La Germania si prepara al dopo-euro per regnare su un’Europa divisa in tre
Mentre l'eurozona collassa, la Merkel pensa già al dopo e punta a est: Russia, il Kazakstan, dove ha appena firmato importanti accordi commerciali con il presidente Nazarbaev, e verso la Cina.
Dagli avvenimenti greci degli ultimi giorni appare ovvio che l’eurozona si salverà solamente se potrà garantire ai suoi cittadini occupazione e miglioramenti degli standard di vita, consentendo alle economie più deboli, in particolare del sud e del centro Europa, di guadagnare competitività e di imboccare un sentiero di crescita. Per ottenere questi risultati e’ indispensabile un radicale processo di riforma e di trasformazione dell’assetto economico, politico ed istituzionale europeo che, per avere possibilità di successo, non dovrebbe mettere in pericolo la coesione sociale e lo stesso assetto democratico.
La Grecia e l’Ungheria stanno mostrando alle classi dirigenti europee due modi diversi di reagire agli effetti causati dalle politiche economiche realizzate per porre rimedio alla crisi dei debiti sovrani. Altri paesi dell’area mostrano segni evidenti di stress economico e politico come la Bulgaria e la Romania, e se la crescita non sarà presto avviata, altri paesi non marginali come Spagna, Italia ed Inghilterra si chiederanno se valga la pena di continuare a subordinare le proprie politiche economiche ad un assetto economico ed istituzionale che produce recessione e disoccupazione crescente. Certo che la situazione europea è paradossale: la politica fiscale segue i dettami della dottrina rigorista e neomercantilista tedesca, mentre la politica monetaria, con buona pace dello statuto della Banca Centrale europea, è espansiva secondo il modello americano per salvare il sistema bancario e finanziario europeo, ma senza alcun effetto sull’economia reale.
Le previsioni di crescita dell’area euro per i prossimi due anni non sono certo incoraggianti dato che tutti i paesi stanno riducendo la spesa pubblica proprio nel momento in cui la domanda privata per consumi ed investimenti è particolarmente bassa. Non vi è bisogno di molta teoria economica per capire che i prossimi due anni non vedranno grande crescita: le previsioni per Germania e Francia sono intorno all’0,5 % per l’anno corrente ed intorno al 1,5 % per il prossimo anno; per Italia, Spagna, Grecia e Portogallo la crescita sarà negativa e l’area centro europea non farà certamente molto meglio.
Se questo è il mondo che ci attende nei prossimi due anni viene naturale chiedersi quale sia la strategia tedesca, ammesso che ne esista una, al di là di vincere le prossime elezioni. Sembra, ma si tratta di ipotesi, che in qualche circolo politico tedesco si pensi che in fin dei conti il futuro dell’economia tedesca sia ad est, verso la Russia, il Kazakstan dove la signora Merkel ha appena firmato importanti accordi commerciali con il presidente Nazarbaev, e verso la Cina dove si trovano le nuove fonte di domanda per le esportazioni tedesche. Circolano scenari geo-economici secondo cui l’Europa sarà in futuro divisa in tre aree: un nucleo nord europeo che condivide i canoni rigoristi tedeschi, un’area del centro Europa che continuerà a ospitare parte della produzione tedesca decentrata e una periferia di paesi che usciranno dall’euro per tentare una crescita tirata da una moneta nazionale svalutata, dopo un durissimo adattamento economico e sociale. Se qualcuno nella classe dirigente tedesca persegue una strategia di questo tipo è sicuramente accecato da una arroganza che lo porta a sovrastimare la forza dell’economia tedesca, pensando che esista ad est un lebensraum, uno spazio vitale pronto ad essere il mercato delle merci prodotte dalla efficiente macchina produttiva tedesca che peraltro non ha ancora recuperato i livelli di investimenti precedenti alla crisi del 2008.
Sostituire in parte i mercati europei in recessione con quelli dell’est ad alta crescita non è una operazione immediata né di facile esecuzione, poiché sui mercati ad est esistono concorrenti locali ed internazionali che non renderanno facile trasformare questi mercati nel giardino di casa rappresentato per ora dal mercato europeo. Quello che sembra non venga preso in considerazione dalle classi dirigenti tedesche è che perseguire testardamente un progetto di comando tedesco sull’Europa può portare alla disgregazione della costruzione europea e di conseguenza ad un possibile ruolo periferico della Germania sulla scena mondiale.
Non basta essere forti ed efficienti per essere egemoni, bisogna anche offrire speranza e non la paura per il futuro.
