Riciclaggio, ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, favoreggiamento e violazione di alcune norme bancarie: sono queste le accuse contenute negli avvisi di conclusione delle indagini notificati dai militari della Guardia di Finanza di Milano a una decina di persone nell’ambito dell’inchiesta (condotta dai pm Mauro Clerici e Roberto Pellicano) sulla filiale italiana della svizzera Arner Bank e sul Flat Point Development Limited. Quest’ultima è la società di Antigua con una filiale torinese che fu impegnata in un imponente progetto turistico nell’isola caraibica e alla quale, come risulta dagli accertamenti, tra il 2005 e il 2009, sarebbero stati versati 34 milioni di euro dagli acquirenti dei lussuosi immobili e dei quali più di 20 sono risultati provenire da conti personali e ufficiali di Silvio Berlusconi.
Tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini, oltre alla stessa filiale italiana della banca (sotto inchiesta in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti), ci sono l’ex presidente Nicola Bravetti e l’ex ad Davide Jarach, l’allora consigliere Marco Milla, e altri dipendenti della banca come Flavio De Paolis e Giulio Romani e l’ex commissario ai tempi nominato dal Ministero del tesoro, Alessandro Marcheselli. Per quanto riguarda il filone che riguarda la Flat Point, la Procura ha contestato il reato di infedele dichiarazione dei redditi agli amministratori Giuseppe Cappanera, Giuseppe Poggioli ed Elisa Gamondi. Per gli inquirenti la Flat Point sarebbe una società esterovestita e pertanto i suoi redditi avrebbero dovuto essere dichiarati in Italia e non ad Antigua. Nel documento di chiusura indagini risulta anche il nome di Piergiorgio Rivolta, l’architetto che ha seguito i lavori delle ville ad Antigua, tra cui anche quella dell’ex premier.