Sulla recente iniziativa della Rai – concessionaria pubblica del servizio radiotelevisivo – di esigere il pagamento del canone da milioni di imprenditori italiani, possessori di Pc, tablet e smartphone, si è già scritto molto e, si tratta, nella più parte dei casi, di considerazioni ampiamente condivisibili.
Ci sono, tuttavia, almeno due buone ragioni per le quali se il Governo dei Professori non si affretterà a censurare l’iniziativa della Rai, prendendone le distanze e chiarendo che nulla è dovuto da parte di chi possiede Pc, tablet e smartphone, il premier – anche in qualità di ministro ad interim dell’economia – e il suo ministro dello Sviluppo economico dovrebbero essere invitati a dimettersi.
La prima ragione è di merito.
L’Italia è un Paese che sconta – lo si può scrivere senza tema di essere smentiti sulla base di dozzine di analisi e ricerche – un gap in termini di informatizzazione e sviluppo tecnologico mostruoso rispetto al resto d’Europa. Siamo il fanalino di coda dell’Europa a 27 per livello di alfabetizzazione informatica, diffusione ed utilizzo di Internet ed e-commerce.
In un contesto di questo genere tassare chiunque possieda un Pc, un tablet o uno smartphone per foraggiare l’impresa televisiva di Stato è un autentico delitto contro il futuro del Paese, uno dei più gravi dei quali un Governo, nel 2012, in Italia, possa macchiarsi.
Gli imprenditori italiani, così come i comuni cittadini, che possiedono e usano Pc, tablet e smartphone andrebbero premiati fiscalmente, altroché tassati.
La seconda ragione è di metodo ed è, probabilmente, ancor più grave della prima.
La Rai non è un imprenditore qualunque con un’idea folle, anacronistica e giuridicamente claudicante in testa. La Rai è un’azienda di Stato, posseduta per il 99,6% dal Ministero dell’Economia. La Rai è un pezzo di Stato, controllato dal Governo.
E’, pertanto, ovvio che delle sue azioni e iniziative il premier, ministro ad interim dell’Economia, e i suoi ministri – primo tra tutti Corrado Passera, responsabile del Dicastero dello Sviluppo economico e, quindi, delle comunicazioni – debbano risponderne.
In questa vicenda c’è un’azienda di Stato che sta chiedendo a milioni di imprenditori di mettere mano al portafoglio per saldare un credito nei suoi confronti nella piena consapevolezza – o nella colpevole ignoranza – che tale credito è tutt’altro che certo ed è, anzi, assai probabilmente inesistente, e quindi inesigibile.
Rai e Governo non possono dirsi all’oscuro di tale circostanza giacché è fatto notorio che negli ultimi anni la stessa Rai, l’Agenzia delle entrate – e quindi il Ministero dell’Economia – e il Ministero dello Sviluppo economico si siano più volte sottratti dal rispondere al quesito relativo alla sussistenza o meno di un obbligo di pagamento del canone da parte dei possessori di Pc.
Se dunque è lecito dubitare della legittimità dell’operato di un creditore che agisca nella quasi certezza dell’insussistenza del proprio credito o, almeno, nella piena consapevolezza dell’incertezza dello stesso, lo è a maggior ragione quando questo imprenditore è un pezzo dello Stato.
Se lo Stato, attraverso la Rai, chiede il pagamento di un tributo come se esso fosse effettivamente e sicuramente dovuto, molti imprenditori e cittadini potrebbero pagarlo per l’autorevolezza del creditore e per sottrarsi al rischio di possibili sanzioni.
E’ per questo che l’iniziativa della Rai e quella del Governo – se non si affretterà a prenderne le distanze e a sconfessare l’operato del management della Sua azienda radiotelevisiva di Stato – è scorretta eticamente e, probabilmente, anche giuridicamente.
Bisogna, infatti, chiedersi se l’iniziativa della Rai non nasconda l’intento di “risanare” artificiosamente e a spese degli imprenditori italiani il proprio bilancio, facendo apparire come sussistenti dei crediti che invece sono, più realisticamente, insussistenti e quindi inesigibili.
