“Sono state determinanti le dichiarazioni rilasciate dall’ex sindaco Zara Giovanni che, con notevole senso civico e alto coraggio istituzionale, ha riferito con chiarezza lo svolgersi degli accadimenti che ne hanno determinato le dimissioni e delle minacce subite ed ha ricostruito tutta la vicenda politica che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale nel febbraio del 2009″. Così in un comunicato la direzione distrettuale antimafia di Napoli e il coordinatore Federico Cafiero De Raho definisce la figura di Giovanni Zara, ex sindaco di Casapesenna, oggi avvocato del Fai, la federazione antiracket. Inizialmente Zara riferisce agli inquirenti che alcuni consiglieri e lo stesso Fortunato Zagaria gli avevano consigliato di evitare dichiarazioni sulla camorra. “ C’era anche il timore – racconta Zara al Fattoquotidiano.it – nel dirle certe cose. Avevo interpretato quelle parole inizialmente come consigli, con il passare del tempo maturava dentro di me una certezza, quelle parole in realtà erano velate minacce”.
Sono diversi gli episodi di intimidazione ai danni di Giovanni Zara durante la sua breve esperienza da sindaco. Quello più emblematico avviene nel campo di calcio di Casapesenna quando Fortunato Zagaria convoca Zara, alla presenza del consigliere Luigi Amato e gli spiega l’irritazione del boss per alcune sue uscite pubbliche. “ Michele Zagaria – scrive il Gip – non gradisce l’entusiastica esposizione mediatica del sindaco che giunge ad auspicare la cattura sua e dell’altro capo indiscusso, Antonio Iovine. E così Lo Zagaria vicesindaco si fa portatore di quel disagio che, dato il personaggio, non può che accompagnarsi alla minaccia alla incolumità di chi ha osato umiliarlo”. L’incontro viene definito ‘terribile’. “ Le frasi – si legge nell’ordinanza – sono proferite da Fortunato Zagaria con piena condivisione della portata intimidatoria e dimostrano tutto il livore per aver puntato sulla persona sbagliata, addirittura dando rassicurazione alla camorra sulla sua affidabilità. E’ una sconfitta per Zagaria politico, che a sua volta rischia di divenire inaffidabile per Zagaria camorrista”. Tra gli altri episodi anche la volontà dell’allora sindaco di riutilizzare un bene confiscato sui terreni del boss Vincenzo Zagaria. “In quell’occasione – riferisce Zara nell’interrogatorio del marzo 2010 – lo stesso vicesindaco Fortunato Zagaria mi invitarono in modo del tutto anomalo dal punto di vista procedurale a contattare preliminarmente i familiari di Vincenzo Zagaria(…) cosa che non feci”.
Sulla paura a raccontare le minacce subite, Zara spiega: “ Io ho continuato, nonostante tutto, nella strada della legalità. C’era un conflitto interno dentro di me, io volevo fare quello che ho fatto, ma vedevo che non mi rispondeva la politica, un politica che ho temuto più della camorra. Avevo paura che mi potessero escludere. Il mio partito era Alleanza Nazionale con riferimento Alfredo Mantovano, Fortunato era di Forza Italia vicino a Nicola Cosentino. Alla fine sono stato fatto fuori politicamente”. C’è un altro particolare. Dopo le dimissioni dei consiglieri, manovrati da Fortunato Zagaria, Giovanni Zara chiama Alfredo Mantovano e gli propone di candidarsi in appoggio alla sua lista. Mantovano accetta. “ Stavo preparando la lista – continua Zara – per le comunali del 2009, io candidato sindaco e Mantovano sarebbe stato consigliere, un segnale preciso. Poche settimane prima della presentazione della lista il senatore Gennaro Coronella vietò la candidatura di Mantovano. All’inizio era favorevole poi non lo è stato più e così decisi di non candidarmi”. Zara precisa un altro particolare, l’insolita alleanza che sostiene il sindaco Fortunato Zagaria, oggi arrestato: “ Nell’attuale maggioranza c’è il Pdl che inizialmente era all’opposizione, c’è il partito democratico che esprime il vicesindaco e c’è anche l’Udc”.