Riceviamo e pubblichiamo la precisazione inviata dal ministro della Giustizia Paola Severino in merito all’articolo “Severino, vive in una villa da dieci milioni ma nella scheda personale non figura nulla”
In merito all’articolo pubblicato oggi dal Fatto Quotidiano dal titolo “La Severino dimentica una villa da 10 milioni”, tengo a precisare che non esiste davvero alcun mistero. La Sedibel s.s., proprietaria dell’immobile di cui possiedo il 90% , e’ una societa’ semplice, cioe’ una società di persone che come tale è trasparente e non consente di occultare in alcun modo il titolare della proprietà, a riprova che nulla e’ stato celato ne’ al fisco ne’ alla collettività.
Pochi giorni dopo la mia nomina a ministro della Giustizia ho provveduto a dimettermi dalla carica di amministratore della Sedibel s.s., poiche’ ciò mi era imposto dalla legge, ma nulla impone o suggerisce a un ministro di spogliarsi della comproprietà di una casa.
In quegli stessi giorni ho ceduto anche le azioni della Sedi Services Srl, seppure la legge non mi imponesse di farlo, esclusivamente per evitare strumentalizzazioni in merito alla mia precedente attività di avvocato, alla quale ho voluto dare un taglio netto, anche cancellandomi dall’Albo.
Su queste operazioni non esiste alcun mistero, visto che risultano tutte da atti pubblici registrati, ne’ c’e’ alcun mistero sulle società, la cui esistenza, intestazione e consistenza risultano dal Modello Unico depositato al Senato e dagli atti che – come certamente il Fatto Quotidiano ben sa – ho trasmesso nei giorni scorsi all’Antitrust.
Ne’ vi e’ alcun mistero o stranezza nel fatto che si possa avere una residenza anagrafica ed una dimora di rappresentanza.
Se l’esistenza della Sedibel s.s., e dunque della ‘misteriosa villa’ , non risulta sul sito internet del Ministero della Giustizia a causa di una erronea interpretazione da parte del mio commercialista di un prestampato cortesemente fornitoci lo scorso 9 febbraio dalla presidenza del Consiglio, non si puo’ far passare tutto cio’ come un occultamento voluto. Tale prestampato, al quale ho voluto adeguarmi per omogeneità con altri ministri, ha ingenerato l’errore perché sembra riferirsi esclusivamente a partecipazioni in società di capitali.
A riprova del fatto che la Sedibel s.s. e’ stata regolarmente dichiarata, pubblicherò sul sito del ministero della Giustizia (www.giustizia.it) anche la copia del Modello Unico, con relativa certificazione di trasmissione telematica, che avevo provveduto a inviare all’Antitrust e al Senato, unici organi cui sono tenuta per legge a fare comunicazioni.
Nella quadro RH1 del modello, Il Fatto Quotidiano, o chiunque altro lo voglia, potra’ appurare l’esistenza della Sedibel ss.
Quanto alla mia asserita contrarietà alla pubblicazione dei redditi e’ esattamente vero il contrario in quanto il mio atteggiamento e’ stato totalmente adesivo, da subito, alla proposta del presidente Monti. Ciò potrà essere testimoniato da quanti hanno partecipato ai Consigli dei ministri. Le stesse persone ed altre potranno anche testimoniare che, in data martedì 14 febbraio, mentre mi accingevo a pubblicare on line il ‘modello trasparenza’, ho ricevuto dal sottosegretario Catricalà un invito telefonico, rivolto a me e ad altri ministri, affinche’ posticipassimo al 21 febbraio la pubblicità dei redditi. Esattamente il contrario di quanto scrive ‘Il Fatto Quotidiano’ nei cui confronti mi riservo, non appena cessero’ nell’incarico di ministro, di agire nelle competenti sedi giudiziarie a tutela della mia immagine.