lanciare all’indirizzo della polizia pietre e mattoni divelti da muri e massicciate, ma anche bottiglie incendiarie. Gli agenti in assetto anti-sommossa hanno reagito con un fitto lancio di lacrimogeni. In tutto il Paese è in corso uno sciopero generale di 48 ore.
Il nuovo piano di austherity dell’esecutivo Papademos, però, non piace neanche a una parte della politica. Giorgio Karatzaferis, il leader del partito di estrema destra greco Laos – che insieme con il Pasok (socialista) e Nea Dimocratia (centro-destra) appoggia il governo di coalizione del premier – ha detto oggi che egli ed il suo partito voteranno contro l’accordo raggiunto fra il governo di Atene e i creditori internazionali per la concessione del secondo pacchetto di aiuti alla Grecia. Karatzaferis ha fatto le sue dichiarazioni durante una conferenza stampa ancora in corso ad Atene. Secondo vari osservatori politici, il leader di estrema destra si sta schierando contro l’accordo per tentare di recuperare i consensi elettorali per il suo partito persi in gran parte da quando il Laos ha cominciato a sostenere il governo Papademos.