Trattativa e 41 bis, i verbali di Conso: “Scelsi Di Maggio al Dap perché andava in tv”
Nell'interrogatorio ai pm di Palermo, l'ex ministro della Giustizia non chiarisce il mistero del carcere duro revocato a centinaia di mafiosi nella stagione delle stragi: "Sì, mi pare un po' strano", si limita a dire. Il magistrato milanese arrivato al vertice dell'amministrazione penitenziaria senza averne i titoli, al posto dell'intransigente Niccolò Amato
Trecento provvedimenti di 41 bis non rinnovati nel novembre 1993 a detenuti mafiosi per dare un “segnale positivo di distensione” mentre Cosa Nostra continuava a disseminare bombe in tutta Italia. Un proposta avanzata dal vice capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Di Maggio, nominato nonostante non avesse i titoli richiesti dalla legge. E nessuno oggi sa spiegare perché la scelta cadde proprio sul magistrato milanese: non lo sa il suo capo Adalberto Capriotti, che se lo trovò quasi imposto come vice, e non lo sa la persona che effettivamente lo nominò, ovvero l’allora Ministro della Giustizia Giovanni Conso.
Per Conso, Di Maggio fu scelto soltanto “perché andava in televisione”. Il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, l’aggiunto Antonio Ingroia e i sostituti Nino Di Matteo e Lia Sava stanno cercando di mettere in ordine alcuni tasselli fondamentali della cosiddetta trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra. In particolare i magistrati palermitani stanno cercando di capire perché nel 1993 vennero lasciati scadere circa trecento provvedimenti di carcere duro, anche per boss mafiosi di primo piano, proprio mentre l’offensiva stragista di Cosa Nostra stava raggiungendo il culmine con gli attentati di Roma, Milano e Firenze.
Il ministro, ovvero Giovanni Conso, non ha però chiarito per nulla le dinamiche che hanno portato l’amministrazione carceraria a lasciare scadere quei 373 decreti di carcere duro. “Sì, mi pare un po’ strano effettivamente – ha detto l’ex guardasigilli ai magistrati palermitani lo scorso 21 dicembre – siccome si discuteva molto, tutti parlavano, anche i giornali, c’erano continue riunioni eccetera, ciascuno voleva dir la sua, mentre la norma dice che è il Ministro, è un potere del Ministro, potere/dovere del Ministro prorogare o non prorogare”.
Dall’ interrogatorio di Conso non si riesce soprattutto a capire per quale motivo come vice di Capriotti venne scelto Francesco Di Maggio. All’epoca del suo arrivo al Dap, infatti, Di Maggio, che è deceduto nel 1996, aveva la qualifica di magistrato di tribunale distaccato all’Onu, mentre per essere nominato all’amministrazione carceraria occorre almeno essere magistrato di corte d’appello. L’ostacolo venne superato grazie alla nomina di Di Maggio a consigliere di Stato. I magistrati però vogliono capire se c’era una volontà specifica esterna al ministero della giustizia che spingesse per l’arrivo di Di Maggio al Dap.
Conso ha ribadito di avere fatto la scelta in piena autonomia: “L’ho scelto io e ho fatto una scelta anche legata alla disponibilità delle persone”. Ma quando i pm palermitani gli hanno chiesto le motivazioni che lo hanno indotto a scegliere proprio Di Maggio, che non aveva alcuna competenza specifica per quel delicato ruolo all’amministrazione penitenziaria, l’ex guardasigilli si è limitato a dire “era una persona che andava un po’ in televisione, diciamo così, quindi era combattivo, attivo, esternava, era un esternatore e mi era parso molto efficace”. Una giustificazione che non è ritenuta credibile agl’inquirenti palermitani.
Tra l’altro dalle dichiarazioni dell’ex guardasigilli emerge un altro rebus: ovvero quello relativo al pesante scontro avuto dallo stesso Conso proprio con Di Maggio. A riferire dell’alterco tra il guardasigilli e il vice capo del Dap era stato Capriotti che così aveva riassunto quell’episodio: “Ho assistito a violentissima lite, sempre per ragioni di ufficio, fra Conso e questo Di Maggio e io mi misi di mezzo perché Di Maggio, oltre a dargli del tu, lo insultava e insomma io non potevo permetterlo, e per la mia posizione e perché Conso era il nostro ministro, era il nostro ministro e questo non si può fare”.