Se così fosse, alla totale assenza di etica dello Stato già ora imputabile al Governo dei Professori, si aggiungerebbe una grave responsabilità giuridica giacché i bilanci dell’azienda di Stato racconterebbero una realtà diversa da quella effettiva perché narrerebbero di crediti che, in realtà, non ci sono.
Due buone ragioni perché il premier chiarisca subito la sua posizione sulla vicenda. In caso contrario, le sue dimissioni, sarebbero un’esigenza istituzionale irrinunciabile, a nulla valendo i meriti – veri o presunti – sin qui acquisiti sul campo.
In una democrazia non c’è spazio per eccezioni alle regole etiche e costituzionali neppure per gli eroi o i salvatori della patria, sempre ammesso che questo Governo, per quanto fatto sin qui, meriti davvero tanti onori.
Guido Scorza
Componente del collegio del garante per la protezione dei dati
Media & Regime - 20 Febbraio 2012
La Rai e il canone sui Pc
Sulla recente iniziativa della Rai – concessionaria pubblica del servizio radiotelevisivo – di esigere il pagamento del canone da milioni di imprenditori italiani, possessori di Pc, tablet e smartphone, si è già scritto molto e, si tratta, nella più parte dei casi, di considerazioni ampiamente condivisibili.
Ci sono, tuttavia, almeno due buone ragioni per le quali se il Governo dei Professori non si affretterà a censurare l’iniziativa della Rai, prendendone le distanze e chiarendo che nulla è dovuto da parte di chi possiede Pc, tablet e smartphone, il premier – anche in qualità di ministro ad interim dell’economia – e il suo ministro dello Sviluppo economico dovrebbero essere invitati a dimettersi.
La prima ragione è di merito.
L’Italia è un Paese che sconta – lo si può scrivere senza tema di essere smentiti sulla base di dozzine di analisi e ricerche – un gap in termini di informatizzazione e sviluppo tecnologico mostruoso rispetto al resto d’Europa. Siamo il fanalino di coda dell’Europa a 27 per livello di alfabetizzazione informatica, diffusione ed utilizzo di Internet ed e-commerce.
In un contesto di questo genere tassare chiunque possieda un Pc, un tablet o uno smartphone per foraggiare l’impresa televisiva di Stato è un autentico delitto contro il futuro del Paese, uno dei più gravi dei quali un Governo, nel 2012, in Italia, possa macchiarsi.
Gli imprenditori italiani, così come i comuni cittadini, che possiedono e usano Pc, tablet e smartphone andrebbero premiati fiscalmente, altroché tassati.
La seconda ragione è di metodo ed è, probabilmente, ancor più grave della prima.
La Rai non è un imprenditore qualunque con un’idea folle, anacronistica e giuridicamente claudicante in testa. La Rai è un’azienda di Stato, posseduta per il 99,6% dal Ministero dell’Economia. La Rai è un pezzo di Stato, controllato dal Governo.
E’, pertanto, ovvio che delle sue azioni e iniziative il premier, ministro ad interim dell’Economia, e i suoi ministri – primo tra tutti Corrado Passera, responsabile del Dicastero dello Sviluppo economico e, quindi, delle comunicazioni – debbano risponderne.
In questa vicenda c’è un’azienda di Stato che sta chiedendo a milioni di imprenditori di mettere mano al portafoglio per saldare un credito nei suoi confronti nella piena consapevolezza – o nella colpevole ignoranza – che tale credito è tutt’altro che certo ed è, anzi, assai probabilmente inesistente, e quindi inesigibile.
Rai e Governo non possono dirsi all’oscuro di tale circostanza giacché è fatto notorio che negli ultimi anni la stessa Rai, l’Agenzia delle entrate – e quindi il Ministero dell’Economia – e il Ministero dello Sviluppo economico si siano più volte sottratti dal rispondere al quesito relativo alla sussistenza o meno di un obbligo di pagamento del canone da parte dei possessori di Pc.
