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Inceneritore di Acerra, il governo Monti: la regione paghi i 355 milioni a Impregilo

L'esecutivo rimodula la decisione presa nel 2009 e invita la regione Campania ha pagare l'acquisto dell'impianto con i fondi fas regionali. L'assessore Romano: "Una scelta violenta contro di noi"
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La telenovela decennale sull’inceneritore di Acerra sembra arrivata alla conclusione, ma apre uno scontro durissimo tra governo e la giunta campana guidata da Stefano Caldoro. A rimetterci sono le casse della regione e, in prospettiva, dei cittadini campani. L’esecutivo Monti ha, infatti, deciso in modo unilaterale. I 355 milioni di euro da pagare ad Impregilo per la proprietà dell’impianto dovranno essere presi dai fondi fas regionali. Il particolare, non trascurabile, è che quelle risorse erano già state impegnate. L’assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano ha attaccato il governo: “ Una scelta violenta contro di noi, l’accordo del 2009 prevedeva l’impiego di soldi statali”.

Uno scontro che emerge chiaramente dalle parole contenute nel provvedimento. Oltre lo sgarbo tra istituzioni pesa un passaggio del decreto del presidente del consiglio dei ministri: “ Considerato che, nonostante quanto precede, la regione Campania non è conformata al principio di leale collaborazione non rendendo l’intesa nei termini previsti (…)”. Insomma il primo ministro Mario Monti, registrata la contrarietà all’uso di quelle risorse da parte della regione, ha usato i poteri sostitutivi e imposto l’impiego dei fas regionali in base ad un decreto legge approvato ad inizio febbraio che prevede: “ Il Consiglio dei ministri, ove ricorrano gravi esigenze di tutela della sicurezza, della salute, dell’ambiente o dei beni culturali ovvero per evitare un grave danno all’Erario può, nel rispetto del principio di leale collaborazione, deliberare motivamente l’atto medesimo, anche senza l’assenso delle regioni”.

Nel decreto del primo ministro viene precisato che in questo modo si interromperanno ‘i giudizi instaurati’ da Impregilo che, con i 355 milioni di euro, uscirà dalla scena campana senza ulteriori risvolti giudiziari. Resta, ovviamente, in piedi, il processo penale a carico dei manager della Spa milanese e degli uomini del commissariato, a partire da Antonio Bassolino. Il decreto del governo, quindi, nasce per evitare un ‘grave danno all’erario’ derivante dai contenziosi avanzati da Impregilo, ma non tiene conto di quanto potrà pesare sulle casse della regione. La giunta Caldoro fa sapere che i 355 milioni di euro dei fondi fas erano già destinati a coprire i mutui contratti dalle amministrazioni e le opere previste per la depurazione e le bonifiche.

Insomma la disponibilità ad acquisire l’impianto c’era, ma con fondi nazionali e non certo con i fas regionali. Blanda la reazione alla decisione del governo da parte di senatori e deputati campani del centrodestra che Caldoro aveva bacchettato, nei giorni scorsi, perché fanno poco gioco di squadra. Abbandonata la strada parlamentare, la giunta regionale ha deciso di presentare un ricorso alla Corte Costituzionale sollevando il conflitto di attribuzione e un altro al Tar contro il decreto firmato da Mario Monti. Nella vicenda infinita, soldi regionali o statali, c’è un solo grande vincitore Impregilo che, nonostante il disastro del ciclo di gestione rifiuti in Campania, incasserà 355 milioni di euro.

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