Continua la strage di cani e gatti randagi in Ucraina per “liberare” il Paese in vista degli Europei di calcio 2012. Ormai da mesi i randagi vengono uccisi sommariamente con veleni, bastoni e perfino fucilate, tant’è che a Kiev di cani ne sono rimasti davvero pochi. Le manifestazioni e le urla di dolore delle associazioni animaliste ucraine ed europee hanno attirato sul Paese l’attenzione della comunità internazionale, di tutti coloro non riescono a giustificare una simile strage solo per permettere qualche partita di pallone.

Il problema randagismo in Ucraina esiste da sempre e con esso le ingiustificate violenze a cani e gatti che vivono per la strada. Ma da quando il Paese è stato designato insieme alla Polonia come ospite dei campionati di calcio Euro 2012 che si giocheranno l’estate prossima, violenze e uccisioni hanno subito un’escalation impressionante. Su Internet impazzano le immagini e i video di cani presi a bastonate, uccisi a fucilate o agonizzanti per terra dopo essere stati avvelenati. Le associazioni parlano di almeno 10 mila vittime negli ultimi mesi, ma tenere un conto preciso di quanti animali siano caduti in Ucraina è molto difficile.

C’è chi parla di un vero e proprio “olocausto”, un paragone neanche tanto azzardato visto che, come riferiscono le associazioni, nella cittadina di Lysychansk, all’estremo Est del paese, si erano perfino inventati un “forno crematorio mobile” (qui le immagini sconvolgenti), dove le carcasse dei cani morti o agonizzanti venivano bruciate a decine. E poi le fosse comuni, dove, secondo i volontari di associazioni come “Sirius”, i cani vengono gettati e ricoperti con il cemento. C’è da inorridire, ma non da stupirsi dal momento che fino allo scorso novembre in Ucraina uccidere i randagi era legalissimo. Anzi. Le amministrazioni locali erano in prima fila nel “ripulire” in questo modo le strade delle proprie città, specie quelle in cui si giocheranno le fasi finali degli europei.

“Dal 2010, con l’ufficializzazione dell’Ucraina a Paese ospitante di Euro 2012, le uccisioni di cani non si contano più”, racconta a ilfatto.it Andrea Cisternino, fotoreporter italiano e delegato dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che vive a Kiev. “All’inizio le uccisioni erano organizzate dalle amministrazioni locali, poi si è cercato di spingere gli stessi cittadini a uccidere con una massiccia campagna mediatica che ha alimentato la paura della pericolosità dei cani e delle malattie di cui venivano accusati essere portatori”. Cisternino riferisce che era stato addirittura creato un sito Internet dal dominio “l’ammazzacani” – vreditelyam.net – con consigli pratici per uccidere i randagi tramite veleni o trappole fai da te. Oggi il sito è stato chiuso dopo le proteste delle associazioni impegnate da mesi a manifestare contro la mattanza nel Paese.

Come mai non vengono usati altri mezzi, come la sterilizzazione, per risolvere il problema del randagismo? “I fondi statali stanziati per sterilizzare i cani vengono rubati – spiega Cisternino – Il 13 novembre scorso l’Uefa e il ministro dell’Ambiente ucraino hanno promesso che le uccisioni sarebbero finite. Anzi, l’Uefa dice di aver donato soldi per sterilizzare i cani e costruire canili in tutto il Paese. Ma nei giorni successivi non è cambiato niente e i volontari che lavorano sul campo non hanno ricevuto nemmeno un euro”.

Intanto l’indignazione animalista monta in tutta Europa, tanto da spingere, il 24 gennaio le autorità nazionali a firmare un accordo che avrebbe dovuto istituire una commissione per risolvere il problema. L’annuncio parlava di 30 milioni di Grivna (1 Euro = 6.37 Grivna, ndr) – riferisce Cisternino – ma durante una manifestazione di fronte al Parlamento, il ministro dell’Ambiente ci ha detto di essere ancora alla ricerca dei soldi per sterilizzare i randagi”. Insomma, dove sono finiti i fondi stanziati dall’Uefa? Mistero.

Sta di fatto che la protesta nel Paese, e fuori, continua. Tanto da spingere gli animalisti di tutta Europa a lanciare la campagna “Boycott Euro 2012” (qui per aderire su Twitter, qui su Facebook) perché in molti cominciano a puntare il dito proprio contro il pallone e l’Uefa, accusata di prendere sotto gamba il problema. “In uno sforzo apparente di mostrare al mondo un’immagine affascinante del Paese, migliaia di animali sono stati massacrati per ordine delle autorità ucraine”, attacca Mimi Bekhechi dell’associazione People for the Ethical Treatment of Animals (Peta). “Stimiamo che circa 15-20mila cani randagi siano stati trucidati solo a Kiev in un anno”, aggiunge Louisa Schlepper, attivista di Peta Germania.

E le associazioni? Fanno quello che possono. “I volontari non hanno mezzi”, ci racconta Cisternino, e nonostante le parole dell’Uefa e del ministro all’Ambiente ucraino, nessuno aiuta i randagi”. Per fotografare l’assurdità del massacro ucraino, Cisternino ha fatto un libro, un foto reportage durato due anni e fatto di ben 180 fotografie in bianco e nero, scattate per le strade di Kiev. Si chiama “Randagi, Storie di Uomini e Animali”. “Ho cercato di mettere a confronto i randagi umani e i randagi animali per far vedere che non ci sono differenze nel momento del bisogno”.

Nel frattempo si sta mobilitando anche la comunità internazionale, e con essa la politica. L’ambasciatore italiano in persona incontrerà Cisternino per fare il punto della situazione, e addirittura una principessa tedesca, Maja von Hohenzollern, ha fatto un’importante donazione che ha permesso l’invio in Ucraina di un team di veterinari con il compito di provvedere alle sterilizzazioni dei randagi. Ma le uccisioni di cani continuano. E l’8 giugno, giorno del calcio d’inizio di Euro 2012, è sempre più vicino.

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