Se dunque è lecito dubitare della legittimità dell’operato di un creditore che agisca nella quasi certezza dell’insussistenza del proprio credito o, almeno, nella piena consapevolezza dell’incertezza dello stesso, lo è a maggior ragione quando questo imprenditore è un pezzo dello Stato.
Se lo Stato, attraverso la Rai, chiede il pagamento di un tributo come se esso fosse effettivamente e sicuramente dovuto, molti imprenditori e cittadini potrebbero pagarlo per l’autorevolezza del creditore e per sottrarsi al rischio di possibili sanzioni.
E’ per questo che l’iniziativa della Rai e quella del Governo – se non si affretterà a prenderne le distanze e a sconfessare l’operato del management della Sua azienda radiotelevisiva di Stato – è scorretta eticamente e, probabilmente, anche giuridicamente.
Bisogna, infatti, chiedersi se l’iniziativa della Rai non nasconda l’intento di “risanare” artificiosamente e a spese degli imprenditori italiani il proprio bilancio, facendo apparire come sussistenti dei crediti che invece sono, più realisticamente, insussistenti e quindi inesigibili.
Se così fosse, alla totale assenza di etica dello Stato già ora imputabile al Governo dei Professori, si aggiungerebbe una grave responsabilità giuridica giacché i bilanci dell’azienda di Stato racconterebbero una realtà diversa da quella effettiva perché narrerebbero di crediti che, in realtà, non ci sono.
Due buone ragioni perché il premier chiarisca subito la sua posizione sulla vicenda. In caso contrario, le sue dimissioni, sarebbero un’esigenza istituzionale irrinunciabile, a nulla valendo i meriti – veri o presunti – sin qui acquisiti sul campo.
In una democrazia non c’è spazio per eccezioni alle regole etiche e costituzionali neppure per gli eroi o i salvatori della patria, sempre ammesso che questo Governo, per quanto fatto sin qui, meriti davvero tanti onori.
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Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Il bullismo di Stato di Trump&Vance nei confronti di Zelensky rappresenta il punto più basso della storia degli Usa. Il mondo libero e l’Europa agiscano senza tentennamenti: non è più tempo di giocare a nascondino e anche per Giorgia Meloni è il momento di dire da che parte sta". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, sui social.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana". Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova.
"Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di una paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi. Ne va del nostro futuro, del futuro della nostra sovranità. A questo punto, però, la presidente Meloni non potrà sottrarsi dal confronto con il Parlamento per chiarire qual è la posizione del suo governo, visto che sostiene giustamente la resistenza ucraina, ma che contemporaneamente cerca di coltivare un rapporto privilegiato con Trump”.
Milano, 28 feb. (Adnkronos) - La denuncia presentata dalla difesa di Fares Bouzidi - l'amico alla guida dello scooter su cui è morto Ramy Elgaml - ha come conseguenza (come atto dovuto) l'apertura di un fascicolo 'parallelo' in procura a Milano che vede come indagati i due carabinieri alla guida dell'auto protagonista dell'inseguimento dello scorso 24 novembre lungo le strade del centro di Milano.
Da quanto si apprende il militare alla guida è indagato di lesioni e falso, solo di falso deve rispondere il collega che viaggiava sulla stessa gazzella. Entrambi hanno firmato il verbale in cui hanno dichiarato che non c'è stato nessun urto tra l'auto di servizio e lo scooter.
La procura - dopo la relazione cinematica che dovrà ricostruire le fasi dell'incidente attesa per la prossima settimana - dovrà quindi decidere quale strada percorrere: l'altro fascicolo vede indagati per omicidio stradale Fares e il carabiniere alla guida, una tesi (in contrasto con il fascicolo sulle lesioni) che ipotizza una responsabilità del ventiduenne nell'incidente avvenuto in zona Corvetto, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Conosco bene la questione dell’energia nucleare, molti giornalisti mi stanno incalzando per avere un parere critico sul ddl approvato dal Consiglio dei ministri questa mattina. Ho sempre detto e pensato che nessuno può porre limiti alla ricerca sul nucleare sostenibile e questo provvedimento la garantisce. Sarà secondo me più difficile giungere al micro nucleare da fissione che più razionalmente alla fusione, che invece risolve più problemi di quanti ne crei. Ma non possiamo dare noi il verdetto, staremo a vedere cosa ci riserverà la scienza". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.
