La prima è stata Cortina, l’ultima è Courmayeur. Da questa mattina, infatti, gli ispettori del fisco stanno setacciando le vie del centro di Courmayeur per raccogliere dati utili per recuperare l’evasione. L’Agenzia delle Entrate, attraverso i suoi uomini, sta battendo in queste ore i negozi del centro, gli alberghi, i ristoranti e anche alcuni bar sulle piste da sci. Il modello adottato per i controlli in corso a Courmayeur, da parte degli ispettori delle agenzie delle entrate sarebbe analogo a quello utilizzato a Cortina: i funzionari si appostano all’interno degli esercizi commerciali e osservano che tutti gli scontrini fiscali vengano regolarmente fatti.
Il blitz antievasione si sta svolgendo nella massima discrezione, tanto che, fino ad ora, quasi nessuno si è accorto della presenza degli ispettori. “Qui non è ancora passato nessuno”, dicono dall’Hotel Royal, albergo simbolo della ricettività vip del paese. “Oggi è una giornata di grande lavoro – spiega Alessio Berthod, presidente degli albergatori di Courmayeur – non sono ancora riuscito ad uscire dal mio albergo, per ora non mi sono accorto di nulla e qui non è passato nessuno”. Il primo cittadino della località, Fabrizia Derriard, conferma “la voce che si è diffusa nel paese”, ma precisa “io non ho visto nessun controllo”. Verifiche sono invece in corso nel negozio di abbigliamento sportivo Guichardaz, indirizzo dello shopping d’elite nella località ai piedi del Monte Bianco. Anche la cittadina ai piedi del Monte Bianco, dunque, è finita sotto la lente degli investigatori, che negli ultimi mesi hanno intensificato di molto la loro azione di contrasto.
In principio fu Cortina d’Ampezzo: era il periodo di San Silvestro, le Fiamme Gialle andarono a verificare i ‘conti’ della movida ampezzana, scoprendo che il divertimento per vip spesso e volentieri era esentasse. Pochi scontrini, molti evasori fiscali. “Un’operazione spot” era l’accusa dei politici. Fatto sta che da allora in poi, gli investigatori della Guardia di finanza hanno ripetuto i blitz in molte altre parti della penisola: Milano, Roma, Napoli, Viareggio, Bari, Perugia e, nell’imminenza dell’inizio del Festival, Sanremo. Il risultato è stato sempre lo stesso, tra picchi di esenzione e illegalità diffusa, numerose irregolarità e tanti nullatenenti sorpresi a bordo di Suv e auto di lusso. Gli accertamenti dell’Agenzia dell’Entrate – nell’ambito della lotta contro i ‘furbetti’ dello scontrino che è all’ordine del giorno nell’agenda del governo Monti – si sono svolti il 14 gennaio a Roma, dove sono state battute le strade dello shopping di quattro quadranti della capitale tra i quali quello delle vie del centro. Poi è toccato ai locali della Movida milanese, compresi quelli sui Navigli, ad essere passati al setaccio da discreti finanzieri in borghese accanto alla cassa. Nelle ispezioni nel capoluogo milanese è emerso anche molto lavoro nero. A San Valentino, in concomitanza con la prima serata del Festival di Sanremo, il fisco ha fatto controlli a tappeto anche nei locali vicino al Teatro Ariston e il giorno dopo è toccato a Napoli. Nel capoluogo campano, 250 militari hanno ‘perlustrato’ 386 esercizi commerciali. Nell’82 per cento dei negozi e locali aperti al pubblico è risultato che non veniva emesso lo scontrino. Praticamente in 317 esercizi la cassa non faceva il suo lavoro.