Non c’è nessun rischio che Francesco Schettino scappi. Ma, soprattutto, le intercettazioni ambientali fatte subito dopo il fermo, nella caserma dei carabinieri di Orbetello, non sono utilizzabili.
Sono i passaggi chiave delle motivazioni del Riesame, depositate oggi dai giudici del tribunale della Libertà di Firenze chiamati a pronunciarsi sui ricorsi della Procura di Grosseto e della difesa. Ricorsi, entrambi respinti, in cui veniva chiesta da una parte la custodia cautelare in carcere e dall’altra la revoca della misura dei domiciliari a seguito del naufragio della Costa Concordia dello scorso 13 gennaio.
Sul pericolo di fuga il riesame ha evidenziato – a differenza della Procura che sosteneva che Schettino potesse scappare per sottrarsi al pagamento degli ingenti risarcimenti – che la “garanzia risarcitoria” per le parti offese è costituita dal patrimonio dell’indagato. Semmai, si legge nel documento del tribunale, meglio il sequestro conservativo, oltre al fatto che “la garanzia delle vittime è costituita dalla responsabilità civile dell’armatore stante il rapporto di lavoro in atto”. Secondo i giudici, inoltre, quando il comandante Schettino, fu sentito dire che voleva “cambiare vita”, si trattò di “uno sfogo estemporaneo più che della programmazione di una latitanza”. Anche così il riesame spiega l’insussistenza del pericolo di fuga. E, ancora, secondo il riesame quelle intercettazioni “furono autorizzate in carenza di presupposti di legge in quanto non consentite per reati colposi”.
Non è condivisibile quindi la tesi del sostituto procuratore. Premiata invece la linea della difesa sostenuta dall’avvocato Bruno Leporatti, che trova ragione nelle motivazioni. E’ stato confermato, in sostanza, il provvedimento da cui lo scorso 6 febbraio è scaturita l’ordinanza applicativa della misura dei domiciliari disposta il 17 gennaio dal Gip, Valeria Montesarchio.
Sull’adeguatezza della misura cautelare il tribunale del riesame di Firenze – confermando gli arresti domiciliari già disposti dal gip – ha evidenziato “il criterio di residualità della misura carceraria” rispetto ai reati di cui è indagato lo stesso Schettino. Il riesame ha quindi sposato la tesi del gip Valeria Montesarchio circa l’applicazione degli arresti domiciliari. E’ quanto si apprende dalle motivazioni con cui il riesame ha mantenuto la stessa misura a Schettino.
Sempre il tribunale del riesame, riconoscendo l’esistenza di un pericolo di reiterazione del reato, già indicato dal gip, ha evidenziato che diversamente da quanto detto dalla difesa nel suo appello, Schettino può compiere di nuovo delitti della stessa specie e “non necessariamente deve trattarsi di delitti colposi connessi al comando di una nave da crociera”. La difesa, chiedendo la revoca degli arresti domiciliari, aveva sostenuto che Schettino non potrebbe reiterare il reato perché sospeso dalla Costa, e in considerazione dell’eclatanza del naufragio al Giglio, viene escluso che possa comandare di nuovo una nave.
La difesa “valuta positivamente che il Collegio fiorentino – si legge in una nota – che ha ritenuto pienamente condivisibili le argomentazioni svolte sul punto dal primo giudice, abbia ribadito l’insussistenza del pericolo di fuga, esigenza cautelare sulla quale larga parte dell’appello della Procura era fondato”. Ma il punto chiave è un altro: il Tribunale ha accolto l’eccezione formulata dal difensore durante la discussione all’udienza dello scorso 6 febbraio e ha quindi “dichiarato disposte in carenza dei presupposti di legge e cioè non consentite dai titoli di reato contestati all’indagato le intercettazioni ambientali effettuate nell’immediatezza del fermo del Comandante”. I cui esiti devono quindi considerarsi inutilizzabili. L’avvocato Leporatti, infine, valuterà nei prossimi giorni se presentare ricorso per Cassazione per chiedere nuovamente che Schettino torni libero, mentre si prepara ad affrontare il prossimo 3 marzo l’incidente probatorio sulla scatola nera.
