“Vorremmo avere un sindacato che non protegge assenteisti cronici, ladri e quelli che non fanno il loro lavoro”. Emma Marcegaglia sceglie il convegno di Federmeccanica a Firenze per sferrare un duro attacco alle sigle sindacali, con l’obiettivo di giustificare la riforma dell’articolo 18: “Noi abbiamo detto che questa norma deve rimanere per atti discriminatori, ma vogliamo poter licenziare quelli che non fanno il loro lavoro”. Parole che non passano inosservate e arrivano proprio nei giorni della trattativa tra governo e parti sociali. La Cgil risponde con le parole del segretario confederale Fulvio Fammoni: “E’ davvero troppo. Si possono avere e sostenere tesi e idee diverse, anche in modo forte, ma così si mette in discussione il ruolo del sindacato confederale italiano. La presidente di Confindustria – conclude – deve smentire”. Usa toni diversi il segretario Cisl Raffaele Bonanni, che prova a sfilare la propria sigla sindacale dalla lista dei colpevoli tracciata dalla Marcegaglia: “La Marcegaglia farebbe bene a precisare di quale sindacato parla. La mia organizzazione si è sempre presa le proprie responsabilità di fronte alle scompostezze degli imprenditori e pure di alcune realtà sindacali”.
”Emma Marcegaglia offende con le sue parole milioni di lavoratori, la maggior parte dei quali fa sacrifici e si spacca la schiena per stipendi da fame”, afferma invece Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra: “Come si permette – aggiunge – di dare dei fannulloni ai lavoratori? I fannulloni stanno nella giunta di Confindustria, non nelle fabbriche”. Parole durissime anche da parte di Antonio Di Pietro:
La presidente di Confindustria ha sottolineato il suo sostegno a un accordo tra Governo e parti sociali “che è auspicabile e possibile. Ma – ha aggiunto – credo sia anche giusto, nel caso in cui non si raggiunga, che il Governo vada avanti e faccia la riforma che deve fare”. L’accordo sulla riforma del mercato del lavoro è possibile? “Secondo me sì, assolutamente”, aggiunge il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a margine di un’audizione alla Camera. “Io lavoro per un accordo con i sindacati”. A proposito della flessibilità, gli industriali chiedono una revisione di quella “cattiva in entrata”, con riferimento al proliferare delle partite Iva “che devono essere regolarizzate con l’assunzione”. Ma – ha aggiunto Marcegaglia – vogliamo anche rivedere la flessibilità cattiva in uscita”. A questo proposito, ha ricordato l’episodio che vide al centro di una contestazione proprio il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: “La persona che aveva tirato un candelotto a Bonanni era in malattia: il datore di lavoro – ha ricordato la Marcegaglia – lo licenziò,ma il giudice lo ha riassunto”. Certo, una revisione dell’art.18 “sarà molto difficile ma noi non molliamo, andiamo avanti”.
Infine un nuovo appello al governo, perché riduca la pressione fiscale: “Con gli introiti delle battaglie anti-evasione – ha dichiarato Marcegaglia – dobbiamo abbassare l’Irpef, in particolare la prima aliquota, dal 23 al 20 per cento, soprattutto sui lavoratori e su coloro che tengono in piedi il nostro Paese. La leva fiscale deve diventare una leva per aumentare la crescita”.