Napolitano passerà alla storia non per essere stato un Presidente della Repubblica italiana o un comunista migliorista, ma per aver creato l’icona di Mario Monti, nuovo messia, salvatore della terra.
La stampa e i Grandi dell’Occidente ne tessono le lodi e bisogna dar merito al Cavaliere di aver indotto , coi suoi governi disastrosi, Napolitano alla scoperta del giovane eroe che tutto vince, ad eccezione dei taxisti, dei preti e dei farmacisti.
E intanto per il Partito democratico anche Monti diventa un’ottima occasione per dilaniarsi…
SuperMario
E’ oramai Monti-mania,
è l’avvento del messia,
un trionfo ovunque vada:
dopo messa per la strada,
alla Camera dei Lord,
in Germania e al polo Nord.
Piace al Parlamento Ue,
liberali, Ppe
e, persino, socialisti.
Dalla City agli affaristi
piace e al présidente Obama,
nonché a Schultz che lo proclama
superMario addirittura.
Nei mondial media figura
il fenomeno in vetrina.
A Wall Street, nella fucina
degli americani affar,
vien trattato da rockstar.
Una ovation standing qua
e di folla un bagno là.
Monti piace agli industriali,
piace al Papa e ai cardinali
grati dei furbi artifici
per pagar ben poco d’Ici.
Piace tanto il bocconiano
alla Borsa di Milano
ed al capo dello Stato
che di lui si è innamorato.
Piace ai Letta, zio e nipote
e l’approvazion riscuote
di Aldo Busi e di Sofia.
Di lui fan l’apologia
Cameron, Sergio Marchionne,
la più forte delle donne,
Angie Merkel, Sarkozy,
Bce, Fmi.
Come prova del successo
nel presepio l’ha già messo
un napoletan scultore,
sia in versione professore
con cartella e scartafacci
che, col set di coltellacci,
in versione macellaio.
Nel politico pollaio
piace a destra ed a sinistra,
alla troia e all’ex ministra,
piace ai servi e ai maneggioni.
Piace a Silvio Berlusconi
che lo loda a più riprese
perché come lui è borghese,
ma gli piace soprattutto
perché fin dal suo debutto
fa politiche di destra.
E il Pd? Sta alla finestra
a godersi il panorama,
fra un ossequio ed un proclama,
fra Bersani che lo blocca:
“Il lavoro non si tocca!”
e il buon Walterloo Veltroni
che con tutti gli altri oni
lo vuol far Papa straniero:
“Monti è il nostro condottiero,
colui che ci porterà,
e con gran rapidità,
alla morte del Pd!”
Si sa, Walter è così,
un flagello recidivo,
prima ai tempi dell’Ulivo
poi nei giorni dell’Unione.
Roma al fuoco di Nerone
col Pd messa a confronto
era un ciel rosso al tramonto.