"Il ddl è gravido di vincoli di sicurezza, è un testo completo e molto rispettoso della salute dei cittadini, cita perfino il rispetto dell’art. 9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio. Se fosse stato applicato per parchi fotovoltaici ed eolici oggi non produrremmo un solo kw da queste fonti. Tutti auspichiamo che ci sia una strada possibile per avere energia pulita, sovrana, rinnovabile, programmabile, immediatamente disponibile, ad alto potenziale e a basso costo. E non è un sogno. Questa energia esiste ed è l’idroelettrico".
"Da un lato negoziando in Europa, per espungere la messa a gara della gestione dei nostri bacini idrici primari dalle condizionalità del Pnrr volute da Draghi, dall’altro recuperando almeno il 35% dell’acqua piovana (siamo al 4%), investendo sulla manutenzione dei grandi bacini idrici, sulla riattivazione di quelli dismessi nonché sullo sviluppo di un micro idroelettrico a conduzione forzata che appare molto più concreto e tempestivo degli Smr. L’acqua è pragmaticamente il presente, da cui possiamo trarre il 40% del nostro fabbisogno di energia prodotta, risorsa italiana e pulita con cui alimentare anche l’industria pesante, superando il gas e invertendo la tendenza. Sul futuro si vedrà, senza pregiudizi".
Roma, 28 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Btm 2025 si conclude con una conferma del successo della manifestazione, che ha ribadito la sua centralità nel panorama turistico nazionale. Oltre 500 gli espositori, inclusi comuni, associazioni di categoria e aziende dei vari segmenti, su 16mila metri quadrati di area espositiva, la partecipazione di 80 buyer nazionali e internazionali, più di 100 eventi e 400 relatori hanno animato tre giorni intensi di incontri, approfondimenti e opportunità di business che hanno visto 49.950 ingressi alla Fiera del Levante di Bari, con numeri in leggero aumento rispetto al 2024.
Il tema di questa edizione, 'Il viaggio nel viaggio', ha riscosso grande interesse, portando alla luce nuove prospettive sul concetto stesso di viaggio e sulle trasformazioni che stanno investendo il settore. Mary Rossi, responsabile eventi Btm, ha sottolineato il valore di questa riflessione: "Da Btm 2025 ci portiamo a casa tante interessanti riflessioni. Uno degli aspetti chiave che volevamo far emergere con il tema 'Il viaggio nel viaggio' è il percorso verso la destinazione scelta, perché crediamo che sia proprio il cammino a generare emozioni, sensazioni e pensieri che ci fanno crescere. Abbiamo affrontato il tema in molteplici declinazioni, spingendoci anche oltre i confini terrestri con il turismo spaziale. Btm è stata un’occasione di confronto che ha arricchito operatori e professionisti con nuovi strumenti da applicare nel loro lavoro".
L’edizione 2025 ha messo al centro argomenti chiave come digitalizzazione, sostenibilità, intelligenza artificiale, turismo esperienziale, extralberghiero e wedding tourism. Tra i momenti più apprezzati, i panel su smart destination, big data per il turismo, nuove strategie di marketing e il ruolo della narrazione nella scelta delle destinazioni. Numerosi gli interventi istituzionali e dei principali protagonisti del settore. Il ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha aperto la manifestazione con un intervento in streaming sulle strategie nazionali per la crescita del turismo, sottolineando l’importanza dell’innovazione e della sostenibilità per il futuro del settore. Tra i tanti interventi, l’onorevole Gianluca Caramanna, il senatore Gianmarco Centinaio, la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, Alessandro Callari, Regional Manager di Booking.com, Antonio Laveneziana,Territory Manager Italy di Airbnb, Valentina Sumini, Architetta dello spazio e Roberta Milano, marketing strategist.