Cronaca
Concordia, il Riesame: “Quando parlava di cambiar vita, Schettino non voleva fuggire”
Il tribunale del Riesame di Firenze ritiene che le intercettazioni ambientali fatte all'interno della caserma dei carabinieri mentre il comandante della Concordia stava per essere fermato "non sono utilizzabili"
Non c’è nessun rischio che Francesco Schettino scappi. Ma, soprattutto, le intercettazioni ambientali fatte subito dopo il fermo, nella caserma dei carabinieri di Orbetello, non sono utilizzabili.
Sono i passaggi chiave delle motivazioni del Riesame, depositate oggi dai giudici del tribunale della Libertà di Firenze chiamati a pronunciarsi sui ricorsi della Procura di Grosseto e della difesa. Ricorsi, entrambi respinti, in cui veniva chiesta da una parte la custodia cautelare in carcere e dall’altra la revoca della misura dei domiciliari a seguito del naufragio della Costa Concordia dello scorso 13 gennaio.
Sul pericolo di fuga il riesame ha evidenziato – a differenza della Procura che sosteneva che Schettino potesse scappare per sottrarsi al pagamento degli ingenti risarcimenti – che la “garanzia risarcitoria” per le parti offese è costituita dal patrimonio dell’indagato. Semmai, si legge nel documento del tribunale, meglio il sequestro conservativo, oltre al fatto che “la garanzia delle vittime è costituita dalla responsabilità civile dell’armatore stante il rapporto di lavoro in atto”. Secondo i giudici, inoltre, quando il comandante Schettino, fu sentito dire che voleva “cambiare vita”, si trattò di “uno sfogo estemporaneo più che della programmazione di una latitanza”. Anche così il riesame spiega l’insussistenza del pericolo di fuga. E, ancora, secondo il riesame quelle intercettazioni “furono autorizzate in carenza di presupposti di legge in quanto non consentite per reati colposi”.
Non è condivisibile quindi la tesi del sostituto procuratore. Premiata invece la linea della difesa sostenuta dall’avvocato Bruno Leporatti, che trova ragione nelle motivazioni. E’ stato confermato, in sostanza, il provvedimento da cui lo scorso 6 febbraio è scaturita l’ordinanza applicativa della misura dei domiciliari disposta il 17 gennaio dal Gip, Valeria Montesarchio.
Sull’adeguatezza della misura cautelare il tribunale del riesame di Firenze – confermando gli arresti domiciliari già disposti dal gip – ha evidenziato “il criterio di residualità della misura carceraria” rispetto ai reati di cui è indagato lo stesso Schettino. Il riesame ha quindi sposato la tesi del gip Valeria Montesarchio circa l’applicazione degli arresti domiciliari. E’ quanto si apprende dalle motivazioni con cui il riesame ha mantenuto la stessa misura a Schettino.
Sempre il tribunale del riesame, riconoscendo l’esistenza di un pericolo di reiterazione del reato, già indicato dal gip, ha evidenziato che diversamente da quanto detto dalla difesa nel suo appello, Schettino può compiere di nuovo delitti della stessa specie e “non necessariamente deve trattarsi di delitti colposi connessi al comando di una nave da crociera”. La difesa, chiedendo la revoca degli arresti domiciliari, aveva sostenuto che Schettino non potrebbe reiterare il reato perché sospeso dalla Costa, e in considerazione dell’eclatanza del naufragio al Giglio, viene escluso che possa comandare di nuovo una nave.
La difesa “valuta positivamente che il Collegio fiorentino – si legge in una nota – che ha ritenuto pienamente condivisibili le argomentazioni svolte sul punto dal primo giudice, abbia ribadito l’insussistenza del pericolo di fuga, esigenza cautelare sulla quale larga parte dell’appello della Procura era fondato”. Ma il punto chiave è un altro: il Tribunale ha accolto l’eccezione formulata dal difensore durante la discussione all’udienza dello scorso 6 febbraio e ha quindi “dichiarato disposte in carenza dei presupposti di legge e cioè non consentite dai titoli di reato contestati all’indagato le intercettazioni ambientali effettuate nell’immediatezza del fermo del Comandante”. I cui esiti devono quindi considerarsi inutilizzabili. L’avvocato Leporatti, infine, valuterà nei prossimi giorni se presentare ricorso per Cassazione per chiedere nuovamente che Schettino torni libero, mentre si prepara ad affrontare il prossimo 3 marzo l’incidente probatorio sulla scatola nera.
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.