L’ora “x” scatta prima delle 18. I militanti No Tav, che ieri sera dopo le violente cariche della polizia avevano stabilito di “bloccare tutto” questa sera alle 18, in realtà si mobilitano molto prima. A Roma viene occupata con un rapido blitz la sede del Partito democratico. A Bologna gli attivisti fanno irruzione al punto informativo di Rete ferroviaria italiana di via Carracci, a ridosso dell’ingresso posteriore della stazione ferroviaria, accesso attualmente chiuso per i lavori della alta velocità.
In Valsusa la situazione è tornata tranquilla. Negli scontri notturni, si sono registrati tredici feriti fra le forze dell’ordine e otto manifestanti. Tra i No Tav che si sono fatti curare dal pronto intervento, due donne sopra i cinquant’anni. Una di esse ha riportato, durante la fuga concitata, una frattura scomposta a una caviglia e numerose contusioni e ora è ricoverata all’ospedale di Susa. Tra i feriti anche due volti noti della protesta No Tav: il leader storico Alberto Perino e Nicoletta Dosio, 66 anni, militante di Prc e professoressa di italiano ora in pensione. “Mi hanno rotto un gomito a manganellate – ha detto il leader No Tav mentre si trovava ancora al pronto soccorso dell’ospedale di Susa – ora mi hanno ingessato. Quando ieri hanno caricato sulla rampa dell’autostrada – ha raccontato Perino – ho visto una ragazza cadere e sono tornato indietro per aiutarla ma mi hanno travolto e preso a manganellate. Fortunatamente un armadio di carabiniere mi ha preso e portato vicino al guard rail facendomi scudo con la sua schiena. A quel punto – ha ricordato – io non vedevo più e non respiravo più a causa dei lacrimogeni e mi sono allontanato”. La ragazza caduta, invece, “dovrà probabilmente essere operata a una caviglia”. Per quanto riguarda i feriti durante i fatti di ieri sera, il leader No Tav ha parlato di “un numero impressionante di gente”.
L’autostrada resta aperta e percorribile in entrambe le direzioni, sia verso il Frejus, sia verso Torino. Cinque i fermi fra i manifestanti No Tav e un arresto: Federico Cambursano, 33 anni, di Bussoleno, deve rispondere di resistenza e lesioni. Secondo la prima ricostruzione del fatto, ha lanciato oggetti contro gli agenti impegnati nello sgombero del presidio No Tav che bloccava la carreggiata e in testa aveva un casco. Tra i fermati anche Marco Bruno, il 28enne ormai celebre per aver provocato chiamandolo “pecorella” un agente dei carabinieri.
video di Cosimo Caridi e Andreas Mazzia
“Blocchiamo tutto dappertutto”. Nella notte, gli attivisti del movimento No Tav si sono radunati nel salone del centro polivalente di Chianocco e hanno deciso, dopo una lunga assemblea, di darsi appuntamento per questo pomeriggio alle 18 per una serie di blocchi a sorpresa in tutta Italia. ”Blocchiamo tutto, dappertutto, alle 18″, si legge sul sito Notav.info. A Milano i no tav si vedranno in stazione Centrale, come pure ad Ancona. A Torino l’appuntamento è all’ingresso della tangenziale a Rivoli. Proteste sono annunciate anche in piazza Maggiore a Bologna e nelle piazze di Salerno, Catania e Trieste.
L’irruzione della polizia alla trattoria ‘La rosa blu’. Il Movimento No Tav accusa la Questura di Torino “di cariche violentissime, caccia all’uomo, vetrate dei bar distrutti per un rastrellamento di antica memoria, macchine parcheggiate vandalizzate e altro”. L’episodio clou riguarda lo sfondamento delle vetrate della trattoria “La Rosa blu”: nel filmato si vedono gli agenti, alla ricerca degli attivisti che avevano bloccato lo svincolo dell’autostrada del Frejus e avevano resistito allo sgombero, che arrivano davanti alla porta del locale; trovandola chiusa e non ottenendo risposta dall’interno, rompono la vetrata della porta ed entrano. Un poliziotto tenta di rassicurare i proprietari, visibilmente spaventati, mentre i colleghi bloccano i No Tav che si erano rifugiati nel locale; un’attivista viene colta da un malore e, nei siti, si spiega che è incinta. Un filmato che ha fatto il giro del web generando un’ampia polemica anche se la prefettura ha assicurato: “I proprietari del locale saranno risarciti”.