Tra le novità più apprezzate di questa edizione, il focus sul turismo extralberghiero, che ha visto una grande partecipazione da parte di operatori e property manager, e il T-Trade, ampliato con un’area business dedicata al turismo organizzato e alle destinazioni internazionali che ha visto ampia vivacità durante i tre giorni grazie alla presenza di espositori di spicco come Msc Crociere, Azemar, Croazia, Malta, Polonia, Seychelles, Visit Brussels e Repubblica Ceca. Confermata l’ottima accoglienza per le sezioni Btm Gusto, che ha valorizzato il turismo enogastronomico, e Btm Say Yes, dedicato al wedding tourism, con un proprio programma buyer. Grande fermento anche per l’Apulia Tourism Investment, che ha ospitato il Forum della Tornanza, un momento di confronto sulle nuove opportunità di investimento e sviluppo per il turismo in Puglia.
Nevio D’Arpa, Ceo & founder di Btm, ha espresso soddisfazione per il successo dell’evento e ha voluto ringraziare le istituzioni: "Un plauso particolare va all’assessore al Turismo, Gianfranco Lopane, per il supporto che ha dato alla manifestazione e per la visione strategica sul futuro del turismo in Puglia. La differenza che rende Btm unica è il nostro investimento nei contenuti: qui non ci limitiamo a mettere in mostra prodotti e destinazioni, ma costruiamo un dibattito di qualità che aiuta gli operatori a comprendere e anticipare i cambiamenti del settore. Il Comitato scientifico di Btm ha lavorato con grande attenzione per costruire un programma ricco di spunti e soluzioni. I numeri ci vedono in una leggera ma costante crescita, segno che il format funziona e che BtmM continua a rappresentare un punto di riferimento per il turismo del Sud Italia".
Gaetano Frulli, presidente della Fiera del Levante, ha sottolineato il valore strategico dell’evento: "La grande partecipazione e l’alta qualità degli operatori presenti hanno ribadito l’importanza di questa manifestazione".
L’assessore al turismo di Regione Puglia, Gianfranco Lopane, ha aggiunto: “I progressi fatti da Btm negli anni sono sotto gli occhi di tutti, già oggi è uno dei più importanti eventi fieristici del turismo e ci auguriamo che questa crescita prosegua in futuro per il bene del turismo e della Puglia”
Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, ha evidenziato il valore della collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo turistico della regione: "La proficua sinergia tra gli operatori del turismo realizzata a Btm, in collaborazione con il Buy Puglia Meet & Connect a cura di Pugliapromozione, rappresenta una solida base per la crescita qualitativa del turismo in Puglia. E per questo motivo la collaborazione tra pubblico e privato resta essenziale".
Dopo il successo di questa edizione, l’organizzazione di Btm è già al lavoro per l’edizione 2026, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente l’evento e offrire nuovi spunti di riflessione sul turismo del futuro.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Nello studio ovale è andata in scena la rappresentazione plastica del bullismo diplomatico con cui la nuova amministrazione americana intenderebbe governare il mondo. Trump bullizza e umilia Zelensky e attraverso di lui il popolo ucraino che da tre anni resiste alla violenta aggressione russa, difendendo i confini e con essi i valori dell’Europa. Cosa ne pensa Meloni dell’atteggiamento indegno del suo amico Trump verso Zelensky? La premier condannerà l’atteggiamento del presidente americano o fuggirà anche stavolta facendo finta di nulla?”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Bulli che aggrediscono nello studio ovale, davanti alla stampa, un leader coraggioso che guida un popolo che difende la sua libertà dall’aggressione di un dittatore assassino. A questo sono ridotti gli Usa oggi. I leader europei dovrebbero mostrare meno compiacenza e più forza. I bulli si affrontano così. #StandWithUkraine oggi e sempre". Lo scrive Carlo Calenda.