*professore di Politica economica all’Università di Modena e Reggio Emilia
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
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Zonaeuro
La Germania si prepara al dopo-euro per regnare su un’Europa divisa in tre
Mentre l'eurozona collassa, la Merkel pensa già al dopo e punta a est: Russia, il Kazakstan, dove ha appena firmato importanti accordi commerciali con il presidente Nazarbaev, e verso la Cina.
di Gianpaolo Caselli*
Dagli avvenimenti greci degli ultimi giorni appare ovvio che l’eurozona si salverà solamente se potrà garantire ai suoi cittadini occupazione e miglioramenti degli standard di vita, consentendo alle economie più deboli, in particolare del sud e del centro Europa, di guadagnare competitività e di imboccare un sentiero di crescita. Per ottenere questi risultati e’ indispensabile un radicale processo di riforma e di trasformazione dell’assetto economico, politico ed istituzionale europeo che, per avere possibilità di successo, non dovrebbe mettere in pericolo la coesione sociale e lo stesso assetto democratico.
La Grecia e l’Ungheria stanno mostrando alle classi dirigenti europee due modi diversi di reagire agli effetti causati dalle politiche economiche realizzate per porre rimedio alla crisi dei debiti sovrani. Altri paesi dell’area mostrano segni evidenti di stress economico e politico come la Bulgaria e la Romania, e se la crescita non sarà presto avviata, altri paesi non marginali come Spagna, Italia ed Inghilterra si chiederanno se valga la pena di continuare a subordinare le proprie politiche economiche ad un assetto economico ed istituzionale che produce recessione e disoccupazione crescente. Certo che la situazione europea è paradossale: la politica fiscale segue i dettami della dottrina rigorista e neomercantilista tedesca, mentre la politica monetaria, con buona pace dello statuto della Banca Centrale europea, è espansiva secondo il modello americano per salvare il sistema bancario e finanziario europeo, ma senza alcun effetto sull’economia reale.
Le previsioni di crescita dell’area euro per i prossimi due anni non sono certo incoraggianti dato che tutti i paesi stanno riducendo la spesa pubblica proprio nel momento in cui la domanda privata per consumi ed investimenti è particolarmente bassa. Non vi è bisogno di molta teoria economica per capire che i prossimi due anni non vedranno grande crescita: le previsioni per Germania e Francia sono intorno all’0,5 % per l’anno corrente ed intorno al 1,5 % per il prossimo anno; per Italia, Spagna, Grecia e Portogallo la crescita sarà negativa e l’area centro europea non farà certamente molto meglio.
Se questo è il mondo che ci attende nei prossimi due anni viene naturale chiedersi quale sia la strategia tedesca, ammesso che ne esista una, al di là di vincere le prossime elezioni. Sembra, ma si tratta di ipotesi, che in qualche circolo politico tedesco si pensi che in fin dei conti il futuro dell’economia tedesca sia ad est, verso la Russia, il Kazakstan dove la signora Merkel ha appena firmato importanti accordi commerciali con il presidente Nazarbaev, e verso la Cina dove si trovano le nuove fonte di domanda per le esportazioni tedesche. Circolano scenari geo-economici secondo cui l’Europa sarà in futuro divisa in tre aree: un nucleo nord europeo che condivide i canoni rigoristi tedeschi, un’area del centro Europa che continuerà a ospitare parte della produzione tedesca decentrata e una periferia di paesi che usciranno dall’euro per tentare una crescita tirata da una moneta nazionale svalutata, dopo un durissimo adattamento economico e sociale. Se qualcuno nella classe dirigente tedesca persegue una strategia di questo tipo è sicuramente accecato da una arroganza che lo porta a sovrastimare la forza dell’economia tedesca, pensando che esista ad est un lebensraum, uno spazio vitale pronto ad essere il mercato delle merci prodotte dalla efficiente macchina produttiva tedesca che peraltro non ha ancora recuperato i livelli di investimenti precedenti alla crisi del 2008.
Sostituire in parte i mercati europei in recessione con quelli dell’est ad alta crescita non è una operazione immediata né di facile esecuzione, poiché sui mercati ad est esistono concorrenti locali ed internazionali che non renderanno facile trasformare questi mercati nel giardino di casa rappresentato per ora dal mercato europeo. Quello che sembra non venga preso in considerazione dalle classi dirigenti tedesche è che perseguire testardamente un progetto di comando tedesco sull’Europa può portare alla disgregazione della costruzione europea e di conseguenza ad un possibile ruolo periferico della Germania sulla scena mondiale.
Non basta essere forti ed efficienti per essere egemoni, bisogna anche offrire speranza e non la paura per il futuro.
*professore di Politica economica all’Università di Modena e Reggio Emilia
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Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, telefonata Rubio-Lavrov. Zelensky: “testato” e “utilizzato” il Long Neptune, missile con gittata di 1000 km. Può colpire Mosca
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
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Cronaca
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Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.