video di Cosimo Caridi e Andreas Mazzia
Cancellieri: “Non esistono margini di trattativa per fermare la Tav”. Prima in due interviste. Poi al termine del convegno sulla sicurezza urbana dell’Anci. Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ripete ormai in ogni occasione pubblica la linea del governo: “I sindaci della Val di Susa non possono cavalcare le spinte più estremiste pensando così di assolvere al loro mandato elettorale. Spero nel loro senso di responsabilità. Sono pronta ad ascoltarli ma nello stesso tempo vorrei che a loro fosse chiaro che non esistono margini di trattativa per bloccare i lavori della Tav”. Sulla proposta dell’ex titolare dell’Interno, Roberto Maroni, di mandare l’esercito in Val di Susa, “sono ipotesi tecniche che saranno valutate da chi ha la responsabilità dell’ordine pubblico. Personalmente – afferma Cancellieri – ritengo che lì le forze dell’ordine siano in grado di svolgere il loro compito”. Del resto, oggi l’ex titolare dell’Interno, intervistato dal Fattoquotidiano.it ha ribadito: “Io ho mandato l’esercito. La violenza in sé è sbagliata. Chi predica la violenza, chi la pratica va isolato e colpito”.
video di Manolo Lanaro
Vendola: “La non violenza è precondizione per schierarmi”. ”E’ importante offrire ai popoli di quei territori la possibilità di esprimere le loro posizioni”, ed “è un peccato che le loro buone ragioni vengano strangolate da chi adopera la violenza”, dice Nichi Vendola, leader di Sel e governatore della Puglia, in un’intervista al Messaggero. “Sto con le ragioni del dissenso ogni volta che viene espresso in forme civili, pacifiche, democratiche. La non violenza è la mia precondizione per schierarmi”, afferma Vendola, che sottolinea come “per un intero popolo di quei territori la violenza è rappresentata dal grande buco della Tav, dal suo impatto ambientale e dal suo costo economico”. Vendola, che definisce “orribili” le offese fatte dal manifestante al carabiniere, ribadisce la necessità di “una moratoria sulla Tav” e di “vagliare altre possibilità”. Il costo dell’opera, spiega, è troppo alto, e “non soltanto quello economico, c’è anche un costo umano. Il ragazzo precipitato l’altro giorno dal traliccio è un segnale che fa capire quanto radicato sia il dissenso nei confronti di quest’opera”.
Fassino: “La Torino-Lione è strategica per il Paese”. “Non si vuole negare il confronto. Lo dimostra la stessa storia della Tav. Ma il dialogo con il movimento è possibile se la Torino-Lione non si trasforma in un totem ideologico da abbattere e se si accantonano gli estremismi”. Il sindaco di Torino Piero Fassino, intervistato da La Repubblica, lancia un appello: chi vuole aprire un confronto isoli le frange estreme. “In questi anni si è assistito a una degenerazione del movimento No Tav. Nel 2005 aveva un consenso popolare in Val di Susa. La protesta è stata ascoltata e si è arrivati a un progetto del tutto nuovo con un impatto contenuto”, dice Fassino. Oggi, invece, “i No Tav hanno un consenso molto più contenuto tra gli abitanti e all’identità popolare si è sovrapposto un antagonismo ideologico contro la Tav e contro qualsiasi opera pubblica”. “Nel 2005 si chiedeva di fare la Tav in un altro modo – prosegue – ora si chiede di non farla e basta. Questo non si può accettare”. La Torino-Lione “è strategica per il Paese”, ribadisce Fassino. Quella di sospendere i lavori in cambio di uno stop ai blocchi “è una richiesta di alcuni sindaci, non di tutti. E poi se ci fermiamo cosa succede? Quando riprenderanno i lavori rimetteranno i blocchi? Bisogna cambiare registro”.
Migliorano le condizioni di Luca Abbà. Ha trascorso una notte tranquilla Luca Abbà, l’attivista No-Tav che lunedì mattina è caduto da un traliccio dell’alta tensione in Val di Susa dove stava protestando contro l’ampliamento del cantiere dell’alta velocità. Abbà è ancora sedato, ventilato e con supporto della funzione cardiocircolatoria. I medici fanno sapere che la funzione renale è in miglioramento. “Dopo la risonanza magnetica del tardo pomeriggio – spiega il direttore del dipartimento di Emergenza del Cto Maurizio Berardino – inizierà la progressiva riduzione della sedazione che sarà nei prossimi giorni condizionata dalla capacità del paziente di fruire, senza affaticamento, dell’autonomia delle funzioni vitali che progressivamente restituiamo”. Il prossimo bollettino medico sulle condizioni di Abbà sar diffuso domani alle 12 nel corso di una conferenza stampa che si terra’ presso l’ospedale Cto