Conso però stranamente non ricorda nulla di quell’episodio. “Non credo che si sarebbe neanche permesso – dice Conso ai magistrati – né io l’avrei permesso di farmi insultare, avrei replicato, però ciascuno interpreta a modo suo, uno come Capriotti tutto ligio, tutto eeh… l’altro (Di Maggio) che era un esuberante, c’era anche nel loro modo di comportarsi e di valutarsi a vicenda, diverso, quindi non… a me non… a questi limiti no, che ci sia stato da parte di un impulsivo come era Di Maggio magari una battuta: eh ma lei magari Ministro non capisce questa cosa… be’, non vuol dire che è stato un alterco, ecco…”.
Sia Capriotti che Di Maggio vennero nominati ai vertici del Dap in sostituzione di Niccolò Amato, che poco prima era stato pesantemente minacciato in una lettera inviata da anonimi familiari di detenuti al presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro e alle autorità competenti. In quella missiva Amato era indicato come un dittatore che aveva a suo servizio degli squadristi, ovvero i secondini delle carceri. Amato infatti era probabilmente inviso ai detenuti per il suo atteggiamento intransigente e per le proposte d’intensificare il regime di 41 bis dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio. E nessuno lo avvisò mai delle minacce contenute in quella lettera.
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La Redazione
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.
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Giustizia & Impunità
Trattativa e 41 bis, i verbali di Conso: “Scelsi Di Maggio al Dap perché andava in tv”
Nell'interrogatorio ai pm di Palermo, l'ex ministro della Giustizia non chiarisce il mistero del carcere duro revocato a centinaia di mafiosi nella stagione delle stragi: "Sì, mi pare un po' strano", si limita a dire. Il magistrato milanese arrivato al vertice dell'amministrazione penitenziaria senza averne i titoli, al posto dell'intransigente Niccolò Amato
Trecento provvedimenti di 41 bis non rinnovati nel novembre 1993 a detenuti mafiosi per dare un “segnale positivo di distensione” mentre Cosa Nostra continuava a disseminare bombe in tutta Italia. Un proposta avanzata dal vice capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Di Maggio, nominato nonostante non avesse i titoli richiesti dalla legge. E nessuno oggi sa spiegare perché la scelta cadde proprio sul magistrato milanese: non lo sa il suo capo Adalberto Capriotti, che se lo trovò quasi imposto come vice, e non lo sa la persona che effettivamente lo nominò, ovvero l’allora Ministro della Giustizia Giovanni Conso.
Per Conso, Di Maggio fu scelto soltanto “perché andava in televisione”. Il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, l’aggiunto Antonio Ingroia e i sostituti Nino Di Matteo e Lia Sava stanno cercando di mettere in ordine alcuni tasselli fondamentali della cosiddetta trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra. In particolare i magistrati palermitani stanno cercando di capire perché nel 1993 vennero lasciati scadere circa trecento provvedimenti di carcere duro, anche per boss mafiosi di primo piano, proprio mentre l’offensiva stragista di Cosa Nostra stava raggiungendo il culmine con gli attentati di Roma, Milano e Firenze.
Quell’appunto datato 26 giugno 1993 era stato siglato dall’allora capo del Dap Adalberto Capriotti, e oltre al consiglio di non prorogare 373 casi di 41 bis conteneva anche la proposta di una riduzione successiva di un altro 10 per cento dei restanti regimi di carcere duro. Proposta motivata così: “Questi provvedimenti – si legge nell’appunto – costituirebbero sicuramente un segnale positivo di distensione”. Capriotti, interrogato dai magistrati il 14 dicembre del 2010 aveva semplicemente risposto di non saperne nulla: “Non ne venni a conoscenza – dice quello che era allora il capo dell’amministrazione carceraria – D’altra parte tra le carte questa mancata proroga, questo elenco che lei dice, fu portato a conoscenza del Ministro”.
Il ministro, ovvero Giovanni Conso, non ha però chiarito per nulla le dinamiche che hanno portato l’amministrazione carceraria a lasciare scadere quei 373 decreti di carcere duro. “Sì, mi pare un po’ strano effettivamente – ha detto l’ex guardasigilli ai magistrati palermitani lo scorso 21 dicembre – siccome si discuteva molto, tutti parlavano, anche i giornali, c’erano continue riunioni eccetera, ciascuno voleva dir la sua, mentre la norma dice che è il Ministro, è un potere del Ministro, potere/dovere del Ministro prorogare o non prorogare”.
Dall’ interrogatorio di Conso non si riesce soprattutto a capire per quale motivo come vice di Capriotti venne scelto Francesco Di Maggio. All’epoca del suo arrivo al Dap, infatti, Di Maggio, che è deceduto nel 1996, aveva la qualifica di magistrato di tribunale distaccato all’Onu, mentre per essere nominato all’amministrazione carceraria occorre almeno essere magistrato di corte d’appello. L’ostacolo venne superato grazie alla nomina di Di Maggio a consigliere di Stato. I magistrati però vogliono capire se c’era una volontà specifica esterna al ministero della giustizia che spingesse per l’arrivo di Di Maggio al Dap.
Conso ha ribadito di avere fatto la scelta in piena autonomia: “L’ho scelto io e ho fatto una scelta anche legata alla disponibilità delle persone”. Ma quando i pm palermitani gli hanno chiesto le motivazioni che lo hanno indotto a scegliere proprio Di Maggio, che non aveva alcuna competenza specifica per quel delicato ruolo all’amministrazione penitenziaria, l’ex guardasigilli si è limitato a dire “era una persona che andava un po’ in televisione, diciamo così, quindi era combattivo, attivo, esternava, era un esternatore e mi era parso molto efficace”. Una giustificazione che non è ritenuta credibile agl’inquirenti palermitani.
Tra l’altro dalle dichiarazioni dell’ex guardasigilli emerge un altro rebus: ovvero quello relativo al pesante scontro avuto dallo stesso Conso proprio con Di Maggio. A riferire dell’alterco tra il guardasigilli e il vice capo del Dap era stato Capriotti che così aveva riassunto quell’episodio: “Ho assistito a violentissima lite, sempre per ragioni di ufficio, fra Conso e questo Di Maggio e io mi misi di mezzo perché Di Maggio, oltre a dargli del tu, lo insultava e insomma io non potevo permetterlo, e per la mia posizione e perché Conso era il nostro ministro, era il nostro ministro e questo non si può fare”.
Conso però stranamente non ricorda nulla di quell’episodio. “Non credo che si sarebbe neanche permesso – dice Conso ai magistrati – né io l’avrei permesso di farmi insultare, avrei replicato, però ciascuno interpreta a modo suo, uno come Capriotti tutto ligio, tutto eeh… l’altro (Di Maggio) che era un esuberante, c’era anche nel loro modo di comportarsi e di valutarsi a vicenda, diverso, quindi non… a me non… a questi limiti no, che ci sia stato da parte di un impulsivo come era Di Maggio magari una battuta: eh ma lei magari Ministro non capisce questa cosa… be’, non vuol dire che è stato un alterco, ecco…”.
Sia Capriotti che Di Maggio vennero nominati ai vertici del Dap in sostituzione di Niccolò Amato, che poco prima era stato pesantemente minacciato in una lettera inviata da anonimi familiari di detenuti al presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro e alle autorità competenti. In quella missiva Amato era indicato come un dittatore che aveva a suo servizio degli squadristi, ovvero i secondini delle carceri. Amato infatti era probabilmente inviso ai detenuti per il suo atteggiamento intransigente e per le proposte d’intensificare il regime di 41 bis dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio. E nessuno lo avvisò mai delle minacce contenute in quella lettera.
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Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.